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martedì 30 dicembre 2008

L’idea di libero mercato


di Per Bylund
Interessante articolo dal blog di Scarpellini: http://liberteo.wordpress.com/015/

In un mondo fatto di destra e sinistra, i libertari dovrebbero sistemarsi comodamente nel mezzo, o, ancor meglio, in una posizione a sé stante. Ma i libertari tendono ancora ad identificarsi più con la destra che non con la sinistra. Perché questo?

Forse è la retorica di destra sull’economia di libero mercato e l’idea di poter fare quello che si vuole con il proprio reddito ad essere attraente; mentre il desiderio tipico della sinistra di regolare, tassare, proibire e redistribuire il reddito faticosamente guadagnato è decisamente repellente. Ma la destra si sforza, allo stesso tempo, di regolamentare, tassare e vietare determinate moralità, stili di vita ed interazioni sociali; mentre la sinistra ha un punto di vista più tollerante riguardo la vita privata. Nessuna delle due parti sembra quindi avere un senso politico o morale.

Tendo a pensare che i libertari “sentano” di appartenere alla destra perché con essa hanno avuto un’alleanza vecchia di decenni, per contrastare con grande successo la propaganda e l’influenza politica della sinistra nel corso del ventesimo secolo. Molti libertari, me compreso, sono perciò cresciuti politicamente con gli attivisti di destra, o in circoli e partiti di destra, e questo potrebbe aver generato un sentimento di lealtà verso la destra. Ho diversi amici libertari radicali che appartengono ad organizzazioni di “destra” e che continuano a votare per il partito conservatore, anche se in realtà non hanno nulla in comune il suo programma o con la sua filosofia.

E’ interessante questa storia comune della destra e dei libertari, ma non è sufficiente a spiegare perché i libertari siano “di destra” piuttosto che “di sinistra” (quando, in realtà, non dovrebbero forse essere nessuno dei due, almeno in termini di partiti politici). La ragione dell’allineamento con con la destra è anche, credo, un linguaggio apparentemente comune, in particolare riguardo la comprensione di fatti economici e del mercato.
Ma questo terreno comune non è altro che un’illusione. Sì, la “destra” parla di libero mercato e di necessità di deregulation e di fornire le migliori condizioni per una forte e sana vita imprenditoriale. Parla di economia di libero mercato e usa la logica del libero mercato mentre sostiene che i bassi salari e le cattive condizioni di lavoro non sono problemi, che le persone che hanno quei posti di lavoro se li sono scelti volontariamente.

Finora il linguaggio e gli argomenti sono stati sorprendentemente simili (se non gli stessi) a quelli che usano molti libertari. Ho sentito molti libertari concordare con i conservatori ed altri politici di destra sulle questioni economiche, unendo le forze contro la “sinistra”. Anche io sostengo che i salari bassi e le dure condizioni di lavoro non siano necessariamente problematiche, in un libero mercato. La formulazione è la stessa, ma il senso è molto diverso.
Queste poche parole, in un libero mercato, sono le più importanti perché senza esse il senso cade ed è totalmente falso. Può essere veramente “volontario” scegliere tra posti di lavoro pessimi in un mercato regolamentato, dove la maggior parte delle possibilità di lavoro siano rese non disponibili e il lavoro sia necessario per generare un reddito monetario che paghi le tasse? Io dico di no. Anche se sei tu a fare una scelta, non si può considerare volontario scegliere la cosa meno peggiore tra le scelte rimanenti in un quadro di soffocanti misure coercitive.
La scelta stessa è ovviamente volontaria, e in questo senso la logica razionalistica può sembrare applicabile. Ma la scelta è stata fatta in un ambiente in cui la maggior parte delle possibilità sono state eliminate e dove si è ristretti nel fare le scelte rispetto a quello che si potrebbe fare in un libero mercato. E’ come dire di avere libertà di parola, purché non si usi X,Y,Z o A,B,C,D,E,F,G,H,I,J e K. Questa non è libertà di espressione, è l’espressione regolamentata, e quello che scegli dipende necessariamente da quello che sei o non sei autorizzato a dire.
Gli argomenti del libero mercato semplicemente non sono applicabili al mondo com’è oggi. Lo sono per le funzioni e i meccanismi superiori del libero mercato. E il libero mercato stesso è un grandioso standard rispetto a cui l’economia reale può e deve essere valutata, per mostrare le sue inefficienze ed ingiustizie, oltre a fornire una alternativa notevole. Non è possibile fare il proprio mix dei due: usare la logica di libero mercato per sostenere bassi salari e cattive condizioni di lavoro, e nello stesso tempo sostenere l’economia di stato è semplicemente un errore.

L’idea di libero mercato non è applicabile ad un mercato non libero, è una forte critica a questo stato di cose. Proprio come il libertarismo non sta bene né con la destra, né con la sinistra, ma è una forte critica di entrambi.

domenica 28 dicembre 2008

La necessaria riforma monetaria Internazionale


Jesús Huerta de Soto

Professore universitario di Economia Politica

Nel capitolo 9 del mio libro: ''Denaro, credito bancario e cicli economici'' (pagine 616-623) progetto un processo di transizione verso un unico ordine finanziario mondiale che, essendo pienamente in sintonia col sistema di libera impresa, è capace di eliminare le varie crisi finanziarie e recessioni economiche che vengono colpendo ciclicamente le economie del mondo. Questa riforma finanziaria internazionale proposta nel mio libro acquisisce la massima attualità nel presente, fine 2008 in cui gli sconcertati governi dell'Europa e dell' America pianificano una conferenza mondiale per riformare il sistema monetario internazionale con l'obiettivo di evitare che il futuro si ripeta con crisi finanziarie e bancarie tanto gravi come quella che attualmente scuote tutto il mondo occidentale. Come spiego dettagliatamente durante i nove capitoli del mio libro, ogni riforma futura fallirà, tanto deplorevolmente come sono fallite le riforme passate, se non è orientata a risolvere la radice stessa degli attuali problemi basandosi sui seguenti principi:

1) ristabilimento di un coefficiente del 100% per tutti i depositi bancari che sia visibile ed equivalente.

2) eliminazione delle banche centrali, non necessarie se si applica il 1 principio e estremamente dannose se continuano ad agire come organi di pianificazione centrale finanziatrice,;

3) privatizzazione dell'attuale denaro monopolizzanto e statale e l'aggagiamento all'oro


Questa riforma, radicale e definitiva, verrebbe a colpire definitivamente la pianificazione centralizzata applicando, gli stessi principi basati nella liberalizzazione e nella proprietà privata, all'unico ambito ancora colpito quello finanziario e bancario che fino ad ora è rimasto ancorato alla pianificazione centrale, delle banche,quindi fissaggio di tassi di interesse, groviglio di regolazioni amministrative, e monopolio statale.

Deve risaltare inoltre che il processo di transizione progettato e descritto nel mio libro, potrebbe anche salvare l'attuale sistema bancario evitando il suo rapido franamento e con lui l'ineludibile e contemporanea contrazione monetaria, in un ambiente di fallimento generalizzato si perde la fiducia dei depositanti, e sparisce un volume significativo di moneta dai depositi bancari. Attualmente si affannano per riuscire a risolvere la situazione i governi occidentali coi piani più vari: acquisti massicci degli attivi bancari "tossici", garanzia totale di tutti i depositi, o semplicemente la nazionalizzazione parziale o totale del sistema bancario , si potrebbe riuscire in maniera molto più effettiva, rapida ed innocua per l'economia di mercato ad uscire da questa crisi se si applicassero immediatamente i punti citati nel mio libro.
Finisco con un'importante avvertenza finale: come è naturale, e non devo stancarmi di ripeterlo, la soluzione che propongo è solo valida nel contesto di una decisione irrevocabile verso lo stabilimento di un sistema di banca libera. Perché qualunque riforma si effettui nel modificare il sistema finanziario e bancario internazionale non nella maniera indicata sarebbe semplicemente disastrosa: un sistema di banche private che continuasse agendo con riserva frazionaria, orchestrata per le corrispondenti banche centrali, genererebbe un'espansione inflazionaria mai vista nella storia che finirebbe per dare il colpo finale a tutto il nostro sistema economico.

venerdì 26 dicembre 2008

Anarchia a Filadelfia: ‘‘Congresso’’ annuale della Molinari Society


Il sito dei left-libertarian (http://leftlibertarian.org/) pubblica l’ elenco finale dei partecipanti al quinto ‘‘Congresso’’ annuale della Molinari Society che è tenuto in partecipazione con l'Associazione Filosofica americana, il congresso si terrà dal 27 al 30 dicembre 2008.
Tra gi interventi più interessanti, assisteremo il 29 dicembre dalle 13-30 alle 16:30, alla presentazione di Crispin Sartwell del suo nuovo libro: Against the State (Contro lo Stato: Una Introduzione alla Teoria Politica Anarchica) e alla presentazione del libro: Anarchism/Minarchism: Is a Government Part of a Free Country? di Roderick T. Long e Tibor R. Machan.

I partecipanti:
John Hasnas (Università di Georgetown)
Charles Johnson (Molinari Institute)
Roderick T. Long (Università Auburn)
Jan Narveson (Università di Waterloo-Canada)
Crispin Sartwell (Università di Dickinson)
William Thomas (Atlas Society)
Jennifer McKitrick (University of Nebraska-Lincoln)
Christopher Morris (University of Maryland)
Nicole Hassoun (Carnegie Mellon University)

Se verrò a conoscenza di nuovi sviluppi vi terrò informati, vi lascio il sito (in inglese) dei programmi di lavoro del congresso : http://praxeology.net/molinarisoc.htm#programs

News da Filadelfia:

(in inglese)

L'intervento di Jan Narveson su Crispin Sartwell: (http://praxeology.net/molinarisoc-narveson08-2.htm)

L'intervento di Jennifer McKitrick su di Roderick Long: (http://praxeology.net/molinarisoc-mckitrick08.htm)

L'intervento di Roderick T. Long su Nicole Hassoun: (http://praxeology.net/molinarisoc-long08.htm)

Chris Morris : Anarchism vs. Minarchism (http://praxeology.net/molinarisoc-morris08.htm)

William Thomas: (http://praxeology.net/molinarisoc-thomas08.htm)

giovedì 25 dicembre 2008

Dedicato alla Secessione

Dedico questi giorni di festa a tutti i popoli che lottano per l'autodeterminazione e l'indipendenza.. Sperando che il 2009 sia un anno più libero e sereno.....








.... pensando alla Sardegna, e ad un futuro senza basi e senza Stato...



















E......buone feste:

mercoledì 24 dicembre 2008

Rockwell sulla natura dello Stato


Leggiamo questo articolo davvero eloquente scritto da Lew Rockwell : Learning About the State

Nel 17 secolo in America comincia a vedersi la comparsa dello stato come istituzione. Sotto questo approccio, i vari presidenti non usano le proprie risorse a vantaggio proprio. Sono una sorta di direttori. Quando muoiono, nulla cambia. Lo stato stesso assume una forma permanente. Non è eletto. Vive nonostante i cambi alla cima del potere. Gli Stati Uniti non hanno mai avuto un stato semplice. Il presidente doveva essere il direttore e sorvegliante di un piccolo stato che domina col permesso delle persone e con il minor numero di potere : le persone e il governo sono una sola cosa, e questo serviva da controllo sul potere. Questo era chiaramente un errore, una riflessione sbagliata del liberalismo classico. Infatti col trascorrere del tempo, gli Stati Uniti hanno assunto tutte le caratteristiche di un Stato Nazione che non rappresenta per nulla la popolazione. Sviluppò una burocrazia impressionate, specialmente dopo la fine del “spoils system.” Sviluppò la sua moneta monopolizzando e creando la sua propria valuta. Cominciò ad accrescere il suo corpo militare che divenì una vera e propria figura “professionale” imposta con la forza e per nulla una milizia libera di cittadini. Divenne casa di un milione di impiegati statali, fabbricò le loro carriere e lo stato si garantì la sua fonte di sicurezza economia.
Oggi, lo stato incarna tutte le caratteristiche peggiori dell' onnipotente, leviatano che è la meta di ogni cattivo-ragazzo sognatore politico. Lo possiamo vedere in operazioni di fusione finanziaria. I peggiori sono alla Segretaria della Tesoreria e alla testa di interessi economici, ed ognuno rappresenta il ''dato'' settore privato, insomma un élite finanziaria. Conducono le loro polizze basate sulla certezza dei proventi grazie sia a quello che rappresentano, e soprattutto attraverso la cooperazione con la burocrazia permanentemente trincerata attraverso i direttori finanziari che effettivamente dominano il paese.
Nasceva lo stato impersonale che detta condizioni come oggi lo conosciamo. Tutto ciò lo vediamo anche a lavoro nei partiti politici. McCain ed Obama sono stati rapidi a far approvare il salvataggio di stato con la motivazione dell'emergenza nazionale, così, chiaramente, accantonando le loro differenze politiche.
Differenze che vengono accantonate sempre! Questo è il modo di lavorare degli statali.

lunedì 22 dicembre 2008

Proteste, Polizia e metodo Stato a San Francisco


San Francisco 20 dicembre, alcune centinaia di Anarchici scendono in piazza per protestare contro la brutalità della polizia in solidarietà alle manifestazioni anti-polizia degli studenti greci. Una bella giornata, un gran dibattito e una buona visibilità. Risultato: 5 arresti.
La polizia ha fermato 5 anarchici accusandoli di aver frantumato delle vetrine di alcuni negozi.
Io continuerò a ripeterlo, ogni volta che ci sono queste lodevoli manifestazioni bisogna rispettare la proprietà, non invaderla e distruggerla. Lo stato si presenta come l’ordine e la certezza e l’Anarchia come il caos e il disordine, questa è l’unica proprietà che si deve abbattere. Ma tutti i miei dubbi sulla non correttezza dei nostri anarchici d’oltreoceano, svaniscono (e lo sapevo) nel momento in cui vengo a conoscenza che gli anarchici non hanno fatto proprio niente oltre che manifestare.
La notizia, dall’organo d’informazione dei left-libertarian: http://leftlibertarian.org/ (ricordo sempre noi left-libertarian siamo difensori del libero mercato e della proprietà privata), dove viene riportata la testimonianza di uno studente dell’Alliance che ci conferma che la polizia era dietro e chi gli anarchici erano avanti quindi se gli anarchici son passati senza rompere niente e la polizia era dietro, chi ha rotto queste vetrine?.... Come sempre il gioco dello stato, ordine apparente, distruzione dietro. Tutta la sequenza degli avvenimenti in inglese qui: http://www.indybay.org/newsitems/2008/12/18/18555410.php

Lodevole Manifestazione contro la repressione dello Stato.

La risposta a dieci obiezioni ad una società senza stato


di Roderick T. Long
dal Blog Di Luigi Corvaglia: http://luigicorvaglia.blogspot.com/

Traduzione di Maurizio Colucci (con la partecipazione di Luigi Corvaglia, traduttore del punto 5 e responsabile della modifica - mirata esclusivamente all' "eufonia" e non certo al miglioramento dello scritto in termini semantici - di alcune parti del precedente lavoro di Colucci). Note di M. Colucci.
Voglio parlare delle obiezioni principali che sono state mosse all'anarchismo libertario e tentare di rispondervi. Ma prima di cominciare ... vorrei esporre brevemente una ragione positiva in favore di una società libertaria.

Premessa: problemi del monopolio forzoso
Guardate la cosa da questo punto di vista: che cosa c'è che non va in un monopolio delle scarpe? Supponete che io e la mia banda siamo gli unici col permesso legale di produrre e vendere scarpe. Cosa c'è che non va? Beh, prima di tutto, dal punto di vista morale, la domanda è: perché proprio noi? Cosa abbiamo di speciale? ... Perché io e la mia banda avremmo il diritto di produrre e vendere qualcosa che nessun altro ha il diritto di produrre e vendere; di fornire un bene o servizio che nessun altro ha il diritto di fornire? Per quanto voi ne sappiate, sono solo un mortale, un altro umano come voi. Quindi da un punto di vista morale non ho diritto di farlo più di chiunque altro. Poi, naturalmente, da un punto di vista pragmatico e consequenzialista, qual è il risultato probabile del fatto che io e la mia banda abbiamo il monopolio delle scarpe? Prima di tutto, ci sono problemi di incentivo. Se sono l'unica persona che ha il diritto di fare e vendere scarpe, probabilmente non otterrete da me le scarpe a un buon prezzo. Posso farvi pagare quello che voglio, almeno fino a che il prezzo non è tale che non possiate più permettervele, o che decidiate che siete più felici senza scarpe. Ma in ogni caso vi chiederò il prezzo più alto che posso cavare da voi -- perché non avete alcun altro posto dove rivolgervi. Inoltre probabilmente non dovreste aspettarvi che le mie scarpe abbiano una qualità particolarmente alta, perché, dopotutto, fino a che le scarpe sono appena decenti, e fino a che le preferite ad andare a piedi scalzi, dovete comprarle da me. Oltre al fatto che probabilmente le mie scarpe saranno molto costose e non di gran qualità, il fatto che sono l'unica persona che può produrre e vendere scarpe mi dà un certo potere su di voi. Supponi che tu mi stia antipatico. Supponi che tu mi abbia offeso in qualche modo. Beh, forse dovrai andare per un po' in giro senza scarpe. Quindi ci sono anche problemi di abuso di potere. Ma non è solo un problema di incentivo. [Ci sono anche problemi di informazione.] Infatti, supponiamo che io sia un santo e che faccia per voi le migliori scarpe che riesco a fare, e che vi faccia pagare il prezzo più basso che posso, e che non abusi affatto del mio potere. Supponiamo anche che io sia completamente degno di fiducia. ... c'è ancora un problema, e cioè: come faccio a sapere che sto facendo un buon lavoro con queste scarpe? Dopotutto non ho concorrenti. Forse potrei fare dei sondaggi per cercare di scoprire che tipo di scarpe la gente vuole. Ma ci sono molti modi diversi in cui io potrei fare scarpe. Alcuni modi sono più costosi, altri meno. Come faccio a saperlo, senza un mercato, e quindi senza l'informazione che mi deriva dal profitto o dalle perdite? Devo tirare a indovinare. Quindi, anche se faccio del mio meglio, la quantità di scarpe che produco e la loro qualità potrebbero non essere le più adatte a soddisfare le preferenze delle persone. Ed io ho difficoltà a scoprirlo.
Il governo è un monopolio forzoso
Quindi queste sono le ragioni per non avere un monopolio forzoso della produzione e della vendita delle scarpe. A prima vista, queste sembrano anche buone ragioni per non dare a nessuno il monopolio dei servizi giudiziari, dei servizi di protezione, e di tutte quelle cose che potremmo chiamare "l'impresa della legge". Prima di tutto c'è la questione morale: perché una gang di persone ha il diritto di essere l'unico in un dato territorio ad offrire certi tipi di servizi legali e far applicare certe cose? E poi ci sono le domande economiche: quali saranno gli incentivi? Anche questo è un monopolio. Sembra probabile che, essendo i clienti costretti a rivolgersi a loro, essi faranno pagare prezzi più alti di quanto farebbero altrimenti, e offriranno una qualità inferiore. Potrebbe esserci anche qualche occasionale abuso di potere. E poi, anche se riesci ad evitare tutti questi problemi, e riesci a far arrivare al governo dei santi, c'è sempre il problema di informazione: come fanno sapere che il modo in cui stanno fornendo i servizi legali (la particolare combinazione di servizi legali che stanno fornendo) sia davvero la migliore? Visto che non c'è concorrenza, non c'è modo per loro di sapere se potrebbero fare di meglio. Lo scopo di queste considerazioni è spostare l'onere della prova sull'interlocutore. A questo punto, colui che si oppone alla concorrenza nei servizi di protezione e arbitrato deve produrre delle obiezioni.

DIECI OBIEZIONI ALL'ANARCHISMO LIBERTARIO

1) il governo non è un monopolio coercitivo
Un'obiezione che viene a volte sollevata non è tanto un'obiezione all'anarchismo quanto un'obiezione all'argomento morale in favore dell'anarchismo. L'obiezione dice: guarda, lo Stato non è veramente un monopolio coercitivo. Non è vero che le persone non hanno dato il loro consenso. Esiste un senso in cui le persone hanno acconsentito al sistema esistente: decidendo di vivere dentro i confini di un certo territorio, accettando i benefici che il governo offre, e così via. Proprio come, se tu entri in un ristorante e ti siedi e dici che vuoi una bistecca, non devi esplicitamente dire che sei disposto a pagare; è una cosa implicita. Con l'atto di sederti al ristorante e chiedere la bistecca, stai acconsentendo a pagarla. Analogamente, secondo questo argomento, se tu ti siedi nel territorio di un dato Stato, ed accetti il beneficio della protezione della polizia o qualcosa del genere, allora hai implicitamente acconsentito a rispettare i suoi requisiti. Notate che, anche se questo argomento fosse corretto, non risolverebbe la questione pragmatica se lo Stato sia il miglior sistema dal punto di vista del funzionamento. Ma credo che ci siano dei problemi già nell'argomento in questione. È certamente vero che, se entro nella proprietà di altri, sembra che ci sia una specie di aspettativa: finché mi trovo nella loro proprietà, devo fare come dicono. Devo seguire le loro regole. Se non voglio seguire le loro regole, allora me ne devo andare. Ad esempio, io ti invito a casa mia, e, quando tu entri, dico "devi indossare questo strano cappello". E tu dici "perchè?" e io dico "Beh, è così che funziona a casa mia. Tutti devono indossare lo strano cappello. Sono le mie regole.". Ebbene, in questo caso tu non puoi dire "Non indosso lo strano cappello ma resto comunque qui". Queste sono le mie regole; possono essere sciocche, ma posso farlo. Adesso, supponi di essere a casa tua e di stare cenando. Io sono il tuo vicino di casa. Vengo e busso alla tua porta. Tu apri la porta, io entro e dico: "Devi indossare lo strano cappello". E tu dici: "E perché mai?". E io dico "Beh, sei venuto a vivere vicino a me, no? Così facendo, hai acconsentito". E tu dici "Aspetta un secondo! Quando ho acconsentito a una cosa del genere?" Credo che la persona che sostiene quell'argomento stia già assumendo che il governo abbia qualche giurisdizione legittima su questo territorio. E poi dicono: ora, chiunque sia nel territorio sta acconsentendo alle regole prevalenti. Ma stanno assumendo ciò che cercano di dimostrare, cioè che questa giurisdizione sul territorio sia legittima. Se non lo è, allora il governo è solo un gruppo di persone come un altro che risiede in questo vasto territorio geografico. Ma io ho la mia proprietà, che non è la loro (o quantomeno non mi hanno dato alcun argomento che suggerisce che sia loro). Quindi, il fatto che io sto vivendo in "questo paese" significa solo che sto vivendo in una regione geografica sulla quale loro accampano certe pretese. Ma la domanda è se queste pretese siano legittime. Non puoi assumerlo mentre cerchi di provarlo. Un'altra cosa: uno dei problemi di questi argomenti del "contratto sociale implicito" è che non è chiaro quale sia il contratto. Nel caso in cui ordini cibo al ristorante, tutti sanno abbastanza bene quale è il contratto. Quindi in questo caso è possibile impostare un argomento sul consenso implicito. Ma nessuno suggerirebbe che è possibile comprare una casa nello stesso modo. Ci sono così tante regole. Quando è una cosa complicata, nessuno direbbe "hai dato il consenso quando hai mosso la testa leggermente a un certo punto" o qualcosa del genere. Devi scoprire che cosa c'è davvero nel contratto. A che cosa stai acconsentendo? Se nessuno sa quali sono i dettagli del contratto, non è un argomento persuasivo. Ok, da questo punto in poi la maggior parte degli argomenti di cui parlerò sono pragmatici, o un misto tra morali e pragmatici.
2) Hobbes: il governo è necessario per la cooperazione
Probabilmente l'argomento più famoso contro l'anarchia è quello di Hobbes. L'argomento di Hobbes è: vedete, la cooperazione umana, la cooperazione sociale, richiede una struttura legale sottostante. La ragione per cui possiamo fidarci gli uni degli altri è che sappiamo che ci sono forze legali che ci puniranno se violiamo i diritti dell'altro. Io so che mi puniranno se violo i tuoi diritti, ma puniranno anche te se violi i miei. Quindi io posso fidarmi di te senza preoccuparmi della tua personalità. Devo solo confidare nel fatto che tu sarai intimidito dalla legge. Quindi, la cooperazione sociale richiede questa intelaiatura legale tenuta in piedi dalla forza fisica dello Stato. Beh, qui Hobbes sta assumendo un bel po' di cose allo stesso tempo. Primo, sta assumendo che non possa esserci alcuna cooperazione sociale senza la legge. Secondo, sta assumendo che non ci può essere alcuna legge se non c'è dietro una forza fisica che la faccia applicare. Terzo, sta assumendo che solo uno Stato monopolista possa far applicare la legge con la forza. Ma tutte queste assunzioni sono false. Primo, è certamente vero che la cooperazione può emergere, ed emerge, senza la legge. Forse non in modo così efficiente come emergerebbe con la legge, tuttavia emerge. C'è un libro, L'ordine senza la legge, di Robert Ellickson, in cui si illustra come i vicini risolvono le dispute. Offre molti esempi. Ad esempio, cosa succede se la mucca di un contadino entra nel terreno di un altro contadino: risolvono la disputa mediante accordi reciproci e la consuetudine. E non c'è alcuna intelaiatura legale per risolverla. Forse tutto ciò non è abbastanza per un'economia complessa, ma certamente mostra che si può avere qualche tipo di cooperazione senza una struttura legale. Secondo, si può avere una struttura legale che non sia supportata dalla forza. Un esempio è la legge dei mercanti (Law Merchant) nel medioevo: un sistema di legge commerciale che era tenuto in piedi dalle minacce di boicottaggio. Boicottare non significa usare la forza. E' un atto pacifico. Eppure, avevamo commercianti che stipulavano tutti questi contratti, e, se non rispettavi il contratto, la corte semplicemente diceva a tutti "questa persona non ha rispettato il contratto; tenetelo in considerazione se farete un altro contratto con lui". Terzo, è del tutto possibile avere un sistema legale formale che sia sostenuto dalla forza ma che non sia monopolistico. Visto che ad Hobbes non viene neppure in mente questa possibilità, non dà neppure alcun argomento contro di esso. Ma possiamo certamente trovare esempi storici. La storia dell'Islanda medioevale, ad esempio, in cui non c'era alcun organo centrale dell'applicazione della legge. Sebbene ci fosse qualcosa che si potrebbe forse definire governo, non aveva alcun ramo esecutivo. Non aveva polizia, non aveva soldati, non aveva niente. Aveva una specie di sistema di corti di giustizia in concorrenza tra loro. Ma poi, dopo che le corti emettevano la sentenza, non si curavano dell'applicazione. E dei sistemi si sono evoluti automaticamente per svolgere questa funzione.
3) Locke: tre "inconvenienti" dell'anarchia
Degli argomenti più interessanti provengono da Locke. Egli sostiene che l'anarchia ha tre "inconvenienti". ... in ogni modo era più ottimista di Hobbes. Pensava che la cooperazione potesse emergere, sulla base di propensioni morali da una parte e interesse personale dall'altra. Locke pensava che ci fossero tre problemi. Un problema è che in una società anarchica non ci sarebbe un corpo generale di leggi, generalmente noto a tutti, e concordato da tutti, e compreso da tutti. Le persone possono afferrare certi principi di base del diritto naturale, ma la loro applicazione e i dettagli precisi sarebbero stati sempre controversi. Anche tra i libertari non c'è un accordo totale sui dettagli. Quindi, anche in una società di libertari pacifici che cooperano tra di loro, ci saranno disaccordi sui dettagli. E quindi, se non c'è un corpo generale di legge che tutti conoscono in anticipo, e su cui tutti possono contare nel prendere le decisioni, allora non può funzionare. Questo era il primo argomento di Locke. Deve esserci un corpo legale universale che si applica a tutti e che tutti conoscano in anticipo. Secondo, c'è un problema di applicazione della legge. Pensava che senza un governo non hai abbastanza potere unificato per far rispettare la legge. Abbiamo soltanto individui che applicano la legge per conto loro, individui che sono troppo deboli, non abbastanza organizzati, e quindi potrebbero essere sconfitti da una gang di banditi o qualcosa del genere. Terzo, locke diceva che non ci si può fidare delle persone quando sono giudici di se stessi. Se due persone hanno un disaccordo, e uno dice, "io conosco il diritto naturale e lo applicherò con te", beh, le persone tendono ad essere di parte, e troveranno più plausibile quell'interpretazione del diritto naturale che è più favorevole a se stessi. Non ci si può fidare delle persone quando giudicano se stessi, quindi dovrebbero essere obbligati moralmente a sottoporre le loro dispute a un arbitro. Forse in casi di emergenza possono ancora difendersi da soli, sul posto, ma, per altri casi in cui non sia una questione di autodifesa immediata, devono delegare questo ad un arbitro, una terza parte. Cioè lo Stato. Locke pensa che questi problemi esistano in anarchia e che non ci sarebbero con il governo, o almeno con il governo giusto. Ma io credo che sia vero esattamente l'opposto. Credo che l'anarchia possa risolvere tutti e tre questi problemi, e che lo Stato, per sua stessa natura, non possa risolverli. Esaminiamo prima la questione dell'universalità, cioè avere un corpo di legge universalmente noto che le persone possono conoscere in anticipo e su cui possono contare. [Uniformità e prevedibilità.] Ora, una cosa simile può emergere in un sistema non statale? Si dà il caso che sia emerso proprio questo con la Legge Mercantile, precisamente perché lo Stato non lo forniva. Una delle cose che fecero emergere la legge mercantile è che tutti gli Stati d'Europa avevano leggi diverse per quanto riguarda i commercianti. Erano tutte diverse. Una corte in Francia non riteneva valido un contratto fatto in Inghilterra sotto le leggi inglesi, e viceversa. E quindi, i mercanti avevano difficoltà a fare scambi internazionali poiché non c'era un sistema uniforme di legge commerciale per tutta l'Europa. Quindi i mercanti si sono riuniti e hanno detto "bene, facciamocela da soli. Le corti vengono fuori con queste regole tutte diverse, e non rispettano le decisioni gli uni degli altri, quindi noi ignoriamole, e creiamo il nostro sistema legale". Quindi questo è un caso in cui l'uniformità e la prevedibilità sono state prodotte dal mercato e non dallo Stato. E potete vedere che questo non è sorprendente. Coloro che forniscono un sistema privato hanno interesse a renderlo uniforme e prevedibile, se questo è ciò di cui i clienti hanno bisogno. Questo per la stessa ragione per cui non trovate sul mercato bancomat di forma triangolare. Per quanto ne so, non c'è alcuna legge che dice che non puoi produrre un Bancomat triangolare. Ma se qualcuno provasse a metterlo sul mercato, semplicemente non sarebbe popolare perché non si adatterebbe alle macchine esistenti. Quando la gente ha bisogno della diversità, quando la gente ha bisogno di sistemi diversi per persone diverse, il mercato fornisce proprio questo. Ma ci sono dei casi in cui è meglio l'uniformità. Il tuo Bancomat ha maggior valore per te se tutti gli altri usano lo stesso tipo, o un tipo compatibile, così che puoi usare qualunque distributore ovunque tu vada; quindi i mercanti, se vogliono avere un profitto, forniranno uniformità. Quindi il mercato ha incentivo a fornire uniformità, mentre il governo non ha necessariamente questo incentivo. Per quanto riguarda la questione di avere forza sufficiente per organizzarti e difendere i diritti delle persone... beh, non c'è ragione per cui non puoi avere organizzazione con l'anarchia. Anarchia non significa che ognuno si fa le scarpe da sé. L'alternativa al governo che fornisce le scarpe non è che tutti si fanno le scarpe da sé. Analogamente, l'alternativa al governo che fornisce i servizi legali non è che tutti si fanno giustizia da sé, o che tutti devono essere poliziotti di se stessi. Non c'è ragione per cui la gente non si possa organizzare in vari modi. Anzi, se ti preoccupa l'idea di non avere forza sufficiente per resistere a un aggressore, allora un governo monopolista è un aggressore molto più pericoloso di una qualunque gang di banditi, perché ha concentrato tutto questo potere in un unico punto della società. Cosa più interessante, credo che l'argomento sull'essere giudici di se stessi si rivolti contro Locke. Prima di tutto non è un buon argomento in favore dell'esistenza di un monopolio. Infatti, dalla frase "tutti dovrebbero sottoporre le loro dispute a una terza parte", è fallace dedurre che "dovrebbe esserci un'unica terza parte a cui tutti sottopongono le loro dispute". È come se da "tutti amano almeno un programma tv" noi deducessimo "esiste un programma tv che è amato da tutti". Semplicemente non segue. Puoi avere che tutti sottopongono le loro dispute a una terza parte senza che ci sia una terza parte a cui tutti sottomettono le loro dispute. Supponi che ci siano tre persone su un'isola. A e B possono sottoporre le loro dispute a C, A e C possono sottoporre le loro dispute a B, e B e C possono sottoporre le loro dispute ad A. Quindi non c'è bisogno di un monopolio per realizzare il principio che le persone dovrebbero sottoporre la loro dispute a una terza parte. Ma soprattutto: non solo non è necessario un governo, ma un governo è esattamente ciò che non può soddisfare questo principio. Perché se tu hai una disputa con il governo, il governo non sottopone questa disputa a una terza parte. Se hai una disputa con il governo, sarà risolta in una corte del governo (se sei fortunato. Se sei sfortunato e vivi sotto uno di quei governi più brutali, non arriverai neanche a una corte). Ora, naturalmente, è meglio se nel governo c'è una divisione dei poteri, in modo che ci siano più controlli e bilanciamenti, e così via. È un po' meglio, perché è più simile alla situazione in cui ci sono terze parti. Ma comunque sono tutte parti dello stesso sistema: i giudici vengono pagati con i soldi delle tasse e così via. Insomma, non è che non si possono avere approssimazioni migliori e peggiori di questo principio con vari tipi di governo. Però, finché è un sistema di monopolio, esso, per sua stessa natura, è in un certo senso privo di legge. In ultima istanza non sottopone mai le sue disputa una terza parte.
4) Ayn Rand: le agenzie di protezione private combatteranno fra loro
Questo è probabilmente l'argomento più popolare contro una società libertaria, sostenuto da Ayn Rand. Prendiamo il seguente scenario: io credo che tu abbia violato i miei diritti, e tu credi che non sia così. Io chiamo la mia agenzia di protezione e tu chiami la tua agenzia di protezione. Il caso vuole che i giudici delle rispettive agenzie di protezione non siano d'accordo su chi di noi ha torto. A questo punto, chiede Rand, perché le due agenzie non dovrebbero semplicemente combattere? Cosa garantisce che non combatteranno? La risposta naturalmente è che niente garantisce che non combatteranno. Gli esseri umani hanno libero arbitrio. Possono fare qualunque pazzia. Potrebbero combattere. Allo stesso modo, George Bush potrebbe decidere di premere domani il pulsante della bomba nucleare. La gente può fare ogni genere di cosa. Ma la domanda è: cosa è più probabile? Chi ha più probabilità di risolvere le proprie dispute mediante la violenza: un governo o un'agenzia di protezione privata? Beh, la differenza è che le agenzie di protezione private devono sopportare i costi delle proprie decisioni di andare in guerra. Andare in guerra è costoso. Se devi scegliere tra diventare cliente di due agenzie di protezione, e una delle due risolve le sue dispute con la violenza la maggior parte delle volte, e l'altra risolve le sue dispute con l'arbitrato la maggior parte delle volte, che cosa sceglierai? Certo potresti pensare: "voglio quella che risolve le dispute con la violenza. E' una figata". Ok, ma ti costerà di più. La domanda è: quanto fanatico sei? Certo, potresti essere così fanatico che accetterai di pagare una tariffa più alta. Ma molti altri clienti diranno "scelgo quell'agenzia che non mi fa pagare soldi extra per la violenza". Questo nella società anarchica. Invece i "clienti" dei governi sono costretti ad essere clienti di quei governi; non possono andare da un'altra parte. Vengono tassati comunque. Quindi, se un governo decide di andare in guerra, non deve temere che i suoi clienti passino ad un'altra agenzia di protezione. Quindi i governi possono scaricare sui cittadini i costi della guerra in modo molto più efficace di quanto possano farlo le agenzie di protezione..
5)Robert Bidinotto: Non c’è un arbitro finale per le dispute
Un’obiezione comune – la si trova, ad esempio, in Robert Bidinotto, che è un randiano che ha scritto un gran numero di articoli contro l’anarchia - (Io e lui abbiamo una sorta di dibattito online in corso su questo) – e la cui principale obiezione all’anarchia è che in anarchia, non c’è un arbitro finale nelle dispute. Sotto il governo, un qualche arbitro finale ad un qualche punto arriva a risolvere le dispute in un modo o in un altro. Bene, in anarchia, dato che non c’è alcuna agenzia che ha il diritto di definire le cose una volta per tutte, non c’è arbitro finale, così le dispute, in un certo senso, non finiscono mai e non vengono mai risolte, rimangono sempre aperte.
Quindi qual è la risposta a ciò? Bene, penso che ci sia un’ambiguità sul concetto di arbitro finale. Per “arbitro finale” si potrebbe intendere l’arbitro finale in termini platonici. In altre parole, qualcuno o qualcosa o qualche istituzione che in qualche modo garantisce in modo assoluto che la disputa è chiusa per sempre, che garantisce in assoluto la risoluzione. Oppure, per “arbitro finale” si può semplicemente intendere qualche persona o processo o istituzione o qualcos’altro che in modo più o meno affidabile garantisce il più delle volte che questi problemi sono risolti.
Ora, è vero che nel senso platonico di un' assoluta garanzia di un arbitro finale – in quel senso, l’anarchia non ne produce affatto. Ma non lo fa neppure qualunque altro sistema. Prendiamo la repubblica costituzionale miniarchica del tipo che gode dei favori di Bidinotto. C’è un arbitro finale sotto questo sistema, nel senso di qualcuno che garantisce assolutamente la fine del processo di disputa per sempre? Bene, io ti faccio causa, o mi viene fatta causa, o sono accusato di qualcosa – sono in qualche tipo di situazione da tribunale. Perdo. Mi appello. Mi appello alla Corte Suprema. Mi vanno contro. Faccio pressione sul congresso per cambiare le leggi in modo che mi favoriscano. Non lo fanno. Così io provo a fare un movimento per un Emandamento Costituzionale. Che fallisce, cosicchè provo a mettere insieme delle persone nuove affinché votino al Congresso qualcuno che voti a favore. In un certo qual modo, posso andare avanti per sempre. La disputa non è finita. Eppure, come dato di fatto, la maggior parte delle cause legali in effetti finisce. Qualcuno trova troppo costoso continuare a combattere. Similmente, in anarchia - ovviamente non c’è chi possa garantire che il conflitto non andrà avanti all’infinito. Ci sono ben poche garanzie che un’armatura calzi a pennello. Ma non ci sono ragioni per non aspettarsi che funzioni.
6) il diritto di proprietà non può emergere dal mercato
Un altro argomento popolare, usato spesso dai seguaci di Ayn Rand, è che gli scambi di mercato presuppongono l'esistenza di un diritto di proprietà. Io e te non possiamo scambiarci beni e servizi, o soldi e servizi, o cose del genere, se non c'è già in partenza una struttura stabile di diritti di proprietà che ci assicuri di quali proprietà abbiamo. Visto che il mercato, per poter funzionare, presuppone un diritto di proprietà preesistente, allora il diritto di proprietà stesso non può essere prodotto del mercato. Il diritto di proprietà deve emergere in qualche modo; non sanno bene da dove, ma dal mercato non può emergere (forse pensano che emerga da qualche robot infallibile o cose del genere). Insomma loro ragionano così: a un certo momento non esiste questo diritto di proprietà, e non stanno avvenendo transazioni di mercato; tutti stanno aspettando che l'intera struttura legale sia in piedi. E poi, quando la struttura è completa, possiamo finalmente cominciare a fare scambi. Certamente è vero che non puoi avere mercati funzionanti senza un sistema legale funzionante. Ma non è che prima si costruisce il sistema legale, e poi, l'ultimo giorno, quando finalmente si finisce di mettere insieme il sistema legale, la gente comincia a fare scambi. Queste cose si evolvono insieme. Le istituzioni legali ed economiche nascono in parallelo, nello stesso posto e nello stesso tempo. Il sistema legale non è una cosa indipendente dall'attività che regolamenta. Dopo tutto, il sistema legale, ripeto, non è un robot o un dio o qualcosa di separato da noi. L'esistenza di un sistema legale consiste nelle persone che vi obbediscono. Se tutti ignorassero il sistema legale, esso non avrebbe alcun potere. Quindi, se il sistema sopravvive, è solo perché le persone generalmente lo rispettano. Anche il sistema legale quindi dipende dal sostegno volontario. Credo che una ragione per cui molte persone sono spaventate dall'anarchia è che pensano che sotto un governo ci sia una specie di garanzia, che in anarchia viene perduta. Che in qualche modo ci sia una struttura solida di fondo a cui possiamo sempre appigliarci nel caso peggiore, una struttura che invece non esiste in anarchia. Ma questa struttura solida di fondo è solo il prodotto di persone che interagiscono in base agli incentivi che hanno. Eppure, quando gli anarchici dicono che le persone in anarchia probabilmente avrebbero incentivi per fare questo o quello, le altre persone rispondono "Ma non è sufficiente! Non voglio che sia soltanto probabile che abbiano gli incentivi di fare questo. Voglio che il governo garantisca assolutamente che lo faranno!" . Ma il governo è fatto di persone. E a seconda di quale è la struttura costituzionale del governo, queste persone hanno probabilità di fare una cosa o un'altra. Non è possibile creare una costituzione che garantisca che le persone del governo si comportino in un modo preciso. Si può creare una costituzione in modo tale che abbiano più probabilità di fare questo e meno probabilità di fare quello. L'anarchia è solo un'estensione del concetto di "controlli e bilanciamenti"; è un sistema che fornisce più controlli e bilanciamenti tra i poteri rispetto a una Costituzione. Per esempio, la gente dice "Che cosa garantisce che le diverse agenzie risolveranno le cose in un dato modo?" Beh, la Costituzione degli Stati Uniti non dice nulla su che cosa succede quando rami diversi del governo sono in disaccordo su come risolvere le cose. Non dice cosa succede se la corte suprema pensa che una cosa sia incostituzionale ed il Parlamento pensa che non lo sia, e vuole procedere comunque. Ad esempio è ben noto che la costituzione non dice che cosa succede se c'è una disputa tra gli Stati e il governo federale. Non è sempre esistito il sistema attuale, in cui se la corte suprema dichiara che una cosa è incostituzionale, poi il Parlamento e il presidente non cercano più di farlo (o cercano di farlo di meno). Ricordate, quando Andrew jackson era presidente: la corte suprema dichiarò che ciò che Jackson stava cercando di fare era incostituzionale. Lui rispose soltanto "beh, hanno preso la loro decisione, vediamo se riescono ad applicarla". La costituzione non dice se ciò che Jackson ha fatto era la cosa giusta. La soluzione che seguiamo oggi è quella che è emersa dalla consuetudine. Forse siete a favore, forse siete contro; in ogni caso questa soluzione non è stata mai codificata nella legge.
7) Il crimine organizzato prenderà il controllo
Una obiezione è che sotto l'anarchia il crimine organizzato assumerà il controllo. Beh, tutto può darsi. Ma è probabile? Il crimine organizzato ottiene il suo potere perché si specializza in cose che sono illegali; cose come la droga, la prostituzione eccetera. Negli anni in cui l'alcol era proibito, il crimine organizzato si specializzava nel traffico di alcol. Oggi, non sono tanto interessati al commercio di alcol. Quindi il potere del crimine organizzato dipende in gran parte dal potere del governo. E' una specie di parassita che vive delle attività del governo. Il governo crea i mercati neri vietando certe cose. ... Il crimine organizzato si specializza in questo. Quindi credo che il crimine organizzato sarebbe più debole, non più forte, in un sistema libertario.
8) I ricchi comanderanno
Se trasformi i sistemi legali in un bene economico, la giustizia non si schiererà semplicemente dalla parte di chi offre di più? ... Ma sotto quale sistema i ricchi sono più potenti? Sotto il sistema attuale o sotto l'anarchia di mercato? Certamente, se sei ricco, in entrambi i sistemi hai molti vantaggi. È bello essere ricchi. Sei sempre in una posizione migliore per corrompere le persone con le tangenti. Ma, sotto il sistema attuale, il potere dei ricchi è moltiplicato. Supponi che io sia una persona ricca e malvagia, e che voglia convincere lo Stato a fare una certa cosa che costa al Paese un milione di dollari. Devo forse corrompere qualche burocrate con una tangente di un milione di dollari? No. Perché non sto chiedendo al burocrate di fare quella cosa con i suoi soldi. Ovviamente, se gli stessi chiedendo di farlo con i suoi soldi, e volessi convincerlo a perdere un milione, non potrei offrire una tangente minore di un milione. Dovrei offrire almeno un milione e un centesimo. Ma i burocrati amministrano i soldi altrui; i soldi delle tasse, che non sono di loro proprietà. ... Quindi tutto ciò che devo fare è dare al burocrate una tangente piccola, diciamo mille dollari, e lui indirizzerà questo milione di dollari di tasse dei contribuenti verso il mio progetto preferito. Quindi il potere di corruzione dei miei soldi è moltiplicato. Invece, se tu fossi un'agenzia di protezione privata, e io cercassi di farti fare qualcosa che costa un milione, dovrei darti una tangente di più di un milione. Quindi il potere dei ricchi è in realtà diminuito sotto l'anarchia di mercato. E naturalmente, qualunque corte di giustizia privata che si facesse la reputazione di discriminare a favore dei milionari contro i poveri avrebbe presumibilmente anche la reputazione di discriminare a favore dei miliardari contro i milionari. Quindi i milionari non vorrebbero sempre avere a che fare con quest'agenzia. Vorrebbero avere a che fare con essa solo quando stanno trattando con persone più povere, non più ricche. Insomma, gli effetti di un simile comportamento sulla reputazione non sarebbero troppo popolari. Per chi si preoccupa delle vittime povere che non possono permettersi i servizi legali ... si può fare ciò che facevano nell'Islanda medioevale: se qualcuno ti ha danneggiato, ricevi un titolo che ti dà il diritto di riscuotere con la forza un certo risarcimento da quella persona. Se sei troppo povero per pagare un'agenzia che riscuota materialmente questo risarcimento, puoi comunque vendere questo titolo (o parte del titolo) a qualcun altro. E' come quando assumiamo un avvocato con la modalità di pagamento "contingency fee": gli promettiamo una parte dei guadagni in caso di vittoria (cioè di fatto vendiamo all'avvocato una parte del diritto al risarcimento).Insomma, tu povero puoi vendere il diritto al risarcimento a qualcuno che sia nella posizione di riscuotere quei soldi e di applicare la legge.
9) Robert Bidinotto: le masse vorranno leggi cattive
Un'altra preoccupazione di Bidinotto (che in certo senso è l'esatto contrario della preoccupazione che i ricchi governeranno) è questa:
"Come dice Mises, il mercato è come una grande democrazia, dove c'è la sovranità dei consumatori, e la massa ottiene qualunque cosa vuole. Questa è una bella cosa quando si tratta di frigoriferi e automobili e cose del genere. Ma sicuramente non è una bella cosa quando si tratta delle leggi. Perché dopo tutto le masse sono un mucchio di sciocchi ignoranti e intolleranti; se possono ottenere qualunque legge vogliano, chissà quali orribili cose potranno fare."Ma c'è una differenza tra la democrazia economica di Mises e la democrazia politica: nella democrazia economica , è vero che la gente ottiene ciò che vuole, ma stavolta deve pagare per averlo. Ora, è perfettamente vero che, se certe persone sono abbastanza fanatiche e vogliono fortemente imporre ad altre persone delle cose perverse, e se hai un gruppo di persone abbastanza grande e abbastanza fanatico che vuole far ciò, allora l'anarchia potrebbe non condurre a un risultato libertario. In California, abbiamo abbastanza persone che sono completamente fanatiche sul vietare il fumo. In Alabama, vogliono bandire l'omosessualità anziché il fumo. (E nessuno dei due vorrebbe bandire l'altro, credo) ... In questo caso potrebbe succedere effettivamente che, nella democrazia economica, le persone siano così fanatiche da vietare la cosa in questione. Ma ricordate che dovranno pagare per questo. Quindi, quando a fine mese ti arriva a casa la bolletta da pagare, ci sarà scritto questo: "Ecco la quota da pagare per il servizio di base (proteggerti dall'aggressione). Ah, e poi, naturalmente, c'è la tariffa aggiuntiva per quell'altra piccola cosa (sbirciare nella finestra del tuo vicino per assicurarsi che non stia fumando tabacco, o praticando omosessualità, o qualunque altra cosa).A questo punto le persone veramente fanatiche diranno "Sì, mi sta bene pagare soldi extra per questo servizio". Ma, se non sono così fanatiche, diranno "Beh, se tutto ciò che devo fare è entrare in una cabina elettorale e votare per queste leggi che restringono la libertà degli altri, allora lo faccio volentieri; andare a votare non mi costa niente." Ma se devono veramente pagare per queste leggi, diranno "Ehm, forse, dopo tutto, posso chiudere un occhio... Forse posso farmi i cavoli miei."(Inoltre, se le persone sono così fanatiche, neppure il cosiddetto "stato minimo" risolve il problema. Quindi i sostenitori dello "stato minimo" (o minarchici) non si trovano su un terreno più solido.).
10) Robert Nozick e Tyler Cowen: le agenzie di protezione diventeranno un governo di fatto
Quest'ultima domanda fu sollevata in origine dal filosofo Robert Nozick e fu elaborata ulteriormente dall'economista Tyler Cowen. Nozick disse: supponi che ci sia l'anarchia. [Io e te abbiamo una disputa, e siamo clienti di due agenzie diverse. I giudici delle rispettive agenzie sono in disaccordo su chi di noi due ha ragione.] In questo caso, succederà una di queste due cose: o le agenzie di protezione combatteranno (ma abbiamo già discusso questa eventualità) oppure si accorderanno stipulando in anticipo dei contratti mutui di arbitrato . Che succede in quest'ultimo caso, in cui le agenzie si impegnano in anticipo a risolvere le loro dispute con contratti vicendevoli di arbitrato? Beh, in questo caso, secondo Nozick, le agenzie in questione diventano un governo. E si tornerebbe di nuovo allo Stato. Poi Cowen spinge questo argomento oltre. Dice che ciò che succede è che le agenzie, facendo simili accordi, creano un cartello, e sarà nell'interesse di questo cartello trasformarsi a sua volta in un governo. Se nasce una nuova agenzia a fare concorrenza al cartello, il cartello può semplicemente boicottarla. Proprio come, se tu produci un nuovo Bancomat, è nel tuo interesse che questo Bancomat sia compatibile con le macchine esistenti, così, se tu fondi una nuova agenzia di protezione, è nel tuo interesse diventare parte del sistema di contratti di arbitrato che viene già osservato dalle agenzie esistenti. I clienti non verranno da te se scoprono che tu non hai stretto alcun accordo con le altre agenzie circa cosa deve accadere se un giorno ti troverai in conflitto con queste altre agenzie. Ma in questo caso il cartello sarà in grado di tenere ogni nuova agenzia fuori dal mercato, semplicemente rifiutandosi di fare accordi con essa (boicottaggio).
Potrebbe succedere una cosa del genere? Certo. Potrebbe anche succedere che metà delle persone degli Stati Uniti domani si suicidino in massa. Ma la domanda è: è probabile che questo cartello riesca ad abusare del suo potere in questo modo? Il problema è che i cartelli sono instabili per le solite ragioni. Questo non significa che è impossibile che un cartello abbia successo. Dopo tutto le persone hanno libero arbitrio. Ma è improbabile, perché gli stessi incentivi che portano a formare il cartello ti portano anche a cercare di imbrogliarlo -- perché è sempre nell'interesse di chiunque si trovi dentro il cartello fare accordi con chi sta fuori. L'economista Bryan Caplan distingue tra boicottaggi auto-alimentanti e boicottaggi non-auto-alimentanti. I boicottaggi auto-alimentanti sono quelli dove il boicottaggio è stabile, perché è un boicottaggio contro, ad esempio, un uomo d'affari che imbroglia i suoi partner di affari. Ora, è chiaro che non devi avere una volontà morale di ferro per evitare di fare affari con le persone che imbrogliano i partner di affari. Hai degli interessi personali per non fare affari con queste persone. Ma pensate alla decisione di rinunciare a uno scambio vantaggioso con qualcuno perché non vi piace la sua religione o qualcosa del genere; oppure perché costui è membro di un'agenzia di protezione che non ti piace; o perché gli altri membri nel cartello di boicottaggio ti hanno detto di non trattare con lui. Beh, questo boicottaggio potrebbe funzionare. Forse abbastanza persone (e forse tutti) nel cartello sono così decise a mantenere in vita il cartello, e semplicemente decideranno di non avere rapporti con quella persona. È possibile? Sì. Ma se assumiamo che abbiano formato il cartello di boicottaggio per interesse economico personale, allora l'interesse economico personale è esattamente quello che porterà alla sua distruzione, perché è nell'interesse individuale di ciascun membro del cartello avere rapporti con questa persona.

domenica 21 dicembre 2008

Il Mito Del Socialismo come Statalismo


Rflettendo su cosa è e cosa non è il ''socialismo'' ho trovato davvero interessante questo articolo di Larry Gambone:

In principio i socialisti previdero chi dovesse controllare l'economia? Pensarono che doveva essere lo stato? Favorirono la nazionalizzazione? O cercavano completamente qualche cos' altro? Diamo un'occhiata, ritornando al tardo 18 secolo, e osserviamo cosa dicevano importanti pensatori e organizzazioni socialiste:

Thomas Spence: terra ed industria possedute da tutti i coltivatori e lavoratori che votavano come azionisti.
San Simon: un sistema di società per azioni volontarie.
Socialisti Ricardaini: cooperative di lavoro.
Owen: comunità intenzionali e cooperative.
Fourier – the Phlanistery – : una comunità intenzionale.
Cabet: industria posseduta dal municipio (“il comune” in francese).
Flora Tristan: cooperative di lavoratori.
Proudhon: lavoratori finanziati da una banca che univa in una sorta di unione di credito che pubblicava soldi.
Greene: sistema tecnico bancario che permetteva ai coltivatori e lavoratori di possedere.
Marx: “sistema nazionale di produzione cooperativa”.
Tucker: sistema tecnico bancario che permetteva ai coltivatori e lavoratori di possedere e di produrre.
Dietzgen: produzione cooperativa.
IWW: organizzazione democratica delle unioni industriali .

Bene? Dove è lo statalismo? Tutti questi socialismi hanno una cosa in comune, un desiderio di creare un'economia dove ognuno è protagonista e proprietario.
Perché La Confusione?
Lo stato ebbe un ruolo nei partiti Marxisti della Seconda Internazionale. Ma il suo ruolo era non nazionalizzare le industrie e creare un stato burocratico ed un' enorme economia socialista
I socialisti entrarono però nel Parlamento ed adottarono lo statalismo riformista. Poi la IWW intervenne, mentre le correnti dei lavoratori si dividevano in fazioni ostili. Poi, sotto l'influenza del Fabianesimo, degli Stalinisti ed il “il successo” del capitalismo statale nelle nazioni belligeranti, la definizione di socialismo cominciò a cambiare da una matrice democratica e favorevole alla proprietà ad una controllata, pianificata,centralizzata insomma statalismo. La democrazia sociale del dopoguerra continuò ad adottare ed a rafforzare lo statalismo. Ciò che è accaduto non era la democrazia economica e politica immaginata dalle generazioni precedenti di socialisti e militanti del lavoro.

venerdì 19 dicembre 2008

Pensando la sinistra libertaria: un primo approccio


La sinistra libertaria, left-libertarian, può essere vista come un metodo di far politica e propaganda. O può essere vista come un'espressione energica delle preoccupazioni che devono stare nel cuore dei movimenti per la libertà. Un tentativo di vendere gli ideali libertari, che stanno fondamentalmente all'opposto nell'agenda della sinistra. La sinistra libertaria è autenticamente libertaria perché è contemporaneamente antistatalista, coloro che mi vengono in mente sono tutti anarchici; ma non comunisti, perché affermano il valore del mercato e della proprietà. Allo stesso tempo, è autenticamente di sinistra perché cerca di porre fine al privilegio, alla gerarchia, all'esclusione, alla dominazione ideologica.
E può fare questo, non ridefinendo e adattando termini, bensì dimostrando la consonanza tra gli ideali libertari ed i principi e la buona fede delle preoccupazioni centrali della sinistra:
Questo può avere implicazioni radicali dei principi libertari comunemente accettati.
- Così, per esempio, può essere messo di rilievo che nella storia la violenza e la tirannia sono stati a beneficio degli individui e le organizzazioni economicamente poderose e hanno spodestato la legittimità dei titoli di proprietà degli individui sempre con l’aiuto dello Stato.
- Di forma simile, si deve ricordare in pieno rispetto dei principi libertari che la fine del monopolio minerebbe il potere delle organizzazioni imprenditoriali gerarchiche e centralizzate e che faciliterebbe la creazione di cooperative di lavoratori.
- Può dimostrare che questi principi libertari portano correttamente al rifiuto di qualunque tipo di privilegio alle imprese influenti, e ai gruppi professionali o gli individui di usare il potere dello Stato per sfruttare altri, come le alleanze imprenditoriali che ottengono privilegi fiscali aggiuticandosi vantaggi non provenienti dal mercato ne dalla competizione, o quando gruppi professionali mantengono dati privilegi e quindi ricchezza attraverso costosi requisiti di licenza, imposte, e mantenuti per e dallo Stato.
- E si può insistere che gli stessi principi che condannano lo Stato in generale, in questi si ha la vera opposizione alla guerra e all'imperialismo.

Gli stessi principi morali che conducono ad opporsi all'oppressione statale sono gli stessi per quel cambiamento dalla diseguaglianza sociale che correttamente chiede il popolo di sinistra, perché è opposizione al potere statale. Costoro possono mostrarsi a sostegno dell'anarchismo di mercato.
I libertari ''di destra'' possono respingere le posizioni della sinistra libertaria. Possono argomentare che tali preoccupazioni come il razzismo, il sessismo ecc.. sono antilibertarie.
Ovviamente, un libertario di destra potrebbe dire che afferma il valore della libertà come basilare, ed è infondato in nessun altro giudizio morale. Ma il left-libertarian non concepisce libertà nel razzismo o nella povertà. Questo non solo perché, il libertario di sinistra potrebbe dire, che le strutture e le azioni che violano la libertà servono per promuovere l'assoggettazione dei lavoratori e delle minoranze etniche, bensì perché sembra, anche, incoerente opporsi all'autorità arbitraria degli attori statali mentre altre autorità si considerano moralmente neutre.
I libertari di sinistra non considerano che l'aggressione contro persone o proprietà sia una risposta appropriata. I boicottatori organizzati, pubblicizzare ''la vergogna'', il rifiuto, scioperi, ed altri meccanismi per pressare le autorità non violano i principi di non aggressione e sono completamente vitali per un libertarismo left.
Un tribunale in una comunità mutualista di mercato riconoscerà comparativamente più giusto il diritto dei lavoratori ad occupare una fabbrica abbandonata che una comunità che riceveva appoggio statale per la propria proprietà. Una giuria locale in una comunità anarchica di mercato potrebbe condannare perfettamente alcuni diritti di proprietà commerciale creati per ostacolare l'esclusione per motivo di razza, insomma razzismo.
I libertari non di sinistra potrebbero diffidare ugualmente del libertarismo di sinistra. Potrebbero dubitare che i libertari di sinistra siano realmente preoccupati per la gente povera, per i lavoratori, per le minoranze sessuali e per quello che dicono di preoccuparsi, ed i libertari di sinistra possono respingere correttamente la visione che hanno i libertari di destra come irrilevante per la libertà, a loro volta i libertari di sinistra possono respingere correttamente la visione che hanno i libertari di destra disinteressati a ingiustizie come l'esclusione, la dominazione e la fame.
Correttamente i libertari di sinistra devono enfatizzare di fronte ai libertari di destra fino a che punto lo Stato è realmente implicato nelle strutture creando, violenza ed impoverimento che tutti i libertari detestano. I libertari di sinistra possono enfatizzare correttamente la carta che gioca lo Stato per assicurarsi il potere privato garantendo privilegi di monopolio e sussidi. La sinistra libertaria può scommettere di fronte agli altri libertari che la soppressione di tale potere potrebbe aiutare enormemente alla caduta dello Stato.
La sinistra libertaria sa e vuole che l'anarchismo di mercato (non è) e non sia il mantenimento dell'attuale sistema di relazioni di proprietà, intatto, in assenza del potere statale non solo per i disaccordi sulle regole di proprietà, come tra giusnaturalisti e mutualisti, ma anche per l'ingiustizia che invalida molti titoli di proprietà esistenti, come i latifondi dell'America latina.
Il libertarismo di sinistra rappresenta un particolare sviluppo radicale dei giudizi morali libertari. Può creare le basi per una sfida, la riduzione o la fine dell'esclusione, la subordinazione e la privazione, egli quale è autenticamente intatto con l'anarchismo di mercato. In questo modo, si crea un intreccio dei fini libertari e della sinistra, e può riorientare questi fini e significati contemporaneamente sia genuinamente libertari e sia genuinamente di sinistra.

Per un amico

Riflessioni da: http://liberalaw.blogspot.com/2008/12/framing-left-libertarianism-first-pass.html e http://www.mutualismo.org/2008/12/perfilando-la-izquierda-libertaria-un-primer-paso/

I Mangiasoldi parassiti...una buona notizia e consiglio



-Ben 4 assessori ed ex assessori del Comune di Napoli e un parlamentare del pd sono sotto inchiesta a Napoli
-Il Presidente della Regione Campania Bassolino è inquisito ed è sotto processo con vari capi d'accusa
-Il Presidente dell'autorità portuale di Napoli Nerli è accusato di aver preteso soldi dagli imprenditori campani per girarli ai DS
-Il Presidente della Regione Calabria Loiero è indagato nell'inchiesta Why Not
-L'ex Presidente della Regione Abruzzo Del Turco è stato arrestato ed è tuttora sotto inchiesta
-Il Presidente della Regione Sardegna Soru è sotto inchiesta per abuso d'ufficio
-Il sindaco di Pescara e coordinatore regionale del PD abruzzese è stato arrestato
-Due assessori del comune di Firenze sono indagati
-Un deputato del PD è sotto inchiesta in Basilicata
-Due assessori, un collaboratore del sindaco e due funzionari del PD sono indagati nel filone d'inchiesta detto "Mensopoli" a Genova
-Un assessore e diversi funzionari della provincia di Perugia sono sotto inchiesta per una questione di appalti in Umbria


Mania Pd o mania di pazzi?
Ecco la superiorità culturale del progressismo post e neo-socialista di sinistra.
A quanto la liberazione dai tiranni parassiti?
e........
una buona notizia:
ABRUZZO, VINCE L'ASTENSIONE (http://www.movimentolibertario.it/home.php)
Ha votato solo il 52,98% degli aventi diritto. Una persona su due. Complimenti agli abruzzesi, che non recandosi alle urne hanno delegittimato il neo-presidente del PDL, quello che ha promesso posti di lavoro ad hoc, in cambio di voti.
Mentre si svolgevano le elezioni, tra l'altro, è finito agli arresti domiciliari il sindaco di Pescara, inseguito da una sequela di capi d'accusa da far spavento, tanto da rafforzare la teoria che "i politici sono ladri".
Chiodi, il neoeletto, dovrebbe solo ritirarsi e dire - nel nome di quella democrazia che tanto predicano i suoi simili - "non ho il diritto di decidere delle vite della maggioranza delle persone che non mi hanno scelto"! Invece, assisteremo al solito teatro, un teatro fatto di comparse e manigoldi, sfruttatori delle vite altrui.
Il miglior governo è quello che governa meno, sosteneva Thomas Jefferson. Se Chiodi evitasse ci governare di guadagnerebbero tutti gli abruzzesi.



Un consiglio: Tutte le balle sul capitalismo di Robert Murphy

mercoledì 17 dicembre 2008

Bruttissimi giorni per la libertà


A tutti i sinceri amanti della libertà, oggi mi rivolgo a tutti siano essi liberali o progressisti, socialisti o neo-comunisti, siano essi istituzionali o anti-istituzionali, il 14 dicembre 2008 abbiamo incassato una sconfitta, di quelle che saranno ricordate soprattutto nel panorama politico, ma anche storico e sociale. L'associazione, la grande associazione italiana Antiproibizionisti.it si è sciolta, ed è scomparso anche il suo sito internet, con tutte le sue funzionalità e utilità come il soccorso giuridico che dava in caso di fermo per sostanze stupefacenti.
Quella di questi giorni è una chiara sconfitta dell'antiproibizionismo, sia chiaro l'associazione non si è scolta perchè ha vinto le battaglie ma perchè non c'erano più fondi e capacità di portare avanti un simile progetto, riportando le stesse parole dell'associazione: «la mancanza di un adeguato e congruo sostegno da parte dei pur numerosi simpatizzanti; l'inadeguatezza dimostrata dal modello organizzativo adottato al fine di accogliere e catalizzare il consenso e le disponibilità necessari e sufficienti al perseguimento delle finalità statutarie; l'ostracismo costantemente riscontrato presso i propri interlocutori politici, così come presso il mondo dell'informazione; l'impraticabilità democratica, consolidata e divenuta ormai strutturale, riscontrata sul terreno politico e su quello mediatico»
Prendo atto di questa situazione, con un rimprovero anche personale, da tempo avevo promesso a me stesso di tesserarmi e di finanziare gli Antiproibizionisti, ma non l'ho fatto, e ora non lo potrò fare più.
Questa è una sconfitta per la libertà, una vittoria per il proibizionismo.
A tutti voi dico: C'è qualcuno disposto seriamente ad impegnarsi per queste battaglie? Alcuni di noi stanno iniziando un percorso, se volete esserci, sarete protagonisti di gesti di libertà.
Lascio il comunicato stampa degli Antiproibizionisti.it:

ANTIPROIBIZIONISTI.IT: ASSEMBLEA DELIBERA SCIOGLIMENTO ASSOCIAZIONE

ROMA, 14 dicembre 2008 – L'Assemblea degli associati, riunitasi ieri a Ravenna – presso presso la Sala del Consiglio della Circoscrizione Terza, sita in Via Aquileia n. 13 – ha approvato a larga maggioranza (con una sola astensione e nessun voto contrario) la mozione straordinaria presentata congiuntamente dal Segretario e dal Tesoriere uscenti, così disponendo lo scioglimento dell'Associazione Politica Antiproibizionisti.it.
Nel testo della mozione sono indicate quali motivazioni di questa decisione, estrema e irreversibile, «la mancanza di un adeguato e congruo sostegno da parte dei pur numerosi simpatizzanti; l'inadeguatezza dimostrata dal modello organizzativo adottato al fine di accogliere e catalizzare il consenso e le disponibilità necessari e sufficienti al perseguimento delle finalità statutarie; l'ostracismo costantemente riscontrato presso i propri interlocutori politici, così come presso il mondo dell'informazione; l'impraticabilità democratica, consolidata e divenuta ormai strutturale, riscontrata sul terreno politico e su quello mediatico».
Al fine di predisporre e portare a compimento gli adempimenti necessari alla formalizzazione dello scioglimento dell'Associazione, l'Assemblea ha assegnato a Marco Contini e ad Andrea Turchetti, rispettivamente Segretario e Tesoriere uscenti, ciascuno nell'ambito delle proprie prerogative e limitatamente alle proprie competenze (così come definite dallo Statuto), l'incarico di agire da liquidatori conferendo loro i più ampi poteri in questo senso.

martedì 16 dicembre 2008

Lettera aperta del Movimento dei Left-libertarian ai lavoratori della Francia


L'agorista del Movimento dei Left-Libertarian, (Movimento della sinistra libertaria -o libertariana ) Brad Spangler, scrisse in occasione delle rivolte studentesce e operaie francesi (http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=488) una lettera aperta agli studenti e lavoratori consigliando come intraprendere questa conflittualità sociale.
Studenti e lavoratori Francesi, il professore Roderick Long scrisse una volta:
"Marx descrisse il governo francese come una compagnia per lo sfruttamento della ricchezza nazionale della Francia in beneficio dell'elitè borghese, egli ripeteva solamente quello che i libertari stavano dicendo da decenni."
Questo sono La Francia e tutte le altre Nazione che esistono oggi. Voi e noi viviamo in un mondo dove la libertà e l'opportunità economica esistono solo nel consenso di una classe politica che ci permette solo una piccola parte di ''economia'' per la sua convenienza e prende il resto mediante la forza e la coercizione attraverso il suo (proprio) parassitismo.
La liberazione dal mercato sovvenzionato per lo Stato è una barzelletta crudele. La legislazione contro la quale protestate e vi ribellate cerca restrizioni totali sulla vostra libertà che se fossero abolite queste restrizioni, vivreste la vostra prosperità. Crediamo che voi e noi possiamo essere utili insieme, attraverso una cooperazione e competizione pacifica.
Per queste ragioni, i firmatarii di questa lettera vi offrono la loro solidarietà e vi si presentano come Movement of the Liberertarian Left (MLL) che appoggia una forma rivoluzionaria di anarchismo di mercato o "agorismo."
Non staremo a dirvi come dovete intraprendere la vostra rivoluzione contro la tirannia. Abbiamo alcuni suggerimenti, tuttavia; una versione di strategia economica e politica chiamata "contro-economía". Raccomandiamo umilmente il piccolo libro del fondatore del MLL Samuel Edware Konkin III sull' agorismo, la contro-economía e la rivoluzione "The" New Libertarian Manifestò nella speranza che possiate trovarlo utile o di ispirazione. È disponibile on-line.

Firma
The Movement of the Libertarian Left
Agorà! Anarchia! Azione!

Brad Spangler, Diane Warth, Thomas L. Knapp, Adem Kupi, Wally Conger, J. Freeman Smith, Kevin Carson, M.D MacKenzie, Roderick T. Long, Jeremy Weiland, M.R Jarrell


(Note: Il MLL si è sciolto nel 2007 per dar vita all'Alliance of left-libertarian)

Left-Rothbardianism


Il Left-Rothbardianism, è il termine generalmente utilizzato per gli agoristi ed gli altri liberali-libertari che si identificano con l'anarchismo di mercato in opposizione agli elementi liberali-libertari più moderati o conservatori come il minarchismo o l'oggettivismo. Nel passato questa tendenza fu denominata New Libertarianism. Vari membri del movimento libertario statunitense, inclusi Karl Hess o Roderick Long, si riconoscono come Left-Rothbardian. Generalmente si tratta di anarchici capitalisti particolarmente noti per l'enfasi all'opposizione alla proprietà intellettuale, l'antimilitarismo, la critica al mercantilismo imprenditoriale, e la loro posizione vicina alla sinistra in temi sociali e culturali.

Sinistra e destra


Nel formulario ufficiale, non esiste realmente una prospettiva di destra rothbardiana, Murray Rothbard collocava il libertarismo nell'estrema sinistra dello spettro politico. L'uso del termine semplicemente rothbardiano di sinistra è un mezzo per differenziarsi a quelli che si richiamano al minarchismo e al conservatorismo con influenza di anarchismo di mercato. I Left-rothbardian si differenziano anche dall' anarcocapitalismo nei metodi, più che nei principi. Considerando che i Left-rothbardian accettano una gamma più ampia di libertari tra le loro alleanze come gli anarchici collettivisti, ripercorrendo il sentiero dell'antica alleanza dell'anarcocapitalismo con la New Left degli anni 60, mentre gli anarcocapitalisti più classici tendono ad evitare questi rapporti. Questo metodo è un metodo orientato ad allacciare rapporti con la sinistra. Tutti gli agoristi sono Left-Rothbardian, ma tutti i Left-Rothbardian non sono necessariamente agoristi. Si può essere Left-Rothbardian e contemporaneamente non accettare, almeno parzialmente, la teoria della rivoluzione contro-economica di Samuel Konkin e la teoria di classe degli agoristi.

Qualcuno aggiorni la nostra enciclopedia multimediale Wikipedia, italiana.

domenica 14 dicembre 2008

Agorismo e Visioni


Gli agoristi puntano ad un'economia post-statale imprenditoriale che sostituisce quello che Marx chiamava il proletariato - un imprenditoria, in termini agoristi - che guarda all'economia, come contro-economía e attraverso di essa alla rivoluzione.
[...]
Gli agoristi non partecipano al sistema politico elettorale esistente. Nella maggior parte delle volte e nel pieno della libertà non votano, non sono contribuenti, non ubbidiscono. Contrariamente all'opinione degli statalisti che guardano alla disobbedienza fiscale come una perdita, gli agoristi la vedono come un guadagno, come un benefico. Sono più orientati a guadagnare.
[...]
La posizione statalista è negativa; la posizione agorista è positiva. Lo stato trova spesso soddisfazione a causare deliberatamente un conflitto di parole in un ''attacco'' ai socialisti. L'agorista che è considerato quasi un socialista per alcuni anarcocapitalisti, cerca di comprendere e pensare su queli basi il socialista pensa e sviluppa le sue idee. L'agorista, a partire da questa comprensione, cerca l'aiuto dei socialisti nel compimento degli obiettivi condivisi. Lo stato tenta di scavare un burrone tra la sinistra ed i movimenti politici libertarians. L'agorista tenta di farci un ponte. Lo statalista è un pensatore orientato alla perdita. L'agorista è un pensatore orientato al guadagno.

Da:http://agorista.wordpress.com/2008/01/09/ganancia-y-perdida/

venerdì 12 dicembre 2008

Bollettino Anarco-capitalista Spagnolo


Gli anarchici di mercato spagnoli sono in agitazione.
La ragione? La creazione di un modesto, ma ambizioso, bollettino elettronico di tendenza anarco-capitalista, grazie a Gorka, il responsabile del blog anarcoliberales.com e di Jaime Gant.
Nella migliore tradizione dei leggendari "Liberty" o "The Libertarian Forum", il bollettino si presenta come un posto di diffusione e di dibattito delle idee anarco-capitaliste, che sfuggono al settarismo, accettando spunti e prospettive di altre correnti anarchiche, cioè volontariste, con la ricchezza di tutte le sfumature e punti di vista. L'idea è ottenere che questo bollettino, indipendente da qualunque lobby politica o giornalistica, sia un punto di incontro per tutti i neoanarchici di lingua spagnola.
Importante è riconoscere il valore di chi intraprende questa impresa, come tutte, non assente di rischi, e soprattutto l'onestà e il coraggio di chi parla oggi di Anarchismo, come unica alternativa coerente a secoli di miseria e statalismo che offre la ''ricetta socialdemocratica", chiamata progressista e di sinistra. Stesso vale per la ''ricetta conservatore'' che si presenta come amico del libero mercato, mentre lo strumentalizza negando i diritti di proprietà sul proprio corpo, difendendo il nazionalismo, e l'imperialismo più anti-libertario.
Il Bollettino: "Libre Mercado" si presenta aperto alla diversità.
Sarà luogo per visioni come l'agorismo o il mutualismo, attraverso collaborazioni indipendenti.
Troviamo un articolo di Jaime Gant:
''Non esistono più due mondi; il mondo del capitalismo di Stato, malvolentieri liberale, oltre l'Atlantico, ed il capitalismo di Stato socialdemocratico delle nostre latitudini: si sono fusi in uno. Il penultimo scalino è stato scalato."
"Bernanke, Paulson, Obama, McCain, Bush, Sarkozy: uniti nella decadenza. Lo Stato che non è mai svanito, è tornato per rimanere. ''

Sottoscrizione a Libre Mercado
Se desideri sottoscriverti a Libre Mercado e ricevere il bollettino, invia un e-mail indicando il tuo nome e indirizzo di posta elettronico boletinlibremercado@gmail.com con scritto: Sottoscrizione o Collaborazioni.
Per scaricare il bollettino in Spagnolo: http://kill-lois.blogspot.com/2008/11/libre-mercado-el-nuevo-boletn-anarco.html

Mutualismo e Anarchia di Mercato


Il Mutualismo in una semplice lezione.
L'anarchismo è un'ideologia che aspira alla massima ampliazione della libertà individuale; alla formazione di una società nella quale ognuno è padrone del suo lavoro e, in conseguenza, all'abolizione del reddito e dell'usura. A differenza dell’ anarchismo collettivista o comunista, il mutualismo è una versante individualista dell'anarchismo che lo ritiene vivibile attraverso il mercato. Il Mercato non è la fonte del male, bensì un sistema neutrale di scambi volontari che è stato alterato dallo e per lo Stato per far arricchire pochi: i banchieri, le grandi corporazioni, i proprietari terrieri ed i burocrati. Senza il suo schienale, questi monopoli cadrebbero, dando luogo ad una società più ugualitaria di qualunque regime comunista, rispettando la proprietà e la libertà individuale. Senza brevetti che proteggano le invenzioni e le innovazioni dalla concorrenza, questi non potrebbero crescere titanicamente e controllare il mercato.
Bill Gates non avrebbe incassato una decima parte della sua fortuna nell'anarchia mutualista e di mercato, e la discesa dei prezzi in macchinari e tecnologia faciliterebbe l'accesso degli operai ai mezzi di produzione.
Inoltre, i farmaci ed i libri di testo sarebbero molto economici, nel caso dei primi, si calcola di circa 40 volte più convenienti eliminando la necessità della sanità e dell'educazione statale.
Senza terre monopolizzate dai proprietari terrieri, chiunque potrebbe coltivare il suolo libero e trasformarsi in un piccolo proprietario. Nessuno pagherebbe reddito ai proprietari terrieri ed il prezzo delle terre discenderebbe; insomma si realizzerebbe lo slogan campagnolo della terra a chi la "lavora" senza abolire la proprietà, e le abitazioni sarebbero più economiche. Senza dazi che proteggano l'imprenditorialità nazionale dalla competenza internazionale, tanto i prezzi come i benefici cadrebbero, ostacolando le imprese protette oggi dallo statalismo. Senza il monopolio del denaro che limita l'emissione di denaro e la costituzione di banche a pochi privilegiati, i tassi di interesse cadrebbero e i commerci si moltiplicherebbero. L’ immigrazione sarebbe libera, senza restrizioni statali, e in aumento grazie ad una domanda di lavoro sempre crescente. La libertà bancaria farebbe accedere le associazioni operaie alla formazione di banche e al emissione di banconota , appoggiata dalla quantità in possesso di oro, argento, etc., per finanziare i vari progetti senza interessi. L'eliminazione di imposte e licenze avrebbe effetti simili, stimolando i commerci ed aumentando i salari. La domanda di lavoro supererebbe la sua offerta. Oltre a questi monopoli denunciati da Tucker, Carson ha notato che lo Stato sovvenziona il trasporto delle corporazioni. Gli aeroporti, porti e strade sono statali; gli aeroplani e le barche si costruiscono in larga misura con denaro statale, ed il suo combustibile è sovvenzionato dallo Stato. Il prezzo dei prodotti si inclinerebbe favorendo le imprese locali che non dovrebbero sopportare gli alti costi di trasporto. L'organizzazione della società sazierebbe le aspirazioni degli operai, permettendo di ottenere i mezzi di produzione con facilità. Servizi di sicurezza e di giustizia, sarebbero in gestione di associazioni volontarie; in competenza tra loro come gli altri servizi,insomma la decentralizzazione e l'interesse dei produttori e dei consumatori garantirebbe il suo buon funzionamento dei servizi.
La separazione dei poteri che chiedono i giuristi dello Stato è una finzione, poiché questi poteri non hanno interessi a loro opposti e sono facilmente influenzabili dallo stato che comunque li detiene, come mostra l'ascensione per via democratica di Hitler, o la persecuzione giudiziale dell’ ETA secondo i capricci del governo.
Le aggressioni delle compagnie di sicurezza o di qualunque altro servizio sarebbero limitate dalla resistenza e dalla concorrenza delle altre compagnie. I tentativi di trasformare in Stati queste compagnie, monopolizzando la domanda dei consumatori, sarebbe rapidamente eliminata con la fuga degli stessi clienti ad altre compagnie.

(http://www.mutualismo.org/)

giovedì 11 dicembre 2008

Capitalismo, Anticapitalismo e Anticapitalismo Capitalista


In questi giorni sia sul sito dei left-libertarian che su quello di Larry Gambone si riporta la notizia dell’entrata parlamentare di un partito nel Quebec , il nome del partito è Solidarite Quebec. Partito a prima vista non sostenuto ne dai liberali ne dagli anarco-capitalisti più istituzionali, ma dai left-libertarian e dall’Alliance, perché noi left-libertarian esprimiamo gioia per questo partito? Ecco cosa c’è sul sito del left-libertarian: (http://leftlibertarian.org/)
Solidarite Quebec has won a seat in the Quebec election. Although this is only one seat this indicates a growing radicalization. The QS is a party of the social movements and rejects the neo-liberalism of the Parti Quebecois. It is also more radical than the NDP and is the first new left-wing. See http://www.quebecsolidaire.net/.
Il Solidarite Quebec è un partito che si rifà ai valori del pacifismo e del radicalismo, e non si definisce comunista come dicono sul loro sito: Québec solidaire n’est pas un parti communiste. Nonostante ciò ha un programma economico che a vista di un liberale istituzionale definirebbe di ispirazione socialista. Anche io mi unisco nell’esprimere gioia per l’elezione di un parlamentare del Solidarite Quebec , la mia gioia sta nel programma politico di questo partito: Pacifismo, Radicalismo, un partito che ha tendenze davvero libertarie nel modo di gestire e di gestirsi, democrazia diretta, femminismo e vera politica per l’indipendenza.
Il modo di affrontare le tematiche economiche fanno riflettere un po’, ma io giungo ad una conclusione abbastanza positiva: detassazione per le piccole imprese, politica ecologia, tassazione degli altissimi redditi e delle gigantesche lobby industriali.
I left-libertarian difensori del capitalismo appoggiano questo partito ma allora cosa s’intende per Capitalismo?
Kavin Carson ha sostenuto che senza Stato il capitalismo non esisterebbe
, sia chiaro il capitalismo non il libero mercato. Ecco, qui deve partire una riflessione che poi sostanzialmente è ciò che fa l'agorista Brad Spangler (sostenitore dell’Anarchia di Mercato). Capitalismo Anticapitalista, si perché come ripetevo bisogna capire cosa si intende per capitalismo?
Se per capitalismo intendiamo il sistema neoliberista di oggi che non vuole regole di mercato ma che poi le impone alle piccole e medie aziende, un capitalismo assistito dallo stato, statalista e assolutamente distruttivo e non libero, un capitalismo che crea lobby, cartelli e potere di stabilire dominio sul mercato, allora io mi dichiaro Anticapitalista. Se invece per capitalismo intendiamo un sistema di vero libero mercato antistatalista o di Anarchia di Mercato dove le uniche regole sono quelle stabilite dal mercato e quindi dal consumatore che sceglie il prodotto che vuole al prezzo che vuole, un mercato che senza Stato è per condizione di fatti decentralizzato e dove secondo la più pura teoria liberale lo stato non interviene assolutamente a salvare le mega-aziende con i contributi pubblici per favorire gli interessi dei dominatori finanziari e bancari, allora io mi dichiaro Capitalista.
Infatti Libero Mercato è progresso, ma quale mercato?
Saluti,
Domenico

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )