SITO ANARCOLIBERALE A CURA DI DOMENICO LETIZIA. Laboratorio per un Neo-Anarchismo Analitico che sia Liberoscambista, Volontarista, Possibilista e Panarchico con lo sguardo verso i valori del Liberalismo Classico, del Neo-mutualismo e dell'Agorismo. Un laboratorio che sperimenti forme di gestione solidali, di mercato dencentralizzato e di autogestione attraverso l'arma della non-violenza e lo sciopero fiscale, insomma: Disobbedienza Civile

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venerdì 30 gennaio 2009

Riflettendo sull'oro


Una critica che normalmente è fatta all'agganciamento all' oro è che oltre all'essere scarso, è molto facile da monopolizzare.
I sostenitori di questo modello sostengono che il fatto che sia scarso è un vantaggio, dato che così nessuno può inondare il mercato e destabilizzare l'economia; ma il contro argomento dei suoi ''condannatori'' mira a ricordare che rapidamente questo sistema monetario si convertirebbe nella tirannia della plutocrazia che controllerebbe facilmente l'offerta di denaro.
In primo luogo, una minoranza chiunque non può accaparrare tutto l'oro a meno che lo scambi con altre merci, e può solo acquisire quelle ''altre'' merci col lavoro. In definitiva, in un libero mercato è inverosimile che qualcuno possa comprare con il suo proprio lavoro tutto l'oro del mondo. Perfino attualmente è difficile farlo perché è distribuito in mani di molti proprietari che esigerebbero una bella cifra di denaro per lo scambio proprio per dissuadere qualunque "accaparratore". L'oro non è fine in sé stesso, bensì un mezzo di scambio, per questo non ha senso scambiare una quantità immensa di merci in cambio del mezzo che serve per ottenerli.

Inoltre, nel caso dei mutualisti ed altri liberoscambisti, l'oro è solo uno dei sistemi possibili. Se fosse monopolizzato, continuerebbero ad esistere altri mezzi di scambio come l'argento, il rame o la carta-moneta agganciata alla terra, come proponeva William Greene in Mutuo Banking. Questo, ovviamente, sottrarrebbe all'efficacia del monopolio e scoraggerebbe gli "accaparratori" di oro.

In definitiva, un motivo meno per impiantare una banca centrale statale.

Appunti: http://www.mutualismo.org/

mercoledì 28 gennaio 2009

PLI: Partito Illiberale Italiano



La classica morale che ogni mutamento partitico delle battaglie libertarie e liberali finisca per essere un male e un danno, trova puntualmente conferma. Questa volta sotto accusa ci finisce proprio il PLI (Partito Liberale Italiano) che come riporta nel simbolo dovrebbe farsi portavoce del pensiero liberale (e qui ci vuole la pernacchia), invece nel partito è partita una caccia alle streghe per censurare il non liberale che cerca di infiltrarsi tra i siceri liberali, insomma metodi sovietici e stalinisti per un partito che probabilmente finirà alleato con il PDL dopo averne criticato per mesi la politica.

Vi lascio il comunicato del PLI:

Sono giunte nelle ultime ore alla redazione numerose richieste di opposizione alle nuove tessere sottoscritte in questi ultimi giorni in quanto è diffuso il sospetto che una parte consistente dei nuovi tesserati, nelle suddette date, non siano che meri strumenti innescati a comando da forze politiche ostili con l’intento di falsare l’esito del prossimo Congresso Nazionale in programma a Roma il 20-22 febbraio con l’obbiettivo di sciogliere il PLI e farlo confluire in un altro schieramento.
Le opposizioni pervenute, a norma dell’ articolo numero 4 dello Statuto del PLI, verranno immediatamente trasmesse alla segreteria nazionale che, tramite il Comitato dei Garanti, provvederà a effettuare gli opportuni controlli e i necessari accertamenti per verificare la fondatezza delle opposizioni presentate.
La redazione

(http://www.partitoliberale.it/2009/01/17/pervenute-alla-redazione-molte-richieste-di-opposizione-per-le-nuove-tessere/)

Insomma c'è poco da dire nel Pdl del mafioso Berlusca il Partito Illiberale Italiano trova la sua casa.

martedì 27 gennaio 2009

domenica 25 gennaio 2009

L'alternativa alla crisi? Libertà è possibilismo

Alternativa alla crisi? Mercato, libertà, concorrenza.....
Un mio articolo sul Sito del Movimento Arancione, Buona lettura:

http://movimentoarancione.blogspot.com/2009/01/lalternativa-alla-crisi-liberta-e.html


venerdì 23 gennaio 2009

Le azioni libertarie


Gli anarchici: un fazzoletto rosso per aiutare i migranti.
Riporto da: http://www.cronacaqui.it/news-lultima-sfida-degli-anarchici-un-fazzoletto-rosso-per-aiutare-i-pusher_17769.html, ovviamente anche questo giornale a mio avviso usa termini poco consoni, ma rende l'idea dell'opera grandiosa.

Un fazzoletto rosso contro i blitz di polizia e carabinieri. E’ l’ultima trovata degli anarchici, lanciata attraverso un volantino affisso su alcuni muri della città e pubblicato sul web. La locandina invita a “mettersi in tasca un fazzoletto rosso e, in caso di retata, tirarlo fuori e metterlo bene in vista. Lo straniero senza documenti che vede qualcuno con il fazzoletto sa che ci sono in giro le pattuglie e gira alla larga”. Per diffondere il messaggio, alcuni anarchici, sabato 17 gennaio si sono presentati al mercato di piazza Madama Cristina, a San Salvario. Armati di megafono, hanno incominciato a distribuire i primi fazzoletti rossi.
L’iniziativa va ad aggiungersi ad altre che, in passato, erano state intraprese per fornire sostegno agli immigrati irregolari. Erano comparsi volantini con un numero di cellulare da chiamare nel caso in cui si fosse stati trasportati al Cpt, e altri tazebao con le foto di alcuni poliziotti da cui “stare alla larga”.

giovedì 22 gennaio 2009

Dall' Imperialismo all' Imperialismo

Bush non c'è più! Hurray!
Certamente il semplice fatto che un personaggio come lui ora, finalmente, non faccia più il presidente è una grande vittoria, ma chi fermerà lo statalista Obama?



martedì 20 gennaio 2009

L' Anarcoliberismo è di sinistra


(Alcuni appunti di D. Fidone)

E' ormai generalmente riconosciuto (tranne dagli statalisti più ottusi) che il sistema di mercato è, per chi ne può fare uso, quello preferibile. Allora la soluzione più logica non è tentare di limitarlo, ma renderne possibile l'accesso a tutti.
E questo si può ottenere pienamente proprio abolendo lo stato, che attraverso i suoi monopoli (in particolare quello della moneta e della legittimazione/protezione dei diritti di proprietà) rende il benessere economico prerogativa di pochi.
La libertà monetaria comporterebbe infatti credito accessibile a tutti e quindi chance per tutti, anche partendo da zero. Caduto l'obbligo di accettazione della valuta nazionale, la concorrenza di più monete private sullo stesso territorio costringerebbe gli istituti di emissione ad incentivare la creazione di ricchezza fruibile dalla propria utenza, concedendo finanziamenti a prescindere dalla presenza o meno di garanzie, con il solo obbligo di accettare la moneta dell'ente finanziatore una volta avviata l'attività economica finanziata. In tal modo praticamente tutte le idee o capacità individuali potenzialmente fruttuose troverebbero finanziamenti, anche se provenissero da nullatenenti.
Inoltre la libera concorrenza nella formazione e protezione dei diritti di proprietà comporterebbe una loro distribuzione più equa e più conveniente per tutti, senza privilegi o rendite parassitarie garantite a pochi.
Queste considerazioni completano quelle esposte da Giavazzi e Alesina ne "il liberismo è di sinistra", ove ovviamente viene presa in considerazione solo quella parte sia pur importante di liberismo che di per sè non necessiterebbe, almeno teoricamente, l'abolizione completa dello stato......

Che due economisti autorevoli riconoscano che la libertà economica ed il mercato non producono necessariamente diseguaglianze, come generalmente si crede, ma anzi la riducono.
Ovvia l'irritazione dei falsi liberisti di destra, così come degli statalisti di "sinistra". Sono dei miti da sfatare ed in questo Giavazzi va nella nostra stessa direzione.
Del resto chi se non i liberisti dovrebbe sfatare il mito marxiano, o meglio socialdemocratico, dello stato come benefattore del popolo e del mercato come suo nemico?
Oggi questa colossale mistificazione sembra che cominci a scricchiolare. Anche se non bisogna dimenticare che, seppur minoritaria, una tradizione liberista di sinistra è esistita fin dall'800: ne sono esempi Ben Tucker, Enrico Leone, Salvemini, fino ad arrivare agli odierni left-libertarians, passando per esponenti della "old right" come Albert jay Nock e Frank Chodorov che oggi potrebbero tranquillamente essere considerati liberisti di sinistra, in quanto apertamente georgisti e fortemente critici sulle rendite catastali.

domenica 18 gennaio 2009

‘’Il socialismo’’ di John Stuart Mill


Pensate a questo passo del libro IV, capitolo 7 dei Principi di Economia Politica:

La relazione tra padroni ed operai sarà rimpiazzata gradualmente per una società, in una di queste due forme: in alcuni casi, per l'associazione dei lavoratori col capitalista; in altri, e magari completamente alla fine, per l'associazione dei lavoratori tra sé. La forma di organizzazione […] che predominerà finalmente se l'umanità continua a progredire, non è quella in cui possano esistere capitalisti come capi e lavoratori schiavi, l'associazione dei lavoratori su condizioni di uguaglianza, possedendo in comune il capitale continuerà le sue operazioni.

Qualcuno commenta:
La visione di Mill non è quella delle imprese pubbliche. Egli disse che la gestione statale era "proverbialmente speculativa, trascurata, ed inefficace". Al contrario, è una visione di cooperative di lavoratori. Ed inoltre, di cooperative che competono tra sé.
Molto interessante, l'aspetto socialista di mercato di Mill.

Il tasso decrescente di benefici arriverà finalmente. Puoi evitarlo per un tempo esportando capitale, e quel tasso decrescente rimarrà come una stella nascosta all'orizzonte… ma la cosa unica che ne uscirà è un mondo capitalista - e completamente capitalizzato -, con tassi di benefici bassi dappertutto, (e non ci sarà di seguito un altro posto dove andare per cercare un economia monopolizzata e statale) un'economia giusta che silenziosamente si espande. In questa ''società stabile'' è facile per i lavoratori smettere di essere usati del capitale.

Qualcuno commenta ma"Questo è Marx?"
Scorretto: "Questo è John Stuart Mill"

venerdì 16 gennaio 2009

Buon Compleanno, Proudhon!


Si celebra il 200 anniversario della nascita di Pierre-Giuseppe Proudhon.
Proudhon ha tentato di dar risposte a quelle domande più di base dell'anararchismo: Cosa è la libertà? Come sono collegati ordine e libertà? Cosa sono società e stato? Cosa è la proprietà? Cosa, se esiste, è il progresso ? Queste non sono solo domande di un anarchico. Queste sono il genere di domande al quale tutti devono risposte sicuramente per chi spera in una società stabile in una maniera durevole che offre giustizia per i suoi membri.

Curiosamente, notoriamente, il mondo, ed il movimento anarchico stesso, ricorda primariamente Proudhon per quel detto provocativo: “la Proprietà, è un furto .” Non c'è analisi di cosa è la Proprietà? Senza dimenticare che quel lavoro del 1840 non era l'ultima analisi di Proudhon. Proudhon gradualmente sviluppò la sua teoria, è stato accusato di criticare ''la sua prima anarchia'', c'era, dopo tutto, solamente una nozione vaga, sintetica della libertà intesa come riconciliazione di “proprietà” e “comunismo,” un “terza forma di società” che forse non soddisferebbe proprio, col suo carattere sintetico, un grande numero, forse la maggioranza, di quelli che ora si considerano i protagonisti dell'anarchia.

Il mutualismo di Proudhon era risolutamente un approccio anti-utopistico che negò la legittimità del ''brevetto'' un sistema antiliberale dei sistemi liberali, sperò di detronizzare la religione come ''adorazione passiva dell'assoluto'' come ideologia.

Un pensatore estremamente individualista, non ebbe paura di intraprendere il suo corso da individualista quando lo confrontò anche con altro come l' atomismo sociale, anche se individualista non era avverso all' ''Umanità'', o alle società come un essere collettivo. La sua teoria di forza collettiva guidò la sua teoria di proprietà, dall'inizio della sua carriera fino alla fine della sua vita. Quando intendeva l'idea di “persone collettive”, senza offendere l'etica di noi libertari, stava offrendo suggerimenti diretti per soluzioni, particolari di teoria della proprietà. Lontano più dei suoi pari, Pierre Leroux e William B. Greene, Proudhon era capace di capire le accuratezze filosofiche e le conseguenze pratiche, della “dottrina della vita” di un rivoluzionario.

Noi conosciamo le colpe di Proudhon, ma soprattutto le vittorie.

Buon Compleanno, Proudhon!

martedì 13 gennaio 2009

An Agorist Primer


di Wally Conger,

Pubblicato su 100 pagine, An Agorist Primer non solo offre un chiarimento semplice ma completo di cosa è essenzialmente l' agorismo ma costruisce anche una struttura forte per l'agorismo stesso. ''Sicuro, sono influenzato. Sì, che lo sono, sono nell'agorismo e nella Libertarian-Left da 30 anni. SEK3 è stato la mia linea filosofica per tantissimo tempo. Ma ho fiducia in me, l'argomento bene-strutturato di Konkin per una società di free market mostra che tale società è assolutamente conseguibile e sostenibile.''
Il libro di Samuel veramente è un innesco; si spoglia di teoria economica ed industriale e di filosofia libertaria ma senza trascurare entrambi. An Agorst Primer può essere una passeggiata rapida attraverso le basi dell'agorismo senza imbrogliare mai il lettore.
Noi perdemmo un pensatore libertario ed un terrificante scrittore quando SEK3 morì cinque anni fa. Ma questo piccolo tesoro sta in piedi soprattutto ultimamente come un testamento per una vitalità al libertarianism moderno come Samuel usava chiamarlo, Questo è il Nostro Movimento.

domenica 11 gennaio 2009

Ciao Fabrizio....


Ciao Fabrizio,
In questo piccolo giorno simile a tutti gli altri di questa breve vita lascio su queste pagine ''informatiche'' un mio personale e carissimo saluto.
Certamente eri un grande poeta, certamente eri un uomo dai sentimenti forti, certamente eri un anarchico e certamente sei in tutti noi. Penso che solo chi crede seriamente nella signora libertà, nella signorina fantasia ti possa apprezzare seriamente, io ci provo.
Ti ringrazio soltanto di darmi la felicità ogni sera che tornato a casa non posso far a meno di sentirti un po’.

Un mio carissimo saluto.
E a dieci anni dalla tua scomparsa esce fuori che la polizia pure ti rompeva:
Pur senza disporre di riscontri minimamente verosimili, questori e agenti investigativi diffidano di De André, indirettamente ricollegato all'eccidio di Milano e poi trasformato in fiancheggiatore delle Brigate Rosse... Un'immagine totalmente fantastica, frutto di ottusità e di pregiudizio, oltre che di abissale incomprensione. Più che su De André, questi rapporti segnaletici ci informano sulla mentalità dei loro estensori: inadeguati sul piano professionale, disponibili a dare ombra a fantasmi, secondo i desideri dei loro superiori, in un pauroso deficit di cultura democratica.

Ciao…



venerdì 9 gennaio 2009

Cosigli sull'Anarchia


di Wally Conger
Abbiamo finalmente trovato dei buon libri. Nella scorsa settimana, due volumi di ottima lettura sono stati pubblicati, il primo: Anarchism for Beginners

L'Anarchia per Principianti: Questa è una traduzione inglese di un libro pubblicato cinque anni fa in spagnolo e in Argentina prima. Scritto da Marcos Mayer ed illustrato da Héctor Alberto Sanguiliano (conosciuto anche come Sanyú), offre una buona veduta di 170 pagina fatte di disegni umoristici sull'anarchia, mentre tocca tutte le basi dell'anarchismo anche se limita l' aspetto individualista a solo Max Stirner, ignorando Spooner, Tucker, De Cleyre, e il resto. Chiaramente, non viene menzionato affatto Rothbard e gli anarchici di mercato, ma in fin de conti non mi sorprende. Nonostante questi difetti, l'Anarchia per Principianti è una piccola lezione di storia ed un'introduzione filosofica perfetta per quei giovani (o di mezza età, o anche vecchi) radicali che cercano conoscenza.

Il secondo volume è, come Brad Spangler già ha riportato altrove, il libro libertario e più importante del 2009. È Samuele Edward Konkin III An Agoristprimer, pubblicato questo mese da Victor Koman: http://www.kopubco.com/

mercoledì 7 gennaio 2009

Kropotkin e la razza dei legislatori


In segiuto ad un dibattito sulla magistratura riporto questa lettura di Kropotkin:

"Vediamo una razza [riferendosi ai legislatori] che confeziona leggi, legiferando senza sapere su che legifera, votando oggi una legge su il risanamento delle popolazioni, senza avere una piccola nozione di igiene; regolamentando l'armamento di quell'esercito che sarà domani, senza conoscere un fucile; facendo leggi sull'insegnamento è l' educazione onesta dei ''figli''; legiferando senza sonno né sosta, ma non dimenticando mai le punizioni per colpire i miseri con la prigione e la galera, colpire uomini mille volte meno immorali di quello che sono loro stessi: i legislatori. Vediamo, infine, nel carcere la perditaa del sentimento umano; il poliziotto convertito in cane, la spia, la corruzione che regge il sistema; tutti i vizi, tutta ciò che vi è di brutto nella natura umana, è favorito, coltivato per il trionfo della legge. " Questa frase vile: "Ubbidite alla legge!", la rimpiazziamo per "Ribellavi contro tutte le leggi!"

martedì 6 gennaio 2009

Il monopolio dei dazi e delle tariffe


Di Kevin Carson

Come coi brevetti, siamo interessati agli aspetti delle tariffe che Tucker trascurò: il suo effetto nella promozione della monopolizzazione dell'industria. Nel seguente capitolo sul capitalismo monopolizzato, vedremo i veri effetti di quello che Schumpeter chiamò "il capitalismo monopolizzato dipendente dell'esportazione". Questo termine si riferisce ad un sistema economico nel quale l'industria con cartelli è protetta dietro barriere doganali; vende i suoi prodotti all'interno del paese per un prezzo da monopolio considerevolmente più alto di un mercato senza interventi, per ottenere superbenefici a costo del consumatore; e liquida all'estero la sua produzione invendibile, vendendolo sotto costo quando se ne presenta la necessità.
La tariffa fu chiamata "la madre dei monopoli" per i populisti dei secoli scorsi, dovuto all'efficacia con cui facilitò la coalizione tra grandi produttori nazionali e la creazione di oligarchie economiche. Mises, nell'Azione Umana, descrisse la dipendenza dei cartelli delle barriere doganali, soprattutto agendo congiuntamente con altri monopoli mantenuti dallo Stato come ad esempio i brevetti.
Ovviamente, con la sua enfasi abituale "a beneficio dei commerci", Mises trattò delle grandi compagnie industriali, come i beneficiari passivi di una politica statale protezionista diretta principalmente all'aumento dei salari lavorativi. La sua opinione è simile a quella dei primi industriali capitalisti
Secondo l'opinione di Kolko nel ''Trionfo del Conservatorismo'', i grandi monopoli all'inizio del secolo XX furono capaci di mantenere la loro quota di mercato contro imprese più piccole e più efficienti. La stabilizzazione della maggior parte delle industrie su un modello di oligarchia economica politica era possibile, alla fine, solo con l'aiuto addizionale delle regolamentazioni anticompetitive dell'Era "Progressista". Il fatto che i monopoli fossero tanto instabili, nonostante gli effetti dei cartelli, delle tariffe e dei brevetti, sta ad indicare l'alta influenza di intervento statale necessaria per mantenere il capitalismo monopolistico. Ma senza l'influenza combinata di tariffe, brevetti, e sovvenzioni alle ferrovie, è improbabile che siano stati capaci di un tentativo credibile di organizzare tali monopoli.

domenica 4 gennaio 2009

Mr. Libertarian vive!


Questo è quello che dice Lew Rockwell nel prologo della nuova edizione del libro "Verso una nuova libertà: Il Manifesto Libertario."

"There are many varieties of libertarianism alive in the world today, but Rothbardianism remains the center of its intellectual gravity, its primary muse and conscience, its strategic and moral core, and the focal point of debate even when its name is not acknowledged. The reason is that Murray Rothbard was the creator of modern libertarianism, a political-ideological system that proposes a once-and-for-all escape from the trappings of left and right and their central plans for how state power should be used. Libertarianism is the radical alternative that says state power is unworkable and immoral. "Mr. Libertarian," Murray N. Rothbard was called, and "The State's Greatest Living Enemy." He remains so".

Lew dice anche - partendo della definizione convenzionale della "Left" - che il libertarismo moderno non ha avuto origine come anti-sinistra, bensì, anche, come una reazione alla pianificazione conservatrice americana (incluso) specialmente l'incomprensibile idolatria intorno a Ronald Reagan:

"modern libertarianism was born not in reaction to socialism or leftism – though it is certainly anti-leftist (as the term is commonly understood) and antisocialist. Rather, libertarianism in the American historical context came into being in response to the statism of conservatism and its selective celebration of a conservative-style central planning. American conservatives may not adore the welfare state or excessive business regulation but they appreciate power exercised in the name of nationalism, warfarism, "pro-family" policies, and invasion of personal liberty and privacy. In the post-LBJ period of American history, it has been Republican presidents more than Democratic ones who have been responsible for the largest expansions of executive and judicial power. It was to defend a pure liberty against the compromises and corruptions of conservatism – beginning with Nixon but continuing with Reagan and the Bush presidencies – that inspired the birth of Rothbardian political economy".

Rothbard,oggi, è effettivamente attuale davanti alla crisi dello Stato. Il suo maggiore merito è di aver saputo unire varie tradizioni apparentemente contrapposte a beneficio e per la causa della libertà umana:

Yes, he had many predecessors from whom he drew: the whole of the classical-liberal tradition, the Austrian economists, the American antiwar tradition, and the natural-rights tradition. But it was he who put all these pieces together into a unified system that seems implausible at first but inevitable once it has been defined and defended by Rothbard. The individual pieces of the system are straightforward (self-ownership, strict property rights, free markets, anti-state in every conceivable respect) but the implications are earthshaking.

Da: http://kill-lois.blogspot.com/

venerdì 2 gennaio 2009

La Secessione e l'Individuo


Oggi anche alla luce di alcune novità affrontiamo il problema, a mio avviso necessario, della secessione individuale dallo stato e dalla sua burocrazia mangiasoldi:
Riporto questo articolo di Enclave riguardo al caso di Moreno Simionato nel 1999 scritto da Guglielmo C. Cancelli

Secessione individuale
Il primo caso esemplare

Se anche la secessione individuale comincia a essere accettata...
Buone notizie per i libertari: ci hanno presi in giro perché sostenevamo che non solo ogni popolo, ma addirittura ogni individuo ha diritto alla secessione? Eccoli serviti, i nazicomunisti abbuffoni e arraffoni: in quel di Rencio, frazione di Crevoladossola (Verbania), è accaduto ciò che noi da lungo tempo scrivevamo. Un imprenditore, Moreno Simionato, esasperato dalle lungaggini e dai costi della burocrazia ha deciso di mandare tutto a quel paese e di gestire a modo proprio ciò che era legittimamente suo.
Da tre anni, infatti, Simionato attendeva invano il rilascio di una concessione edilizia per l'avvio di una nuova attività. I metodi di protesta classici non sono serviti: nessuno l'ha ascoltato quando ha alzato la voce, nessuno ha notato il suo sciopero della fame, nessuna compiacente televisione ha ripreso la sua minaccia di darsi fuoco. Ecco allora che, di comune accordo coi locali rappresentanti della Life (Liberi Imprenditori Federalisti Europei), ha deciso di dare inizio ai lavori "abusivi" per la costruzione di una stalla. Abusivi secondo lo Stato italiano, of course, che giudica illegale, illegittimo e illecito tutto ciò che non è accompagnato da una mazzetta.
A scanso di equivoci, proprio come Lysander Spooner con la propria compagnia postale, Simionato ha informato tutti di tutto: non una pietra è stata smossa al buio. Prima, ha dichiarato l'indipendenza: "avverto che il territorio di appartenenza della famiglia Simionato - ha scritto su un cartello bene in vista - non è più da considerarsi sotto la giurisdizione dello Stato italiano. Pertanto, onde evitare qualsiasi tipo di violazioni di confine fra Stati, invito tutti gli organi competenti ad astenersi da qualsiasi contromisura. Tale porzione di nuovo Stato libero sarà costantemente presidiata da uomini liberi che impediranno qualsiasi azione contro la libertà e ogni intrusione da parte dello Stato italiano". Poi si è rilasciato la concessione edilizia e ha iniziato i lavori.
Nessun assessore, nessun onorevole e nessun tenente colonnello è riuscito a fermarlo: soltanto il Generale Inverno, che prende ordini da qualcuno più autorevole del Presidente della Repubblica, ha potuto rallentare l'opera. A nulla è valso il tentativo dei vigili urbani, che hanno controllato cosa mai stesse succedendo e sono stati garbatamente invitati ad andarsene, perché ognuno ha diritto a cacciare gli ospiti sgraditi fuori di casa. I bene informati sostengono che tra un po' il comune intimerà una sospensione dei lavori (che, lo ricordiamo, avvengono in economia, poiché il mancato rilascio di un'autorizzazione da parte del comune stesso impedisce di convocare un'impresa edilizia).
Intanto, Simionato ha messo in atto una di quelle proteste irriverenti e non violente che ci piacciono tanto: si rifiuta infatti di ritirare qualsiasi lettera o notifica. I vigili hanno tentato pertanto di irretire la moglie dell'imprenditore per consegnare a lei il "dovuto", ma probabilmente non hanno considerato il fatto che, oltre a vivere insieme, i due coniugi hanno entrambi un cervello (sono esseri umani, dopo tutto, a differenza di taluni generali e ministri...). Adesso la vicenda è giunta a una situazione di stallo (mentre i lavori per la stalla procedono spediti) e non è esclusa un'azione di forza da parte delle istituzioni: ma in tal caso, i militanti Life del Piemonte e tutti gli uomini liberi sono pronti a intervenire in soccorso del buon Moreno.
Comunque vada a finire la vicenda (speriamo bene per il nostro eroe), per noi libertari questo sano senso di ribellione contro lo Stato è cosa buona e giusta, tanto più che Simionato, dichiarando l'indipendenza, ha creato una vera e propria Enclave di libertà nell'Ossola. I muri cadono uno dopo l'altro: e i cittadini sono sempre più coscienti dei propri diritti. Speriamo che lo capiscano anche i brigadieri. Sarà dura, ma la speranza l'ultima a morire.

Stessa cosa è accaduta in Sardegna nell'agosto del 2008. Gli indipendendisti Sardi dicono la loro:
Il movimento indipendentista sardo che fa capo a Doddore Meloni raccoglierà le firme per partecipare alle prossime elezioni regionali. L’annuncio e’ stato dato a Cagliari in una conferenza stampa dal leader dei separatisti che lo scorso agosto ha dichiarato l’indipendenza dell’isola di Maldiventre, sulla costa occidentale della Sardegna, 4 chilometri al largo della penisola del Sinis.
Il movimento ha anche “coniato” moneta, “su soddu”, che, evidentemente, e’ utilizzabile solo nel territorio dell’isola di Maldiventre. E’ stato lo stesso Doddore Meloni, imprenditore ed ex camionista, autoproclamatosi presidente della Repubblica di Malu Entu, a presentare le banconote affermando che “avranno corso legale a Maldiventre: unu soddu - molto simile al dollaro per colore e grandezza, col ritratto dello stesso Meloni - equivarra’ a un euro mentre una shardana ne vale 10″.
“Non e’ una provocazione”, ha dichiarato Meloni, “perche’ non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per coniare la nostra moneta. Sono o non sono il presidente?”, ha aggiunto. Per Meloni le dimissioni di Renato Soru “sono state un choc” e cosi’ ha deciso di presentarsi alle elezioni chiedendo “il 51 per cento del voto dei sardi per arrivare subito all’indipendenza”.
Alla domanda su quale schieramento appoggerebbe il partito indipendentista sardo in caso di un seggio in consiglio regionale, Meloni ha risposto: “Se i sardi ci daranno la delega non avremo preclusioni di sorta. Centro destra o centro sinistra non fara’ differenza purche’ si portino avanti gli interessi dei sardi”.


Per contattare la Repubblica di Malu Entu: http://repubblicamaluentu.blogspot.com/

giovedì 1 gennaio 2009

Mutualismo al completo


Kevin Carson ha pubblicato Organization Theory: A Libertarian Perspective. Per descrivere la grandezza di questo libro mi affido ad un commento di Joel Schlosberg:
Sono sicuro che questo libro avrà un gran impatto e sarà un classico libertario e anarchico dei prossimi anni.

Carson presenta questo libro come frutto di quattro anni di lavoro, dopo la pubblicazione del libro: Studies in Mutualist Political Economy. Nella rete, in italiano non ho trovato ancora alcuna informazione, ma riporto l'opinione di Víctor L:
‘‘Per quello che ho letto in internet, il libro è un'autentica meraviglia, finisce col completare il pensiero mutualista: se negli Studies si occupa soprattutto dell'intervento statale nell'economia, nell'Organization Theory tutta l' argomentazione gira attorno all'impresa cooperativa, con numerosi riferimenti alle esperienze argentine, spagnole ed italiane (Zanon, etc..) benché, ovviamente, non smette di analizzare l'influenza dello Stato nell' organizzazione imprenditoriale attuale, con novità interessanti. Include anche appunti sul benessere, la sanità, l'educazione, l'agricoltura e la tecnologia decentrata.’’
Dopo questo libro il mutualismo ha un fondamento teorico completo.
L'unica pecca da segnalare è che Carson, come negli Studies, offre una visione quasi esclusivamente americana -ed in parte britannica -, senza riferimenti all'Europa, America Latina,Asia o Africa.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )