SITO ANARCOLIBERALE A CURA DI DOMENICO LETIZIA. Laboratorio per un Neo-Anarchismo Analitico che sia Liberoscambista, Volontarista, Possibilista e Panarchico con lo sguardo verso i valori del Liberalismo Classico, del Neo-mutualismo e dell'Agorismo. Un laboratorio che sperimenti forme di gestione solidali, di mercato dencentralizzato e di autogestione attraverso l'arma della non-violenza e lo sciopero fiscale, insomma: Disobbedienza Civile

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lunedì 30 giugno 2008

Quando imparerete?

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sabato 28 giugno 2008

Bene, Di Pietro.......Bravo Grillo

L'IdV raccogliera' firme per promuovere 'un grappolo di referendum' che abroghi le 'norme piu' inique del governo Berlusconi'. E' l'iniziativa di Antonio Di Pietro all'esecutivo nazionale del partito, convocato per definire una strategia di contrasto all'esecutivo di centrodestra. L'ex Pm ha indicato i temi principali: finanziamento pubblico ai giornali dei partiti, finanziamento dei partiti, intercettazioni, sospensione dei processi e norma salva-Rete 4.
Bene, bravo Di Pietro, speriamo che l'iniziativa si doffondi.
Intanto Beppe Grillo ha appena lanciato il V3-Day, il tema sarà: "La Giustizia". Porterà sotto le penne dei cittadini italiani un referendum per abolire l'imminente porcata berlusconiana sulle intercettazioni. Tutta l'Italia onesta sarà chiamata a partecipare.

La Repubblica Partenopea del 1799

Delizio questo blog con un avvenimento storico poco conosciuto ma molto importante ed interessante.


''La bandiera della Repubblica Partenopea''

La Repubblica Partenopea del 1799 fu un governo repubblicano di orientamento patriottico-giacobino stabilitosi a Napoli nel 1799. Conquistata Napoli dalle truppe francesi dello Championnet (23 gennaio 1799), i patrioti che, impadronitisi di Castel Sant'Elmo, il 22 avevano proclamato la Repubblica Partenopea (mentre Ferdinando IV si rifugiava a Palermo) chiesero al generale francese di riconoscerla e di nominare un governo provvisorio. Ottenuta l'approvazione dello Championnet (23-24 gennaio), fu così creato un governo provvisorio di venti membri, poi allargato a venticinque (11 febbraio), tra cui erano C. Lauberg (che ne fu il primo presidente), I. Ciaia (divenuto presidente alla fine di febbraio), M. Delfico, M. Pagano. Il governo si articolò in sei “comitati” (centrale, militare, di legislazione, di polizia generale, di finanza, di amministrazione interna), che formavano l'Assemblea legislativa ed esercitavano il potere esecutivo in attesa dell'organizzazione definitiva del governo.
Gli inizi della Repubblica furono difficili, perché essa era sottoposta in pratica alla dittatura del comandante delle truppe francesi, anche se lo Championnet mantenne un atteggiamento benevolo nei confronti del governo provvisorio (fece allontanare il commissario del direttorio Faipoult, troppo severo). Il primo governo provvisorio poté varare una sola legge importante, quella che aboliva i fedecommessi e le primogeniture (29 gennaio 1799), mentre non poté andare per il momento in porto la legge per l'abolizione della feudalità. Il 14 aprile un nuovo commissario francese, A. J. Abrial (arrivato il 28 marzo in sostituzione del Faipoult), operò una riforma del governo della Repubblica: fu così istituita una commissione esecutiva di cinque membri, affiancata da una commissione legislativa di venticinque membri. Il secondo governo della Repubblica Partenopea approvò il 25 aprile la legge di eversione della feudalità, sulla base di criteri relativamente radicali, che non poté però avere neppure un principio di attuazione in conseguenza della piega presa dagli avvenimenti. Non si arrivò invece ad approvare il progetto di costituzione preparato dalla precedente commissione legislativa (e dovuto soprattutto a M. Pagano).
Mentre a Napoli si sviluppava questa vivace attività di governo, nelle province — dove pure la Repubblica era stata accolta favorevolmente da una parte del ceto medio — la situazione andava precipitando. Il cardinale Fabrizio Ruffo, sbarcato con l'assenso regio il 7 febbraio in Calabria con pochi compagni, facendo leva sull'odio delle masse contadine nei confronti dei proprietari, identificati sommariamente nei giacobini, era infatti riuscito a impadronirsi rapidamente della regione avanzando poi in Basilicata e nelle Puglie. Successivamente, nell'aprile, le notizie delle sconfitte subite dalle truppe francesi in Lombardia nella guerra contro gli Austriaci costringevano i Francesi a sgomberare le Puglie e poco dopo tutto il regno. I repubblicani dovettero quindi difendersi da soli contro le preponderanti forze del cardinale Ruffo avanzanti su Napoli, che fu investita il 13 giugno. Dopo una disperata resistenza al ponte della Maddalena e poi nei castelli della città, i patrioti scampati alle stragi operate dalle bande sanfediste e dai “lazzaroni” insorti ottennero una onorevole capitolazione (19-23 giugno), offerta dal Ruffo ma non accettata da H. Nelson (che aveva appoggiato con forze navali inglesi i Borboni) e dichiarata poi decaduta l'8 luglio dal re, appena giunto a Napoli. Ebbe così inizio l'esecuzione dei patrioti napoletani, giudicati dalle giunte di Stato nominate da Ferdinando IV; più di cento repubblicani furono impiccati o decapitati, e tra questi i più bei nomi dell'intellettualità napoletana (M. Pagano, E. Fonseca Pimentel, I. Ciaia, D. Cirillo, V. Russo) e l'ammiraglio F. Caracciolo contro cui Nelson nutriva particolare astio.

venerdì 27 giugno 2008

Patria vai a casa...


"Il Consiglio Regionale della Toscana si impegni al più presto per far si' che prima di ogni seduta consiliare ordinaria e straordinaria venga diffuso l'inno nazionale''.
Questa la demagogica richiesta, contenuta in una mozione, presentata dai consiglieri regionali del Partito Democratico Erasmo D'Angelis e Gianluca Parrini.
Segue la solita vuota enunciazione di altrettanto vuoti principi, dalla “convinta e immutabile appartenenza alla comunità nazionale ed europea”, ai soliti richiami alla solidarietà (ovviamente coi soldi altrui), all'accoglienza (ovviamente in casa d'altri). L'intento dell'iniziativa sarebbe quello, udite udite, di “rafforzare l'identità comunitaria regionale”.
L'Italia-nazione non ha più alcun significato. Il tricolore e l'inno riportano alla mente soltanto ingiustizie, massacri e ruberie di ogni genere, che proprio dell'identità han fatto razzia. In nome della nazione, del bene comune, della patria, sono stati compiuti i più orrendi misfatti e sono state combattute le più assurde guerre...guerre combattute soltanto in nome della volontà di potenza dei governanti, di qualunque colore essi siano.
Insomma, quella del PD è una concezione di nazione ancora indipendente dalla volontà o dal consenso dei cittadini. E invece dico bisonga pensare l'esatto opposto che recuperasse una concezione del tutto opposta della "nazione". Una concezione non oggettiva ma soggettiva: dalle nazioni di "sangue e suolo", insomma, si passi alle "nazioni per consenso": ognuno non è ciò che altri hanno scritto, ma è ciò che ritiene di essere.
Non è certo affidandosi a simboli grondanti sangue innocente che è possibile recuperare e rivitalizzare la nostra identità: D'Angelis e Parrini, non in nostro nome!

Info dal Clan libertario ''Filippo Mazzei''.

giovedì 26 giugno 2008

Federalismo Dimenticato


Cari visitatori navigando su internet ho trovato un interessante articolo sul federalismo e il grande padre del federalismo Pierre-Joseph Proudhon
Invito a leggere: il sito è quello del Movimento politico Federalista Liguria Futura
Cito i passi che trattano di Proudhon e di un libro interessante sicuramente da leggere:
Un federalista "dimenticato"
E' stato tradotto dal Signor Paolo Bonacchi dal francese questo libro per far conoscere il Federalismo nella purezza dei suoi principi secondo il pensiero del piu' grande dei federalisti moderni: Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865).
La lettura di questo libro fara' rendere conto a chi si cimentera' nell'impresa di leggerlo e capirlo quali siano le ragioni ed i principi del federalismo di cui molti oggi parlano senza conoscerlo. La gente in genere crede che per ottenere uno Stato federale sia sufficiente portare le istituzioni un po' piu' vicine ai Cittadini. Ma non e' cosi'.
La prima condizione del federalismo e' che lo Stato sia un effetto della loro volonta'.
Le istituzioni piu' vicine ai Cittadini sono una conseguenza del federalismo, non certamente la sua causa.
Sebbene siano sconosciute al grande pubblico, le opere di Proudhon sono state studiate da sociologi, filosofi ed economisti ed il suo pensiero e' stato condiviso sia da conservatori sia da progressisti, da sindacalisti riformisti o rivoluzionari, da circoli di estrema destra e da circoli di estrema sinistra, da liberali e da comunisti ed anche da reazionari.

Astensionissima...

Continuerò a ripeterlo libertariamente, questo governo composto da uno dei personaggi, a mio avviso, più squallido del secondo novecento si è dimostrato illeberale, liberticida e antiliberista il tutto in salsa mega-proibizionista (basta pensare alle dichirazioni di Giovanardi secondo cui il problema droghe non è grave come sembra, a pochi mesi dalla sua entrata, dopo aver lanciato per anni allarmismo e costante preoccupazione per mai dimostrati danni di politiche legalitarie e antiproibizioniste mai applicate!) Abbiamo conosciuto anche il neo-fondamentalismo che si dichiara in modo spregevole ''liberale'' con la lista di Ferrara.
Ma di un fattore importante non si è discusso e sono lieto di parlarne da astensionista e cioè del fenomeno astensionista avutosi alle ultime elezioni:

Tra Elettori astenuti e schede nulle: 10.674.021 cioè il 22,65 % degli elettori.

Allora chi è che ha vinto?

mercoledì 25 giugno 2008

Elogio alla Bandiera.....quella da elogiare



Ecco come dovrebbe essere il Consiglio delle Nazioni Unite!

martedì 24 giugno 2008

Robin Hood e il tesoro dello Stato


L’aumento delle tasse a carico di banche e società petrolifere merita forse un breve commento. E’ difficile comprendere quali siano le motivazioni economiche di questo inasprimento fiscale ad opera di un governo che deve la sua vittoria elettorale alla promessa di togliere le mani untuose del fisco dalle tasche degli italiani.
Le persone giuridiche, infatti, sono semplicemente il tramite tra due flussi di denaro: uno in entrata che proviene dai clienti che si avvalgono dei loro servizi o acquistano i loro prodotti ed uno in uscita per pagare le remunerazioni dei dipendenti, degli azionisti e dei fornitori di materie prime e capitali. Gravare una società giuridica di maggiori imposte significa semplicemente tassare o i clienti della società, che pagheranno a più caro prezzo quanto loro fornito, o i dipendenti, che riceveranno retribuzioni minori per quanto conferiscono all’impresa. Ma a pagare sono sempre persone in carne ed ossa non entità astratte come le società.
In secondo luogo, nel momento presente da più parti si lamenta l’aumento del prezzo del carburante che, fra l’altro, incidendo sui costi di trasporto contribuisce a fare aumentare il prezzo, per esempio, delle derrate alimentari. Tassare le compagnie petrolifere non fa nulla per risolvere questo problema e contribuisce, anzi, a renderlo più grave. Quanto alle banche, si lamenta da parte delle famiglie a basso reddito l’eccessiva onerosità dei mutui edilizi e tassare le banche sembra essere un provvedimento ispirato dal desiderio di rendere il credito ancora più caro.
Da quanto detto, dovrebbe risultare chiaro che Robin Hood e Jesse James non infliggono un costo ai “ricchi” banchieri e petrolieri ma ai loro clienti e dipendenti che non sono necessariamente ricchi. L’aumento della tassazione è quasi sempre un provvedimento antisociale perché colpisce molto più i redditi delle fasce più deboli della popolazione che non i “ricchi”. Dubito fortemente che l’aumento del costo dei mutui o del prezzo degli alimenti preoccupi chi ha un reddito alto, mi sembra certo che a soffrirne di più saranno i deboli, i meno abbienti.

Di Antonio Martino

domenica 22 giugno 2008

Ora si, Vicenza


Il Tribunale amministrativo regionale [Tar] del Veneto si è espresso sulla vicenda Dal Molin: accogliendo il ricorso del coordinamento dei Comitati No Dal Molin e dell’associazione dei consumatori, Codacons, il Tar ha giudicato illegittimo il progetto di costruzione della nuova base militare Usa a Vicenza. Per il determinato movimento che da due anni si oppone ad un Dal Molin militare è un giudizio fondamentale, che restituisce ai cittadini la dignità calpestata dal governo locale e nazionale. «È una sentenza importantissima – dice Marco Palma del Presidio Permanente – che smaschera le falsità di chi ha sempre ignorato la cittadinanza e calpestato la democrazia partecipativa, oltre a mostrare il grave impatto sul territorio che avrebbe la base».
Anche il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, definisce la sentenza del Tar «di importanza estrema, una vittoria di tutti i cittadini. I giudici – sottolinea Rienzi – non solo hanno riconosciuto le tesi sostenute dalla nostra associazione, ma hanno ribadito con fermezza l’importanza dell’opinione dei cittadini in merito a questioni che riguardano direttamente il territorio e l’urbanistica».

Sono diverse le irregolarità denunciate dal Tar. Innanzitutto, il tribunale ha accolto i dubbi sulla Valutazione di incidenza ambientale depositata dalla Regione. Nonostante tale valutazione si riferisca al «progetto ovest», sembra infatti parlare del vecchio progetto, sul lato est dell’aeroporto. «La sentenza – commenta Guido Lanaro del Presidio Permanente – smaschera la farsa della Vinca rilasciata dalla Regione su un progetto inesistente».

Il Tar ha giudicato illegittimo anche il bando di gara, «effettuato senza la procedura di evidenza pubblica prevista dalla legge». Inoltre, il consenso espresso dal governo Prodi alla base è stato giudicato dal Tar «extra ordinem», poiché espresso solo oralmente, «senza una assunzione di responsabilità formale e scritta del governo» e tale «da non essere assolutamente compatibile con l’importanza della materia trattata con i principi tradizionali del diritto amministrativo e delle norme sul procedimento». Il Tar si è poi espresso sul grave impatto ambientale del progetto, riferendosi al «consistente insediamento [e della connessa antropizzazione] sulla situazione ambientale», al traffico e al connesso «incremento dell’inquinamento», oltre che al «rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere».
Come se non bastasse, secondo il Tar sussistono «altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea», per quanto riguarda l’insediamento delle nuove strutture militari al Dal Molin, ma anche la realizzazione delle relative opere sul territorio circostante. Infine, il tribunale ha rilevato la grave mancanza della «consultazione della popolazione interessata».
Per queste ragioni, i giudici hanno sospeso l’efficacia dei provvedimenti sul Dal Molin, «inibendo nei confronti di chicchessia l’inizio di ogni attività diretta a realizzare l’intervento e ciò sotto l’intervento e il controllo degli organi del comune di Vicenza competenti in materia di edilizia e urbanistica». «Continueremo comunque a mobilitarci – spiega Marco Palma – confermando gli appuntamenti dei prossimi giorni e vigilando sull’osservanza della sentenza, affinchè gli americani non avviino i lavori al Dal Molin».

sabato 21 giugno 2008

L'abitare al futuro



Gli ecovillaggi sono un nuovo e potente tipo di comunità intenzionale. Essi uniscono due profonde verità: che si vive meglio in piccole comunità sane che sostengono chi ci abita e che l’unica strada sostenibile per l’umanità è il recupero e la redifinizione del vivere insieme.
Gli ecovillaggi sono il più promettente e importante movimento di tutta la storia.”


Dr Robert J. Rosenthal
Professore di filosofia
Hanover College, USA

Ecco un interessante sito dove reperire info: http://www.gen-europe.org/about_us/italian/index.html

venerdì 20 giugno 2008

Arrestateci tutti. Disobbedire per informare

Io son d'accordo

"Perchè non retribuire la vita prendendo atto del fatto che ciascuno, semplicemente per il fatto che vive in una società produttiva, è a sua volta produttivo?"

giovedì 19 giugno 2008

Processo per disobbedienza civile


Dichiarazioni di Claudia Sterzi, responsabile dell'Associazione
Radicale Antiproibizionisti


In un' Italia dove il Governo opera attraverso decreti legge per sospendere i processi, le disobbedienze civili nonviolente radicali rappresentano un esempio unico.Ieri, 18 giugno 2008, a Siena, è arrivato alla sentenza di primo grado
il processo che mi vedeva imputata, con Rita Bernardini e Giulio Braccini, per cessione gratuita di mariuana nel corso di una manifestazione per i diritti dei cittadini e dei malati ad usare anche farmaci derivati dai principi attivi della canabis.Dopo 6 anni dal giorno in cui, in nome di Ennio Boglino e di tutti i
malati ai quali era, ed è nei fatti, negato l'accesso alla canapa terapeutica, mettemmo in atto la nostra azione nonviolenta, siamo stati condannati a 4 mesi e 1500 euro di multa cadauno (con indulto), pagamento delle spese processuali e, come corollario, perdita dei diritti passivi di elettorato.
Il giudice si è riservato 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni; le arringhe del pubblico ministero e dell' avvocato difensore hanno appassionatamente, a dire il vero, riguardato tre concetti: quello di dose drogante, riferito alla canapa, e quindi l'idoneità della quantità di canapa distribuita (ottima qualità, 4,8% di THC) a produrre effetto drogante e quindi lesione del bene giuridico tutelato dalla norma; il concetto di inodoneità dell'azione di disobbedienza civile a ledere il suddetto bene giuridico tutelato (che poi è nientepopodimenoche la salute psicofisica del soggetto che beneficia della cessione gratuita ), in quanto azione strutturata che comprende preavviso alle forze dell'ordine; infine l'effettiva intenzione offensiva del reato.
Quando si mette in atto una disobbedienza civile non è che ci si aspetti una assoluzione; anzi. Fra gli scopi, sollevare il dibattito pubblico su un argomento ( nello specifico, l'accesso ai farmaci derivati dalla canapa ), produrre giurisprudenza. A molti ragazzi, che hanno detenuto o ceduto quantità simili a quelle che noi abbiamo detenuto e ceduto in concorso, è andata molto peggio.
La storia delle disobbedienze civili radicali sulla droga, in Italia, non è finita; deve durare almeno fino a che, come ha scritto Ennio Boglino nel 2002 : ". . . un cittadino non può, a causa di un proibizionismo cieco e bigotto, acquistare farmaci a base di marijuana già disponibili e usati con successo in Canada, Usa, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Israele."

mercoledì 18 giugno 2008

La Censura parte dal Porno


E' questo l'obiettivo nelle intenzioni del Sen. Alessio Butti (PDL) che nel disegno di legge 664 presentato al Senato prevede "la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 2.500 euro a 50.000 euro" per chiunque "istituisca siti nella rete Internet i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico".

La Polizia "vigila sulla liceità e sulla moralità del contenuto dei siti della rete Internet accessibili al pubblico".
Termini che in uno stato laico e moderno non credevamo potessero comparire in una legge, un intento moralizzatore degno del miglior wahabismo saudita o della Repubblica Islamica dell'Iran, che punisce le donne che fanno uso di rossetto o i fidanzati che si tengono per mano in strada... cos'altro ci attende?

martedì 17 giugno 2008

diffondi diffondi diffondi

ARRESTATECI TUTTI!


Quella del disegno legge relativo alle intercettazioni telefoniche è una delle tipiche sporcacciate del signor Berlusconi, che con la giustizia - da almeno 15 anni a questa parte - ha qualche problema.
Ecco perchè noi Libertari dobbiamo schierarci,come il Movimento Libertario, con l'iniziativa, lanciata da diversi giornalisti, che punta all'obiezione di coscienza, ovvero al non rispetto della legge prossima ventura.ARRESTATECI TUTTI dunque. Il problema di vietare la pubblicazione delle intercettazioni, che hanno permesso l'emersione di casi di malcostume tutto italiano come "Moggiopoli", "la clinica Santa Maria", "il caso Mastella e moglie", il caso "Fazio e Fiorani", il caso "Unipol e scalata diessina", mostra tutta l'intolleranza della casta per la libera informazione. Non si può accettare un siffatto progetto legislativo. LA CASTA VA CONTROLLATA E MESSA ALLA GOGNA!!!! (SI GOGNA) OGNI QUALVOLTA SI SCOPRA QUALCHE SUA MALEFATTA. Anche quando, la casta si rende colpevole di responsabilità politiche di malagestione e non solo in caso di responsabilità penale di qualche suo appartenente. LIBERA INFORMAZIONE, LIBERTA' DA OGNI ORDINE GIORNALISTICO, LIBERTA' DI MERCATO PER LE NOTIZIE ED I SUOI OPERATORI!
(Come dice Leonardo Facco)

lunedì 16 giugno 2008

Libertari dentro


Il Movimento Libertario Sexpol prende nome dall’omonimo movimento fondato nel 1931 in Austria dal grande psicanalista W. Reich. Al suo pensiero, come anche all’opera di H. Marcuse, C. Fourier, Proudhon, traiamo ispirazione per combattere la nostra battaglia sociale e culturale contro ogni repressione, contro la morale sessuofobica di questa società.Il Movimento organizza momenti di aggregazione e approfondimento, di riflessione psicanalitica e autocoscienza politica, favorisce le relazioni (anche sessuali) tra i membri del gruppo, promuovendo il pieno sviluppo della personalità e della sessualità dei componenti in un processo di ricerca comune.

domenica 15 giugno 2008

Sesso: Genitori e Figli


Riporta 055news.it “Buio fitto, per i genitori italiani, sulla vita sessuale dei loro figli adolescenti. La loro consapevolezza delle abitudini e dei rischi che corrono i propri ragazzi è pressoché nulla. Parola della sessuologa Alessandra Graziottin. L’esperta, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano, punta il dito sui genitori “ciechi, che sottostimano i comportamenti a rischio delle loro figlie under 15. Solo il 5% ammette la possibilità che possano fare del sesso, mentre a farlo realmente è ben il 38% delle giovani sotto i 15 anni. Da qui l’esigenza di “formare i genitori, che non possono abdicare alla loro funzione educativa su questi temi, delegando a altri come la scuola. E - avverte la sessuologa - non devono fare i grandi discorsi, ma parlare direttamente e semplicemente ogni qual volta sia necessario. La dott la definisce “omissione educativa con responsabilità drammatiche”. “I genitori oggi dormono”, accusa. “Negli ultimi 70 anni - rivela - solo il 40% delle madri parla di contraccezione con le proprie figlie.

IL Test della Politica

Ecco il mio risultato:
(però ruffiano no)



Saresti un grande politico?
My Result: Deputato
Myspace Quizzes
Complimenti, hai le carte in regola per arrivare in alto. Ruffiano quando serve, sai capire cosa vuole sentire la gente.

Take Saresti un grande politico?
Find more quizzes at Quibblo.com
Quibblo


Aborto: Interpretazioni illiberali



• Dichiarazione di Silvio Viale, ginecologo e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani

Quando Eugenia Roccella parla di emergenza nimori e di emergenza immigrate, entrambe inesistenti, cerca solo pretesti per limitare la possibilità di scelta delle donne e per imporre interpretazioni illiberali sulla 194. Cosi pure sui limiti per l’aborto terapeutico, per il quale non ha il coraggio di proporre un’anticipazione della diagnosi prenatale e della ecografia morfologica.
Dopo trenta anni, la prima questione da risolvere è quella di garantire un numero adeguato di medici non obiettori, concentrando le IVG negli ospedali di primo e secondo livello, per favorire il confronto, la professionalità e la qualità come in tutti i settori della medicina, non essendo più accettabile che le IVG siano relegate al volontariato individuale di qualche medico. Se si vuole davvero omogeneizzare i protocolli, sulla base di un regolare aggiornamento occorre promuovere il confronto scientifico tra gli operatori che permettono l’applicazione della legge, piuttosto che continuare a favorire una comoda e più gratificante obiezione di massa.

L’analisi proposta da Eugenia Roccella a Fiuggi pecca di strabismo.
Pensare alla certificazione da parte del medico come ad un mero adempimento burocratico è sbagliato, come è strumentale l’annuncio di volere separare il momento del colloquio da quello della certificazione, poiché colloqui e approfondimenti possono essere necessari in qualunque momento, anche dopo la certificazione e persino durante il ricovero per l’aborto. Quello che deve essere chiaro che qualunque percorso di approfondimento non può essere una imposizione preliminare, ma deve nascere da esigenze specifiche del singolo caso ed avere sempre un consenso libero da parte della donna.
E’ ora di smetterla di pensare al personale “ non obiettore” come ad una macchina di aborti. Al contrario, noi abbiamo una sensibilità ed una apertura maggiore rispetto a coloro che sono contrari all’aborto, essendo noi realmente aperti a qualunque soluzione e non solo dei tifosi militanti per una sola soluzione.
Rimuovere gli ostacoli che impediscono di scegliere liberamente la maternità, non significa accanirsi contro le gravidanze indesiderate, ma fare in modo che le donne possano scegliere consapevolmente di concepire e di fare un figlio. Non significa colpevolizzare le donne che vogliono abortire, ma fare in modo che possano desiderare di avere una gravidanza coloro che la escludono.
Fino a quando la politica sull’aborto non riguarderà prioritariamente la vita delle donne nella fase pre-concepimento (contraccezione, welfare, emancipazione, ecc.), ogni riferimento ad una “tendenza zero IVG” sarà sempre un’astrazione pretestuosa per giustificare pratiche fanatiche ed illiberali. Talmente fanatiche ed illiberali che ci si dimentica che l’Italia ha uno tra i più bassi tassi di abortività tra i paesi occidentali. Mi chiedo quando Eugenia Roccella avrà il coraggio di confrontarsi con i medici non obiettori.

sabato 14 giugno 2008

La libertà eguale

In un’epoca come la nostra nella quale tutti sono diventati o si proclamano liberali (a partire da quelli, sedicenti tali, che lo sono solamente a parole), alcune delle implicazioni filosofiche più rilevanti collegate al tema della libertà paiono essere scivolate – più o meno volutamente e consapevolmente – nel dimenticatoio. Cominciando da una delle più importanti: ovvero, come si fa a rendere la libertà seriamente e davvero eguale?
A dare una risposta molto articolata al quesito ci pensa La libertà eguale del filosofo Ian Carter, (che, in passato, aveva già pubblicato l’antologia da lui curata L’idea di eguaglianza, con i testi di alcuni “mostri sacri” del pensiero analitico e post-analitico contemporaneo come Bernard Williams, Ronald Dworkin, Thomas Nagel e Amartya Sen). L’autore, studioso inglese, ma attivo da anni in Italia, dove insegna Filosofia politica presso l’ateneo di Pavia ed è componente del comitato di redazione di varie riviste culturali, con questo libro non offre solamente un percorso teorico (impegnativo e pregevole per l’ampiezza dell’analisi), ma fornisce anche una serie di spunti decisamente originali al dibattito politico-culturale della sinistra di casa nostra, su un tema troppo spesso – negligentemente… – trascurato.
Carter effettua una discussione e un’esplorazione a 360 gradi del liberalismo (da Kant a Nozick), su posizioni che possiamo definire di progressismo molto avanzato, concentrando la propria attenzione su quel “diritto all’eguale libertà”, grazie al quale risulta possibile fondare politiche al tempo stesso maggiormente egualitarie e libertarie di quelle al centro delle preoccupazioni e delle piattaforme dello schieramento liberal attuale. I diritti di libertà, infatti, possono venire letti in modo complesso e secondo un’accezione – quella intorno a cui lavora Carter, giustappunto – duplice, che tiene insieme il valore della facoltà di scelta individuale e il rispetto della sua sfera privata e della proprietà (la visione libertaria) con l’esigenza di assicurare una corretta e giusta ripartizione delle risorse materiali per consentire condizioni di partenza eque, se non eguali, nella lunga e complicata corsa della vita (la visione egualitaria, per la quale la libertà diventa “sociale”). Il libro costituisce, per molti versi, una esaustiva dissertazione, dal punto di vista della teoria politica normativa, di quanto l’autore chiama “libertarismo egualitario”, all’insegna di una strumentazione concettuale tipicamente analitica (fatta di “capacità”, “risorse”, “agenti e pazienti”, “libertà effettive”, “valutazione delle opzioni” in campo, “incommensurabilità dei valori”, e case-studies del genere “come si applica l’eguaglianza delle risorse nel caso di persone disabili e portatrici di handicap”), ma con l’occhio costantemente puntato sulla dimensione concreta e sulle implicazioni politiche.
Il libertarismo egualitario (traduzione di ciò che in inglese va sotto il nome di left-libertarianism) è una posizione che vanta una significativa tradizione e alcune elaborazioni di assoluto rilievo all’interno del mondo progressista anglofono, mentre risulta di indubbia originalità per il nostro paese, dove il marxismo, con le sue propensioni prevalentemente collettiviste e stataliste, non si è certo mostrato propenso a dare a ospitalità a filoni culturali fondati sull’individualismo. Al punto che la proposta dell’autore può venire illustrata alla sinistra italiana come un “libertarismo doppiamente eretico”. È un testo ragionato e ragionante, dunque, e impegnativo quello di Carter, che fornisce un contributo significativo al dibattito di teoria politica in corso, all’insegna di una posizione che speriamo farà discutere sul serio.

Il Capitalismo come dovrebbe essere..... senza Stato!

Di Alessandro Casoli
Il capitalismo è la massima espressione dell’anarchia, e l’anarchia è la massima espressione del capitalismo (Murray Rothbard.)
Potrebbe sembrare assurdo a chi è abituato ad associare il capitalismo all’oppressione e al sopruso parlare di anarchia capitalista; eppure il mercato è quanto di più vicino all’anarchia si sia mai riscontrato nell’agire umano. Nel mercato, ogni transazione è volontaria, ogni commerciante trae beneficio dagli affari conclusi (per definizione; se così non fosse, non concluderebbe l’affare), ogni contraente aderisce volontariamente alle condizioni presentategli nel contratto.
L’anarco-capitalismo, o anarchia di mercato, è una filosofia che nasce negli anni ’70 in America negli scritti dell’economista Murray Newton Rothbard, ma che traccia le sue origini nel liberalismo classico (Locke, J.S. Mill), nell’anarco-individualismo (Stirner, Tucker, Spooner) e nella scuola economica austriaca (Menger, Hayek, Mises).
In sostanza, essa si basa su due principi: che ogni individuo abbia pieno diritto alla proprietà su sè stesso e sul prodotto del proprio lavoro; e che di conseguenza ogni organizzazione statale sia illegittima. Lo Stato infatti assume il monopolio della violenza e della forza in un determinato territorio, senza che gli individui che vivono nel territorio suddetto abbiano volontariamente ceduto allo stesso l’autorità su di loro.
Nessuno ha mai firmato alcun contratto sociale. L’assunto fondamentale della teoria anarco-capitalista è che, lasciati a sè stessi, gli individui, per via della struttura stessa degli incentivi in una società libera, raggiungerebbero un livello di prosperità assai superiore a quello che è attualmente permesso dal sistema degli Stati-Nazione.

venerdì 13 giugno 2008

Citazione Libertaria

Navigando in Internet ho trovato questa citazione:

Libero mercato significa infatti sovranità degli individui in quanto consumatori. In un plebiscito ripetuto ogni giorno, dove ogni soldo dà diritto ad un voto, i consumatori decidono chi deve possedere e gestire le fabbriche, i negozi e le fattorie. Nel libero mercato la ricchezza può essere acquisita in un solo modo, servendo nel miglior modo possibile e a minor costo la gente....Solo nel mercato dunque il controllo dei mezzi materiali di produzione è soggetto al controllo sociale, cioè alla conferma o alla revoca da parte dei consumatori, nel cui giudizio sono assolutamente sovrani.

Guglielmo Piombini

giovedì 12 giugno 2008

La Norvegia approva i matrimoni gay. È il sesto


Con 84 sì e 41 no il parlamento norvegese ha approvato oggi a larga maggioranza una nuova legge, a lungo discussa, sul matrimonio che autorizza, ma non obbliga, la chiesa di Norvegia e altre confessioni religiose a celebrare i matrimoni fra persone dello stesso sesso.La legge garantisce alle lesbiche il diritto di accedere all'inseminazione artificiale. Il donatore di sperma deve essere identificato affinché il bambino, una volta raggiunta la maggior età, possa conoscere il padre se lo desidererà. Il leader cristiano democratico Dagfinn Hoybraten ha sottolineato in aula di essere a favore dei diritti degli omosessuali ma di voler proteggere i bambini e ha messo in guardia contro "gli esperimenti" in questo campo.
La legge, inoltre, amplia le possibilità di adozione da parte delle coppie dello stesso sesso.
I tre partiti della coalizione di centro-sinistra al potere e due formazioni di opposizione, il partito conservatore e il partito liberale hanno votato quasi tutti a favore, mentre il partito Cristiano Democratico e il populista Partito del Progresso, all'opposizione, si sono schierati contro la legge.Il voto è stato salutato con applausi dalla galleria del pubblico. «È un giorno storico», ha dichiarato in aula il deputato laburista Gunn Karin Gjul, paragonando la nuova legge «al suffragio universale e alla legge sulla parità dei sessi».
Escludendo gli stati americani del Massachusetts e della California, la Norvegia diventa così il sesto paese al mondo a dare alle coppie omosessuali il diritto di sposarsi legalmente come le coppie eterosessuali

mercoledì 11 giugno 2008

Facendo il Test...

Cari,
Ho fatto questo test trovato in Internet a questo sito: http://movimentoarancione.blogspot.com/2008/04/test-quanto-odi-il-potere.html
Questo il mio risultato:



Quanto odi il potere?
My Result: Libertario
Myspace Quizzes
Il tuo odio per il potere è radicale. Faresti volentieri a meno dello Stato, che consideri un immorale strumento di sopraffazione.

Take Quanto odi il potere?
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Sexpol: Oltre destra e sinistra

"Lo schema "sinistra-destra" è proprio della politica della società industriale. Occuparsi di sé, porsi determinate domande (chi sono? che cosa voglio? dove sto andando?) sono atteggiamenti che lo schema sinistra-destra interpreta come segnali di perdita, rischio, caduta e fallimento o, in altre parole, come il peccato originale dell'individualismo. Gli stessi atteggiamenti, invece, conducono a un'altra identità politica, quella che Anthony Giddens definisce life politics. [...] La politica della vita è politica dello stile di vita, ossia uno scontro tra gruppi di stili di vita divergenti, ciascuno dei quali possiede verità proprie che è assai difficile conciliare. Si pensi, per esempio, al dibattito sul diritto all'aborto, nel quale entrano in conflitto posizioni divergenti che si escludono a vicenda. Forse un giorno nasceranno anche religioni dello stile di vita, l'una radicalmente opposta all'altra e perciò capaci di innescare nuove crociate, anche perchè sarà sempre più arduo elaborare ipotesi di conciliazione efficaci." - Ulrich Beck

martedì 10 giugno 2008

Priorità per Corea del Nord

• Dichiarazione di Marco Perduca

Se progetti di cooperazione potranno essere indirizzati alla Repubblica Democratica di Corea questi dovranno avere come priorità assoluta la lotta per sterminio per fame che il regime di Pyongyang porta avanti da anni contro i coreani. I Radicali vigileranno in Parlamento perché i soldi dei contribuenti italiani non finiscano nelle tasche dell’oligarchia nazional-comunista di Kim Jong-il ma in progetti di pronto soccorso alimentare. E’ inammissibile che il soldi della cooperazione italiana vadano a un regime che ha come capo di stato un morto e che da oltre mezzo secolo opprime il proprio popolo arricchendosi smisuratamente.

Satyagraha per la Pace - Medio Oriente

lunedì 9 giugno 2008

Ricordate...........i Rom?


Quando i nazisti sono venuti a prendere i comunisti,
ho taciuto
non ero certo un comunista
Quando hanno incarcerato i socialdemocratici
ho taciuto
non ero certo un socialdemocratico
Quando sono venuti a prendere gli operai
ho taciuto
non ero certo un operaio
Quando hanno preso gli ebrei, ho taciuto
non ero un ebreo
Quando sono venuti a prendere me,
non c'era più nessuno che potesse protestare.


La poesia del pastore luterano tedesco Martin Niemöller, arrestato nel 1937 dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, mi ricorda ciò che potrebbe avvenire in Italia con questo governo di polizia tutto a partire dai Rom.
Antonietta Farina Coscioni dice: Di fronte a quello che accade ogni giorno sotto i nostri occhi non è possibile tacere. Per questo, tra le altre iniziative che stiamo predisponendo per respingere le odiose manifestazioni di xenofobia di pochi violenti che certamente non rappresentano il “sentire comune” di questo paese, abbiamo deciso di promuovere un “intergruppo parlamentare di amicizia coi popoli rom”.
Non vogliamo limitarci ad una mera testimonianza di solidarietà, ma attivarci perché anche i rom possano da una parte diventare titolari di diritti civili, economici, sociali, politici e culturali come tutti; e dall’altra assumersi la responsabilità di doveri per una inclusione sociale che non comporti annullamento della propria specificità e non generi e alimenti conflittualità. Perché “ieri” i rom, i rumeni, gli albanesi eravamo noi, quando in Francia, in Germania, negli Stati Uniti ci chiamavano “terroni”, “macaroni”, “dago”. Anche noi, fino a “ieri” “puzzavamo” e venivamo considerati tutti mafiosi, non solo a Broccolino.

domenica 8 giugno 2008

Gay Pride di Roma

• Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale del Pd, Segretaria di Radicali Italiani, e Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti

Il diniego della Prefettura e Questura di Roma agli organizzatori del Gay pride di utilizzare Piazza San Giovanni come punto d'arrivo della manifestazione, è del tutto ingiustificato. La motivazione data sarebbe quella che è "inopportuno" che il Gay pride si concluda nello stesso luogo dove ha sede una Basilica all'interno della quale, alle ore 20.30 - dopo un'ora dalla conclusione del pride! - si svolgerà un convegno e canterà un coro. Insomma, le motivazioni del diniego non riguardano l'ordine pubblico o aspetti giuridici ma soltanto questioni di 'inopportunità', perchè canterà un coro.
Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle Associazioni organizzatrici del Gay Pride di Roma, giudichiamo questo diktat imposto dalle autorità un pericoloso precedente che nega il diritto costituzionale a manifestare liberamente il proprio pensiero.

sabato 7 giugno 2008

Banner Stop The Fever Banner Stop The Fever Banner Stop The Fever

Caro, carissimo petrolio


Gasolio auto: l'Italia batte ogni record, si legge un giorno sì ed uno no sui giornali, e come avviene oramai periodicamente a lanciare l'allarme è qualche personaggio, che concentra la sua attenzione,
assieme alla Federconsumatori, sul costo "industriale", ossia sul prezzo alla pompa al netto delle tasse.
Il tutto suona però, come al solito, paradossale, considerando che il 65% del costo al distributore non è "costo della benzina", bensi' "tasse statali sulla benzina". Dinanzi ad una percentuale cosi' elevata, il resto diventa praticamente irrilevante, e scorrendo alcuni dei magnifici "servizi" resi dallo Stato italiano grazie a questo fiume di denaro, c'è da rimanere letteralmente allibiti:

1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
14 lire per la crisi di Suez del 1956;
10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
205 lire per la missione in Libano del 1983;
22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004

E oltre a questo, ovviamente, l'odiata IVA!!!!

Di cosa straparla quindi il Ministero? Perché non si prende le proprie responsabilità, invece di puntare il dito altrove?

Altro che boicottare la Esso, la Total o chi per esse, come propone Grillo: BOICOTTIAMO IL VERO COLPEVOLE
DELL'ALTO PREZZO DELLA BENZINA, LO STATO!!

venerdì 6 giugno 2008

Il Governo contro la prostituzione

Ci mancava solo questo... L'emendamento al Decreto Sicurezza introdotto dai relatori al Senato, i Presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama, Filippo Berselli (AN) e Carlo Vizzini (FI), secondo il quale deve essere considerato soggetto pericoloso per la sicurezza e la moralità (...nemmeno nello Stato Pontificio erano considerate tali... d'altra parte è lo stesso S. Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa, citando S. Agostino a riconoscerne la necessità: "Aufer meretrices de rebus humanis, turbaveris omnia libidinibus" (S. Th., II-II, q. 10, a. 11) anche chi vive "del provento della propria prostituzione e venga colto nel palese esercizio di detta attivita". Noi, al contrario, che conduciamo una battaglia per la liberalizzazione della prostituzione, ci domandiamo: è realmente un'emergenza sociale? O sono ben altri i problemi che angustiano gli italiani? Dite la vostra, sostenete la nostra battaglia! Scrivi a: info@sexpol.it o anarhkydom@hotmail.it

Cari amici,

siamo ora arrivati alle prostitute pericolose per la moralità pubblica...nemmeno nello Stato Pontificio erano considerate tali!! Mobilitiamoci!!
Su www.sexpol.it

La novità libertaria!

giovedì 5 giugno 2008

MA QUALE ROBIN HOOD?



Ancora una mossa sbagliata di "Colbert" Tremonti, un vero sceriffo di Nottingham che inutilmente ed a sproposito cita Robin Hood.
Di seguito, il comunicato dell'Istituto Bruno Leoni:

L'Istituto Bruno Leoni giudica "populista e dannosa" la proposta di una Robin Hood Tax contro i petrolieri.
Per Carlo Stagnaro, direttore Energia e ambiente dell'IBL, "la Robin Hood Tax è un provvedimento controproducente. Intanto, i margini più ricchi stanno nell'upstream, che in Italia è un'attività relativamente poco importante. Secondariamente, è ovvio che la tassa verrebbe trasferita ai consumatori, col risultato di esacerbare ulteriormente l'aumento dei prezzi. Terzo, se la tassa non fosse integralmente trasferita, creerebbe un disincentivo agli investimenti, che sono l'unico strumento per ottenere una riduzione strutturale dei prezzi".
Conclude Stagnaro: "L'Italia di oggi - un paese con una pressione fiscale reale vicina al 60 per cento e una spesa pubblica pari alla metà del Pil - non ha bisogno di un Robin Hood che rubi a qualcuno per dare a qualcun altro (trattenendo una cospicua quota della somma intermediata, come sempre accade coi Robin Hood pubblici). Il paese ha bisogno di una radicale riduzione delle tasse, che dia respiro e slancio alla nostra economia".

mercoledì 4 giugno 2008

Liberalizzare la prostituzione


La condanna della prostituzione reca con sè un giudizio etico, quello che vendere il proprio corpo sia moralmente sbagliato. Come in ogni proibizionismo, lo Stato informa la propria legislazione a valori e principi etici che coinvolgono spesso la sfera più intima di libertà dei cittadini, ossia quella di far l'uso del proprio corpo che si ritiene più opportuno. Cosa diversa è regolamentare gli aspetti sociali del fenomeno, come la prostituzione per strada. Ci domandiamo: e se liberalizzassimo totalmente la prostituzione? Se ciascuno fosse libero di fare del proprio corpo ciò che ritiene opportuno? Una sorta di deregulation totale, con la mano invisibile del mercato libera di intervenire a regolarlo. Le conseguenze non sarebbero forse peggiori di una società che condanna ipocritamente gli aspetti più bassi del fenomeno mentre in realtà ne è permeata in ogni aspetto, con la pratica quotidiana del compromesso, del do ut des, del concedersi in cambio di vantaggi, la prostituzione intellettuale, politica o del conformismo.
Come afferma il filosofo Bernard de Mandeville: "Il vizio è tanto necessario in uno stato fiorente quanto la fame è necessaria per obbligarci a mangiare. È impossibile che la virtú da sola renda mai una nazione celebre e gloriosa".
(Fabrizio Caruso)

martedì 3 giugno 2008

Gay Pride a Caserta

Una petizione libertaria nazionale che ha bisogno dell'aiuto di tutti voi:

Portiamo il Gay Pride a Caserta.
Facciamo diventare Caserta una vera città libertaria, libera e antirazzista.
Iniziamo con questa manifestazione. Ci sono tante petizioni di chi non vuole che nelle proprie città sfili una allegra e colorata manifestazione, noi invice diciamo si, qui siete liberi. Per combattere la morale e l'etica religiosa di coloro che vogliono la centralità della famiglia ''normale'' che dai dati ormai è sempre più in crisi. Fuori dal Medioevo.
Movimento Fiamma Libertaria
Studenti Libertari
Ass. Antiproibizionista-Libertaria


Il Cpt di Ponte Galeria è un inferno


• Da una nota di agenzia letta a Radio Radicale

Il cpt di Ponte Galeria di Roma "è un inferno", una struttura di cemento e grate dove manca quasi tutto, igiene compresa, i rifiuti sono per terra, nei corridoi, i servizi igienici sono rotti o sporchi, e chi è chiuso là dentro non ha riconosciuti i suoi diritti, una situazione esplosiva: è questa la sintesi di Rita Bernardini, deputata radicali-Pd e segretaria dei Radicali italiani, che oggi ha visitato il centro con la collega Elisabetta Zamparutti ed Elettra Deiana, dirigente di Rifondazione.
Nel centro, alla periferia di Roma, ci sono 109 donne e 134 uomini provenienti da Marocco, Albania, Romania, Nord Africa, Afghanistan, "alcune appena uscite di galera, alcune che devono essere espulse, altre in attesa di regolarizzazione, altre ancora in attesa di asilo politico".
Il cpt è un posto triste e squallido, anzi "di uno squallore unico" - racconta Bernardini - tutto cemento e grate, un cortile vuoto su cui si affacciano le camerate, tutte a livello terra. La delegazione racconta di aver trovato una situazione drammatica soprattutto nel reparto maschile, in quello femminile le condizioni igieniche sono migliori e l'ambiente è più sereno, in quello maschile invece hanno trovato "l'inferno": sporcizia dappertutto, nonostante al centro assicurino che ogni mattina alle 6 arrivi una ditta delle pulizie, mura sporche e scrostate, rubinetti e docce rotti, rifiuti per terra, non ci sono i bidoni "pericolosi", non una pianta, anche i vasi sono "pericolosi", non un colore. "Sono persone abbandonate da Dio e dagli uomini".
Ma sono persone che vogliono raccontare la loro storia, volti che sembrano avere 70 anni e invece ne hanno 50, voci che si sovrappongono, alcune agitate, altre lamentose.

C'è un ragazzo di 21 anni rumeno, biondo con la faccetta "buona" che da una settimana è nel cpt e non ha ancora ricevuto la tessera per telefonare alla madre in Romania, che non sa più dove sia il figlio. C'è un marocchino con il braccio piagato, che dice 'non sono ancora stato medicato', fortuna vuole che con la delegazione ci sia un membro della Cri che provvede. C'è il tosscodipendente da eroina - sono in 5-6 nel cpt, tutti uomini - che chiede perché non venga mandato in una comunità per curarsi.
Ci sono 4-5 afgani che non parlano una parola di italiano, portati nel cpt direttamente dal container che li ha 'trasportati' in Italia, vorrebbero chiedere diritto d'asilo ma non sanno come.
E ancora, c'è un signore marocchino da vent'anni in Italia, un lavoro, una moglie e 4 figli, una va all'università e lui chiede: perchè mia figlia deve preoccuparsi per me, perché sono qui?
Dovrebbe preoccuparsi solo di studiare!', Ce ne è un altro che ha la sua compagna nel reparto femminile, di là dal cortile, incinta di tre mesi: all'inizio riuscivano a vedersi, in qualche modo, ora non più, da molto, non è possibile, non sono sposati. C'è un albanese di 30 anni, vestito abbastanza bene, al meglio che può, pulito, doccia appena fatta che chiede dia vere almeno un deodorante e dei saponi per pulire meglio i bagni.
Il reparto femminile è più pulito e sereno, ma non mancano storie drammatiche. Qui ci sono molte filippine, molte badanti. C'è una donna albanese, una badante, che è stata portata qui e dal 7 aprile non ha notizie di sua figlia, un anno e mezzo, presa in affidamento dai servizi sociali, l'unico desiderio che ha ora è tornare in Albania con la figlia.
"Stiamo preparando un'interrogazione parlamentare", dice Rita Bernardini e "chiediamo al governo e a Maroni di rivedere i provvedimenti sull'immigrazione"; soprattutto la proposta di elevare a 18 mesi la possibilità di permanenza nei cpt, spiega, e per questo "lo invito a venire a vedere di persona come stanno qui gli immigrati". Inoltre, avverte la segretaria dei radicali, se vanno avanti "le norme sul reato di clandestinità si rischia non solo il collasso dei cpt, ma quello delle carceri e della giustizia, un sistema già malato che ha 10 milioni di processi arretrati".

lunedì 2 giugno 2008

Nucleare? No, Grazie!

L'energia libertaria è l'energia che fa bene all'ambiente che non crea monopoli che è accessibile a tutti e che sviluppa le tecnologie, questa energia non è il nucleare.
Domenico Letizia


Ancora una volta con Grillo:
Il comitato di affari PDL e PD-meno-elle ha deciso che il nucleare si deve fare. Il futuro economico, energetico, industriale dell’Italia è legato al nucleare. I media si sono subito allineati, sanno che l’opinione pubblica è contraria. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, attraverso dati, pubblicazioni scientifiche, testimonianze, video, interviste dimostrerò il contrario. Non è difficile.
Nucleare? No grazie.
Nel 1987 venti milioni di italiani hanno votato un referendum contro il nucleare. Scajola e la Marcegaglia contano più della volontà degli italiani? Chi li autorizza a prendere decisioni a nome del popolo italiano?
Si vuole il nucleare? Si tenga un nuovo referendum. Se gli italiani voteranno a favore, allora si potrà fare. Altrimenti no. Non si possono costruire centrali nucleari ignorando il risultato di un referendum popolare.
Scajola vuol fare lo sconto sulla bolletta a chi acconsentirà alle centrali nucleari vicino a casa. Dia lui l’esempio con una discarica di scorie nucleari nel suo giardino. La bolletta gliela pago io.
Ci sono molti comuni denuclearizzati in Italia, comuni sovversivi, sobillatori, pericolosi organizzatori di energie alternative. Ma non sono ancora abbastanza. Chiedo ai sindaci di esporre il cartello: “Comune denuclearizzato” sotto il nome del loro paese. E’ il miglior benvenuto per chi lo visita.






domenica 1 giugno 2008

La truffa degli Anti-fumo


Il 31 maggio si celebra la tredicesima "World No Tabacco Day", giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e creata nel 1987, con l’intento di ridurre il numero delle presunte morti causate dal consumo di tabacco. Presunte, perchè di morti non se ne può scientificamente dimostrare nemmeno una. Non esiste infatti un nesso scientifico tra fumo attivo e cancro polmonare. Anzi, la preponderanza dell'evidenza scientifica sembra più china all'improbabilità, anche se sono solo in pochi ad avere il coraggio di dirlo: in Italia una delle poche voci libere sul tema è quella di Forces (http://www.forcesitaly.org), che da anni guida la dura battaglia contro il proibizionismo truffaldino degli anti-fumo.
Qui non si tratta di opinioni personali, né di quale autorità dica che, né di chi finanzi cosa. Si tratta invece di REGOLE CHE SONO ALLA BASE DELLA SCIENZA, DELL’EPIDEMIOLOGIA E DELLA STATISTICA – regole fondamentali che sono SISTEMATICAMENTE VIOLATE per far tornare i conti e giustificare proibizionismo, arroganza e sete di potere, e per facilitare le agende farmaceutiche internazionali.
Ecco perché le entità salutiste rifiutano ostinatamente un dibattito pubblico sulla validità della loro scienza rottame e sulla veridicità delle loro affermazioni: rifiutano perchè sanno di mentire ed hanno paura della verità.
Lo stato salutista, incalzato da organizzazioni criminali come l'OMS, avanza per il controllo totale del nostro comportamento, giustificando se stesso con una scienza fraudolenta ed una filosofia marcia. Ma la realtà è sempre e solo una: non si può quantificare il costo sociale di una qualsiasi "sostanza", o abitudine, o stile di vita che si pensa causi malattie che sono multifattoriali - perché non si possono quantificare i "morti" e i "malati"!
Che lo stato e l'OMS smettano di perseguitarci dunque, fumare non è reato.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )