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sabato 14 giugno 2008

Il Capitalismo come dovrebbe essere..... senza Stato!

Di Alessandro Casoli
Il capitalismo è la massima espressione dell’anarchia, e l’anarchia è la massima espressione del capitalismo (Murray Rothbard.)
Potrebbe sembrare assurdo a chi è abituato ad associare il capitalismo all’oppressione e al sopruso parlare di anarchia capitalista; eppure il mercato è quanto di più vicino all’anarchia si sia mai riscontrato nell’agire umano. Nel mercato, ogni transazione è volontaria, ogni commerciante trae beneficio dagli affari conclusi (per definizione; se così non fosse, non concluderebbe l’affare), ogni contraente aderisce volontariamente alle condizioni presentategli nel contratto.
L’anarco-capitalismo, o anarchia di mercato, è una filosofia che nasce negli anni ’70 in America negli scritti dell’economista Murray Newton Rothbard, ma che traccia le sue origini nel liberalismo classico (Locke, J.S. Mill), nell’anarco-individualismo (Stirner, Tucker, Spooner) e nella scuola economica austriaca (Menger, Hayek, Mises).
In sostanza, essa si basa su due principi: che ogni individuo abbia pieno diritto alla proprietà su sè stesso e sul prodotto del proprio lavoro; e che di conseguenza ogni organizzazione statale sia illegittima. Lo Stato infatti assume il monopolio della violenza e della forza in un determinato territorio, senza che gli individui che vivono nel territorio suddetto abbiano volontariamente ceduto allo stesso l’autorità su di loro.
Nessuno ha mai firmato alcun contratto sociale. L’assunto fondamentale della teoria anarco-capitalista è che, lasciati a sè stessi, gli individui, per via della struttura stessa degli incentivi in una società libera, raggiungerebbero un livello di prosperità assai superiore a quello che è attualmente permesso dal sistema degli Stati-Nazione.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )