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giovedì 21 febbraio 2008

I Radicali dicono sì al Pd: alla fine anche loro si son venduti


Alla fine, i radicali accettano la proposta del Pd di far confluire loro candidati nelle liste del partito di Veltroni. La decisione è stata annunciata dalla segretaria del partito dei radicali italiani Rita Bernardini e dal segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, al termine di una riunione durata sette ore, con Goffredo Bettini, coordinatore del Partito Democratico.

Dopo l'accordo, la Bernardini e Cappato hanno diffuso il seguente comunicato: «Prendiamo atto che la nostra offerta di collegare la lista radicale al candidato Presidente del Consiglio Veltroni e al Partito Democratico si scontra con un pregiudiziale rifiuto, nonostante il sostegno che continua a giungere da personalità della cultura e della politica. Ci assumiamo - aggiunge il comunicato - la responsabilità di subire l'impostazione alternativa di inserimento di candidati radicali nelle liste del PD, nonostante continuiamo a ritenerla meno efficace per conquistare una maggioranza riformatrice in occasione delle prossime elezioni politiche. Comunichiamo perciò di accettare la base di partenza proposta dal Partito Democratico, che sarà ora necessario trasformare in un vero e proprio accordo politico-elettorale con il Segretario Veltroni. Abbiamo convocato - conclude il comunicato - per sabato e domenica prossimi la riunione Congiunta del Comitato di Radicali Italiani e del Consiglio Generale dell'Associazione Luca Coscioni».

La controproposta del Pd era arrivata per voce proprio del braccio destro di Veltroni, Bettini. Ad Emma Bonino e colleghi si propone un´alleanza dove, in cambio della rinuncia al simbolo dei Radicali, ci sarebbero un ministero per la stessa Bonino e altri nove posti in lista «in collocazioni sicure». Il tutto condito dal «riconoscimento di una parte del finanziamento pubblico in rapporto al numero dei parlamentari concordato», dal «10% degli spazi di informazione spettanti al Pd» e dalla «garanzia della presenza dei Radicali nelle trasmissioni di confronto politico più popolari».

Nel dibattito sull´ingresso dei Radicali, si era levata anche qualche voce fuori dal coro. Paola Binetti, senatrice teodem in quota Pd in un´intervista a Il Giornale ha dichiarato: «Il Partito democratico non ha bisogno dei radicali, la loro presenza strutturale dentro il Pd sarebbe destabilizzante, semplicemente per il loro stile e per le loro storie». «La presenza dei radicali comporta il rischio di far esplodere una conflittualità dentro il Pd – aggiunge – Ma non saremo noi ad andarcene». La pensa più o meno allo stesso modo Pierluigi Castagnetti: «Sono preoccupato - ha spiegato - perché ci sono alcune cose di questo eventuale accordo che non sono definite. Nessuno mette in discussione le qualità di Emma Bonino, che è stato un ottimo ministro e un ottimo commissario europeo, ma qui si tratta di un'operazione politica su cui ho delle riserve anche sul piano del consenso elettorale». Secondo lui, infatti, nelle elezioni del 2006 «ci fu un esodo da parte dell'elettorato cattolico a causa dell'ingresso dei Radicali nella coalizione».

4 commenti:

Beca ha detto...

Non si sono venduti.. razionalmente hanno deciso di unirsi al PD per tentare di decidere (o influenzare) le loro decisioni (poi voglio proprio vedere come si scontreranno radicali e binetti e co.), perchè nel rimanere solitari sarebbero spariti dalla politica italiana..

Domenico Letizia ha detto...

si sono daccordo perchè è un discorso particolare qui si rischia l'estinzione se così si può dire
cmq questo svuoterà tutte le tematiche portate avanti dai radicali perchè dell'aborto non si parlerà, i cattolici daranno guerra su tematiche cattoliche, l'anti proibizionismo non va vanti allora mi domando che ci vanno a fare? per le liberarizzazioni? neanche quello possono fare con resistenze ds

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Beh io nn li capisco... si chiamano radicali e poi entrano nel partito democratico... bho... l'avranno fatto solo per convenienza! entrare in parlamento giustamente porta dei soldi in tasca...e andare da soli credo che nn ci sarebbero entrati ahahah cmq gli auguro buona fortuna perchè secondo me essere laico e radicale e stare nel pd sarà una dura prova per se stessi.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )