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No TAV

domenica 10 febbraio 2008

I No Vat per le strade di Roma


Colorata e comunicativa la manifestazione No Vat che ieri ha sfilato per le strade di Roma. Una giornata autofinanziata e costruita dal basso dai movimenti di liberazione di donne, lesbiche, gay e trans.
Gli stessi soggetti che hanno costruito il grande appuntamento del Pride o anche la manifestazione nazionale dello scorso novembre contro la violenza maschile sulle donne. Colorata e comunicativa sicuramente, ma anche arrabbiata, decisa, a fronte dell' ultimo attacco del Vaticano che ha lanciato una nuova campagna mondiale di attacco all'autodeterminazione delle donne e alle legislazioni sull'aborto prendendo ipocritamente spunto dalla moratoria Onu sulla pena di morte.

La piattaforma No Vat è assolutamente densa. Si vogliono denunciare le politiche familiste, securitarie, proibizioniste che impongono una visione morale predeterminata nelle politiche sociali, negando l'autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita e mercificando i diritti di cittadinanza; il disconoscimento della Resistenza e dell'antifascismo, la rilettura ideologica della storia resa evidente dall'ultima enciclica e dalla trasformazione degli aguzzini franchisti e fascisti in martiri. Gli attacchi all'autodeterminazione e ai percorsi di liberazione di donne, gay, lesbiche, trans, migranti e di tutti i soggetti non conformi attraverso un progetto politico di istigazione all'odio che determina discriminazioni e alimenta squadrismi.
Infine le connivenze tra la casta politica e quella ecclesiastica nella difesa dei privilegi e nell'arretramento sul piano dei diritti individuali. Il crescente restringimento degli spazi di laicità e la criminalizzazione dei non credenti e dei movimenti che si oppongono allo strapotere Vaticano e il suo progetto di egemonia alleato col sistema neoliberista e con il dominio patriarcale. Al corteo c'erano anche quegli studenti che un mese fa avevano dissentito alla visita del Papa alla Sapienza.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )