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martedì 24 giugno 2008

Robin Hood e il tesoro dello Stato


L’aumento delle tasse a carico di banche e società petrolifere merita forse un breve commento. E’ difficile comprendere quali siano le motivazioni economiche di questo inasprimento fiscale ad opera di un governo che deve la sua vittoria elettorale alla promessa di togliere le mani untuose del fisco dalle tasche degli italiani.
Le persone giuridiche, infatti, sono semplicemente il tramite tra due flussi di denaro: uno in entrata che proviene dai clienti che si avvalgono dei loro servizi o acquistano i loro prodotti ed uno in uscita per pagare le remunerazioni dei dipendenti, degli azionisti e dei fornitori di materie prime e capitali. Gravare una società giuridica di maggiori imposte significa semplicemente tassare o i clienti della società, che pagheranno a più caro prezzo quanto loro fornito, o i dipendenti, che riceveranno retribuzioni minori per quanto conferiscono all’impresa. Ma a pagare sono sempre persone in carne ed ossa non entità astratte come le società.
In secondo luogo, nel momento presente da più parti si lamenta l’aumento del prezzo del carburante che, fra l’altro, incidendo sui costi di trasporto contribuisce a fare aumentare il prezzo, per esempio, delle derrate alimentari. Tassare le compagnie petrolifere non fa nulla per risolvere questo problema e contribuisce, anzi, a renderlo più grave. Quanto alle banche, si lamenta da parte delle famiglie a basso reddito l’eccessiva onerosità dei mutui edilizi e tassare le banche sembra essere un provvedimento ispirato dal desiderio di rendere il credito ancora più caro.
Da quanto detto, dovrebbe risultare chiaro che Robin Hood e Jesse James non infliggono un costo ai “ricchi” banchieri e petrolieri ma ai loro clienti e dipendenti che non sono necessariamente ricchi. L’aumento della tassazione è quasi sempre un provvedimento antisociale perché colpisce molto più i redditi delle fasce più deboli della popolazione che non i “ricchi”. Dubito fortemente che l’aumento del costo dei mutui o del prezzo degli alimenti preoccupi chi ha un reddito alto, mi sembra certo che a soffrirne di più saranno i deboli, i meno abbienti.

Di Antonio Martino

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