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martedì 18 dicembre 2007

Marco Camenisch


Marco Camenisch è il nome di un militante ecologista antinucleare svizzero condannato a diversi anni di prigione. Rivendica di essere anarchico e rivoluzionario, combattente di classe ed ecologista. Il suo nome di battaglia è stato, per lungo tempo, Martino. Marco è nato in Svizzera a Campocologno nel 1952. È cresciuto nel cantone dei Grigioni in un ambiente piccolo-borghese. Interrompe gli studi a Schiers, a causa del pensiero elitario e arrivista. Successivamente inizia a seguire un periodo di formazione presso la scuola agricola Plantahof. Confrontandosi con la realtà dell'agrochimica viene indotto ad abbandonare anche questa strada e a tentare, seppur solo per un breve periodo, la professione del'alpigiano. Nella seconda metà degli anni settanta intraprende la strada dell'ecologismo ribelle praticando azioni di sabotaggio alle strutture energetiche da lui ritenute eccessivamente invasive in Svizzera. Nel 1979 viene condannato a 10 anni di reclusione per delle azioni distruttive contro un traliccio dell'energia elettrica e una sottocentrale della Northeast Switzerland Power.
Nella seconda metà degli anni settanta intraprende la strada dell'
ecologismo ribelle praticando azioni di sabotaggio alle strutture energetiche da lui ritenute eccessivamente invasive in Svizzera. Nel 1979 viene condannato a 10 anni di reclusione per delle azioni distruttive contro un traliccio dell'energia elettrica e una sottocentrale della Northeast Switzerland Power.
Nel 1981 fugge dal
carcere di Regensdorf (Zurigo) con cinque altri detenuti e, per quasi dieci anni, vive in clandestinità transitando anche per Massa Carrara. Il 5 novembre del 1991 presso Cinquale (Comune di Montignoso) Marco viene arrestato, dopo un conflitto a fuoco con ferimenti, dalla polizia italiana.
Il
18 aprile 2002, dopo essere stato trasferito in diversi carceri italiani (da Massa a Pisa, Milano a San Vittore, Livorno, Novara, Biella, Roma Rebibbia, Como) Marco è stato estradato in Svizzera. Qui sta scontando otto anni di carcere per evasione e sarà processato per altri reati che potrebbero prevedere l'ergastolo. È stato accusato di aver concorso all'omicidio di una guardia durante l'evasione da Regensdorf, le testimonianze degli altri evasi lo hanno però prosciolto, e dell'omicidio, nel 1989, di una guardia di frontiera presso Brusio.

Libertà per Marco Camenisch


Il TF accoglie il ricorso di Camenisch: pena ridotta da 17 a 8 anni
Forte sconto di penaDovrà essere ridotta di oltre la metà la pena inflitta all'"ecoterrorista" poschiavino Marco Camenisch per l'uccisione di una guardia di confine vicino a Brusio nel 1989: da 17 a 8 anni di reclusione.
BRUSIO - Dovrà essere ridotta di oltre la metà la pena inflitta all'"ecoterrorista" poschiavino Marco Camenisch per l'uccisione di una guardia di confine vicino a Brusio nel 1989: da 17 a 8 anni di reclusione. In una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale federale (TF) corregge la decisione resa il 4 giugno 2004 dalla Corte d'assise di Zurigo.
I supremi giudici di Losanna ritengono che i colleghi di prima istanza abbiano avuto la mano troppo pesante, considerato che Camenisch era già stato condannato a 12 anni di carcere in Italia, dove aveva allacciato rapporti con il movimento anarchico di Carrara. Poiché la giustizia zurighese ha inflitto al grigionese una pena di una durata limitata (non l'ergastolo), il limite totale di 20 anni di reclusione non può essere superato, sostiene il Tribunale federale, che giunge così al calcolo di otto anni di reclusione. La sentenza zurighese, che non teneva conto di questo limite, è stata dunque annullata.
La corte di Losanna ha accolto il ricorso per nullità di Camenisch, che la Cassazione zurighese aveva invece respinto il 10 febbraio scorso, ma non quello di diritto pubblico. Essa si pronuncia nondimeno in modo dettagliato sulle principali lamentele del 54enne grigionese.
Estradizione in svizzera 2002

Trasferito da un carcere all’altro (da Massa a Pisa, Livorno, Milano San Vittore, Novara, Roma Rebibbia, Biella, Como), dopo 12 anni di lotte, umiliazioni, ricatti, isolamento affettivo e sociale, Marco è stato estradato in Svizzera il 18 aprile 2002 dove gli restano ancora 8 anni da scontare per i sabotaggi contro la NOK. Nel frattempo sono stati emanati contro di lui altri mandati di cattura per l’evasione da Regensdorf e la morte della guardia di frontiera. Al inizio stava nel carcere di Pfäffikon/ZH, poi a Thorberg/BE dove le condizioni di detenzione erano molto dure per lui (p.e. vestiti leggeri per la passeggiata la mattina presto all’aria gelida) e c’era difficile da raggiungere per i suoi famigliari. Decide di fare uno sciopero della fame. Nel gennaio 2003 viene trasferito a Coira ma dopo pochi mesi lo riportano a Pfäffikon sembre nel braccio di massima sicurezza. Alla fine del anno 2003 viene trasferito nella carcere del aeroporto a Kloten dove è ancora incarcerato.Il regime di detenzione sia a Pfäffikon, che a Thorberg o a Kloten non lascia alcun dubbio sulla sua finalità: attraverso le dure condizioni carcerarie, la magistrata di Zurigo vorrebbe piegare l’intatta identità politica di Marco e il suo rifiuto di collaborare con la giustizia.Ma loro non riusciranno. Tutti questi anni di prigione non hanno piegato Marco nelle sue convinzioni. Egli, al contrario, è rimasto politicamente attivo. Opponiamoci anche noi a questi attacchi! Uniamoci contro l’insolenza della magistrata Wiederkehr. Lottiamo a poche settimane dall’ ennesimo mostruoso processo per la libertà di Marco. Mobilitiamoci! La solidarietà è un’arma!!Per una società senza prigioni!Solidarietà con tutti i prigionieri politici.
Comunicato di Marco Camenisch
Ancora una volta, sebbene non lo farò mai abbastanza, saluto e abbraccio ognuno di voi.Sono veramente toccato e commosso dalle vostre innumerevoli iniziative di solidarietà e dal vostro prezioso impegno in appoggio a noi prigionieri politici e sociali, dal vostro chiaro e coraggioso schierarvi per una resistenza radicale, anche perché il vostro impegno dà la forza a noi prigionieri di resistere. Queste iniziative sono importanti perché rappresentano il segno della forza e della vitalità della nostra resistenza solidale, perché riportano noi, prigionieri per aver resistito, fra voi che siete tanti, uguali e particolari allo stesso tempo; perché ci riportano fra voi al di là dei muri, delle catene e dei recinti che ci dividono. Queste importanti iniziative ci riportano fra voi per combattere insieme le ancora più importanti battaglie di resistenza che ci troviamo quotidianamente ad affrontare, contro la guerra, contro l'occupazione e la conquista, contro il genocidio, contro il sessismo, il razzismo e la xenofobia, contro lo sfruttamento e lo smantellamento dello stato sociale, contro la distruzione dell'ambiente, contro il WEF a Davos (e in qualunque altro posto) a cui hanno preso parte assassini e assassine con l'aureola, solo per citarne alcune. Queste battaglie devono essere condotte in maniera radicale, altrimenti non stiamo più facendo resistenza, altrimenti finiamo coll'essere aiutanti e complici di insaziabili sfruttatori, violenti, distruttori, veri estremisti fautori del patriarcato, del militarismo, dell'industrialismo e del capitalismo, il cui unico scopo è il bisogno di dominio.Vi abbraccio nuovamente, abbraccio ognuno di voi. Ci siamo, e finché siamo uniti siamo forti!Marco, Pfaeffikon, inizio dicembre 2002


1 commento:

Anonimo ha detto...

ricevere informazioni su marco oggi è difficile,non sappiamo più se sta pproseguendo lo sciopero della fame.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )