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martedì 5 febbraio 2008

Laicità strumento di educazione alla convivenza


Oggi lo Stato, nei paesi economicamente più avanzati, mentre diviene sempre più "leggero" in economia e riduce l'erogazione di servizi sociali - anche peradeguare il costo dei servizi sociali allo standard di mercato compatibile conle ragioni della produzione (vedi minore spesa sociale delle economieemergenti) - si occupa sempre più di etica e bioetica, legifera su questematerie (aborto, procreazione medicalmente assistita, staminali, eutanasia,infibulazione, ecc.) e fa altrettanto sulle cosiddette materiepersonalizzabili (coppie di fatto, divorzio, separazione, ecc.). Lo Stato, in un periodo congiunturale difficile dell'accumulazione capitalistica, caratterizzato da un assetto maturo del capitale e dall'ingresso sul mercato di nuovi agguerriti produttori, sviluppa una dellesue funzioni classiche, quella di polizia, per contribuire a controllare ilmercato del lavoro e i meccanismi di produzione sociale che concorrono allacreazione del profitto. Non potendo deprimere oltre una certa misura il ruolo del settore terziario coinvolto nell'erogazione di servizi - anche essoproduttivo di profitto per il capitale - pone norme per amministrare lematerie personalizzabili e governare il mutamento della composizione socialedella forza lavoro. Le caratteristiche della forza lavoro alla fine del secolo scorso e lastruttura di salari e retribuzioni avevano creato un equilibrio demograficofatto in occidente di bassa natalità, in modo da reggere un tenore di vita compatibile con il reddito disponibile, caratterizzato da standard relativamente elevati. Facevano parte di queste misure sul piano sociale unapolitica demografica che utilizzava come strumento di pianificazione demografica il reddito, l'aborto, i sistemi di contraccezione. A sconvolgereil quadro e a rendere necessari ulteriori interventi era l'esplodere del movimento delle donne, che modificava profondamente non solo il loro ruolo sociale individuale, ma anche quello collettivo di uomini e donne. Da quiinterventi relativi alle famiglie come il divorzio e la convivenza registrata,che non è altro che la creazione di un nuovo tipo di relazione giuridica perfar rientrare nell'ambito dello spazio delle relazioni gestite dal diritto edallo Stato, rapporti che rischiano di essere eversivi se ne restano fuori. La tendenza alla giuridicizzazione delle relazioni affettive sia omo che eterosessuali riconosce e al tempo stesso norma il cambiamento, con modalità tipiche del riformismo illuminato. I forti e inarrestabili flussi migratori, frutto di scelte strategiche delcapitale sulla gestione del mercato del lavoro, ma anche di fenomeni economicie sociali più ampi, hanno allargato e modificato lo spettro dei problemi epertanto la funzione di polizia dello Stato nei paesi cosiddetti a capitalismo maturo è venuta rafforzandosi attraverso l'adozione di un adeguato apparato strumentale di leggi. E dove lo Stato non era e non è in grado di produrre queste leggi, è stato ilcapitale stesso a farle attraverso il mercato. Tra i giuristi - perfino quelli più tradizionali - è scontato ormai che sianoil mercato, le corporazioni professionali (medici, biologi, casefarmaceutiche, ecc.) a produrre leggi e a dotarle di sanzioni ben più efficacidi quelle dello Stato, perché vengano rispettate, facendo a meno di ogniParlamento. Il fenomeno prende il nome di applicazione della Lex Mercatoria. Si consolidano pertanto. Il pluralismo giuridico: contemporanea presenza di più ordinamenti giuridiciche coesistono (si pensi al diritto dello Stato, a quello della mafia, a quello dei mercati, a quello religioso che insistono su uno stessoterritorio); Pluralismo normativo: contemporanea vigenza - indipendentemente dai confininazionali o statali - di più norme emanate da fonti diverse che regolano lostesso fenomeno (comunali, regionali, statali, europee, internazionali, maanche delle Chiese, delle comunità culturali o etniche, ecc.); Pluralismo etico: ricerca di formanti (elementi essenziali) condivisibili datutti che costituiscano dei denominatori comuni, oltre i quali vige ilrelativismo dei valori. Ovvero ognuno ha i suoi valori e può coltivarli edesercitarli. Da ciò discende che non esiste una verità, ma tante verità che coesistono; che non esiste un diritto, ma tanti diritti; che non esiste una azienda, ma tanteaziende che producono e vivono; che non esiste un individuo, ma tantiindividui. E' il trionfo del relativismo nel diritto, nella morale, nell'economia, nellavita sociale e di relazione. Quel relativismo che permette, ad esempio, diconsiderare coppie sia quelle monogamiche che quelle poligamiche, quelle eterocome quelle dello stesso genere. In una situazione come quella descritta la laicità delle istituzioni e dellepersone è elemento essenziale per la gestione della fase (quale sviluppo delleforze produttive e delle dinamiche economiche contingenti). E qui ogni forza politica, ogni partito, ma anche ogni confessione religiosa, dà una propria versione di laicità, in genere utilizzando un aggettivo per definirla e completarla. Pertanto la laicità, a seconda dei casi, diviene giusta, vera, positiva, relativa, ecc. Soffermandosi sulla visione di laicità delle confessioni religiose (che noi anarchici identifichiamo come un gruppo di persone che si considerano tali e sanno di esserlo e che perciò costituiscono delle agenzie internazionali, ovvero delle imprese che vendono il sacro) e in particolare diquella cattolica, occorre ricordare che per i pontefici e soprattutto perquello regnante, la laicità nella visione cattolica è quella giusta e positivache nasce dalla cultura cattolica (vedi a riguardo i numerosissimi documentivaticani). La laicità per i cattolici muove dal rifiuto del relativismo, come spessoricorda il pontefice regnante. Esiste una sola verità, quella del Diorivelato, interpretato dalla gerarchia cattolica. Il rapporto con lo Stato ele istituzioni si risolve nell'uniformarsi ai valori cattolici, temperati dalla tolleranza misurata verso le posizioni altrui, nei confronti delle qualiesiste tuttavia una superiorità morale dei credenti (superiorità dei valorioccidentali, cristiani, e cattolici in particolare). Le leggi devono ispirarsi a valori cattolici e vanno rispettate solo serispondenti ai comandamenti religiosi. Perciò, ecco il no al divorzio e aforme diverse di convivenza affettiva giuridicizzate, no all'aborto, allacontraccezione, all'intervento genetico sugli embrioni, alla sessualità nonfinalizzata alla procreazione, all'eutanasia in qualsiasi forma. Per veicolare queste scelte: ecco il sì alle scuole cattoliche, sì a contenuti cattolici nei programmi della scuola pubblica e all'insegnamento religioso come parte dei programmi, sì al finanziamento dell'assistenza e della beneficenza cattolica, sì all'aiuto economico alle strutture della Chiesa e ai privilegi fiscali. In questa strategia si sviluppa l'attacco alla Legge 194/78, che sia detto per inciso ha ridotto il ricorso all'aborto del 60% da parte delle cittadinei taliane, mentre ancora molto resta da fare con le donne immigrate. Questa legge, comparata con altre vigenti in numerosissimi altri paesi, è stata digran lunga la più efficace nel ridurre il ricorso all'aborto, e sarebbe certamente più efficace se non vi fosse una continua dissuasione da partecattolica del ricorso alla contraccezione e all'uso di anticoncezionali peruna maternità responsabile. L'attacco alla legge - oggettivamente rivolto ai diritti delle donne il cuicorpo viene considerato portatore di una funzione sociale, ovvero unelettrodomestico familiare e sociale - rende palese la profonda mancanza dirispetto umano per le donne, la misoginia delle gerarchie ecclesiastiche e delcorpo della Chiesa cattolica, la sua visione sublimata, profondamente malatadell'amore e del bene, rivolto ad una costruzione fantastica dell'uomo, qualeè l'idea di Dio. Al sentimento fatto di vicinanza, corporalità, sessualità, materialità tra duepersone viene sostituito l'amore alienato per un Dio astratto, prodottodall'angoscia degli esseri umani. Ma l'attacco alla legge 194/78 nasce ancor più da ragioni politichecontingenti, dettate dalla necessità di una strategia volta alla costruzionedi un blocco politico e sociale fondamentalista e neoconservatore, per darecollante a una aggregazione politica che ha come obbiettivo la restaurazionedi rapporti sociali e produttivi, nonché politici, di stampo autoritario, ingrado di sostenere al meglio l'accumulazione capitalistica. Occorre smascherare e combattere soprattutto questo disegno, assumendo il principio della laicità senza aggettivi come strumento di educazione allaconvivenza. Nella concezione del comunismo anarchico, la società che esso vuole costruire è un soggetto dinamico, in continua evoluzione e cambiamento, che ammette la diversità come valore, che - a differenza di quella marxista - non ha verità da imporre, nemmeno l'ateismo, che mira alla piena realizzazione della felicità sulla terra, attraverso l'uguaglianza, anche di genere, e la fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e la liberazione dal lavoro salariato.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )