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martedì 8 gennaio 2008

"Cocaina": un falso scandalo della TV di regime. Fantapoliziesco all'italiana


"Chiunque ha fumato hashish e marijuana, sa che sono praticamente innocue (...) mettere sullo stesso piano droghe leggere e droghe pesanti è la miglior pubblicità che si possa fare alle droghe pesanti" (Giancarlo Arnao)

Il 9 dicembre Raitre ha trasmesso il programma "Cocaina", un film "in presa diretta" di Roberto Burchielli e Mauro Parissone. Preceduto da una lunga campagna pubblicitaria che lo presentava come "il documentario-choc sull'invasione della polvere bianca in Italia", il film si è rilevato essere l'ennesimo fantapoliziesco all'italiana. Inizia da una nottata con un poliziotto della Mobile che documenta lo spaccio a Milano e si passa poi alle testimonianze di ex spacciatori e di consumatori insospettabili. Lo sbirro, naturalmente, è il classico fantapoliziotto gentile e comprensivo con i poveracci che si vede soltanto nelle miriade di serie TV dedicate alle apologie delle Forze dell'ordine (nella realtà invece ci sono gli agenti di PS che massacrano di botte il diciottenne Federico Aldrovandi, i carabinieri che portano in carcere Aldo Bianzino per due piante di marijuana e ce lo fanno uscire due giorni dopo da morto...). Gli spacciatori sono ovviamente tutti extracomunitari e da manuale (il pusher africano balla il rap in strada in attesa che un'auto o un motorino si affianchi, mentre il trans brasiliano intasca seimila euro per organizzare un festino a base di droga e sesso). I clienti "insospettabili" sono accuratamente selezionati per solleticare il voyeurismo morboso del telespettatore: dal muratore bergamasco a cottimo, 7 euro all'ora in nero, che «pippa» invece di fare la pausa pranzo per reggere alla stanchezza al manager che tira una striscia nel lussuoso ristorante in cui cena con il figlio di sette anni, per finire con la commessa belloccia dell'outlet che così può ballare fino alle sei in discoteca pur lavorando alle casse nel weekend.
Insomma: niente di nuovo sotto il sole, soltanto l'ennesima sfilata di luoghi comuni, mescolata con quel minimo di realtà che la disinformazione di regime non riesce a nascondere. Adesso che l'invasione della cocaina in Italia è una realtà che non si può più nascondere, tanto vale trasformare la denuncia nell'ennesimo spettacolo ad uso e consumo di chi ha voglia più di scandalizzarsi che di capire.
La cosa buffa è che tutto questo ha fatto infuriare Gasparri. Il semianalfabeta esponente di AN appena ha visto il primo spot pubblicitario in TV ha chiesto di sospendere il programma ("vera e propria pubblicità per la cocaina"). Forse è solo che non c'aveva capito nulla e non aveva capito che si trattava dell'ennesimo spottone pubblicitario per i poliziotti italiani (che nel film riescono a fare i gentili anche col trentenne fighetto fermato con la bustina in macchina che dice "Non segnalatemi al prefetto, devo fare l'esame da procuratore»). O forse aveva paura che da qualche parte nel documentario ci fosse spiegato come mai in Italia gira tanta cocaina...
L'Osservatorio delle Droghe di Lisbona (l'organismo più autorevole ed ufficiale della UE sulle sostanze illegali) non più di qualche settimana fa ha registrato che l'Italia è stato il paese europeo dove tra la fine del 2005 e la fine del 2007 c'è stato il più alto aumento della diffusione della cocaina ed ed in particolare ha messo in rilevo che nello stesso periodo la cocaina ha visto dimezzare il suo prezzo, passando da 100-120 euro al grammo a 40-60. Nel gennaio 2006 era stata infatti approvata dal Parlamento la Legge Fini, una delle poche al mondo che mette sullo stesso piano droghe leggere e droghe pesanti. Gli effetti della Legge Fini si sono fatti sentire rapidamente: da un lato c'è stata una caccia al fumatore di marijuana che ha portato a decine di migliaia di arresti e di sanzioni amministrative, dall'altro s'è creato uno spazio di mercato per le droghe pesanti, visto che a parità di rischio "penale" queste rendono comunque di più dal punto di vista economico e sono molto più facili da occultare (tra l'altro i cani-poliziotto sono addestrati solo per scovare la cannabis, li allevano a caro prezzo per i contribuenti solo per spaventare i ragazzini con due canne in tasca all'uscita da scuola...).
A quasi venti mesi dall'insediamento del Governo Prodi la Legge Fini è sempre lì, anche se il pusillanime socialdemocratico Ministro delle Promesse Mancato Paolo Ferrero ha annunciato per 209 volte la sua abrogazione "imminente". Ed intanto la cocaina scorre a fiumi… Per il futuro probabilmente sarà anche peggio: secondo Riccardo Gatti, il direttore del dipartimento delle Dipendenze dell´Asl di Milano e presidente dell´osservatorio Prevolab, stima che «Tra tre anni i consumatori di eroina aumenteranno del 10-20 per cento a livello nazionale», mentre per la cocaina si prevede un incremento, in tutta Italia, del 40 per cento con oltre un milione e 100 mila consumatori.
Di tutto questo ovviamente il documentario di Raitre non ne ha parlato: più facile raccontare ai telespettatori le favole dei poliziotti buoni e farli sbavare con le sexycommesse cocainomani...

(Da:Umanità Nova)

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