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domenica 15 giugno 2008

Aborto: Interpretazioni illiberali



• Dichiarazione di Silvio Viale, ginecologo e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani

Quando Eugenia Roccella parla di emergenza nimori e di emergenza immigrate, entrambe inesistenti, cerca solo pretesti per limitare la possibilità di scelta delle donne e per imporre interpretazioni illiberali sulla 194. Cosi pure sui limiti per l’aborto terapeutico, per il quale non ha il coraggio di proporre un’anticipazione della diagnosi prenatale e della ecografia morfologica.
Dopo trenta anni, la prima questione da risolvere è quella di garantire un numero adeguato di medici non obiettori, concentrando le IVG negli ospedali di primo e secondo livello, per favorire il confronto, la professionalità e la qualità come in tutti i settori della medicina, non essendo più accettabile che le IVG siano relegate al volontariato individuale di qualche medico. Se si vuole davvero omogeneizzare i protocolli, sulla base di un regolare aggiornamento occorre promuovere il confronto scientifico tra gli operatori che permettono l’applicazione della legge, piuttosto che continuare a favorire una comoda e più gratificante obiezione di massa.

L’analisi proposta da Eugenia Roccella a Fiuggi pecca di strabismo.
Pensare alla certificazione da parte del medico come ad un mero adempimento burocratico è sbagliato, come è strumentale l’annuncio di volere separare il momento del colloquio da quello della certificazione, poiché colloqui e approfondimenti possono essere necessari in qualunque momento, anche dopo la certificazione e persino durante il ricovero per l’aborto. Quello che deve essere chiaro che qualunque percorso di approfondimento non può essere una imposizione preliminare, ma deve nascere da esigenze specifiche del singolo caso ed avere sempre un consenso libero da parte della donna.
E’ ora di smetterla di pensare al personale “ non obiettore” come ad una macchina di aborti. Al contrario, noi abbiamo una sensibilità ed una apertura maggiore rispetto a coloro che sono contrari all’aborto, essendo noi realmente aperti a qualunque soluzione e non solo dei tifosi militanti per una sola soluzione.
Rimuovere gli ostacoli che impediscono di scegliere liberamente la maternità, non significa accanirsi contro le gravidanze indesiderate, ma fare in modo che le donne possano scegliere consapevolmente di concepire e di fare un figlio. Non significa colpevolizzare le donne che vogliono abortire, ma fare in modo che possano desiderare di avere una gravidanza coloro che la escludono.
Fino a quando la politica sull’aborto non riguarderà prioritariamente la vita delle donne nella fase pre-concepimento (contraccezione, welfare, emancipazione, ecc.), ogni riferimento ad una “tendenza zero IVG” sarà sempre un’astrazione pretestuosa per giustificare pratiche fanatiche ed illiberali. Talmente fanatiche ed illiberali che ci si dimentica che l’Italia ha uno tra i più bassi tassi di abortività tra i paesi occidentali. Mi chiedo quando Eugenia Roccella avrà il coraggio di confrontarsi con i medici non obiettori.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )