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martedì 2 dicembre 2008

Povero Vento, Povera italia


1. Federalismo fiscale, piove sul bagnato.

Dopo che il Veneto ha più e più volte urlato, inascoltato, il profondo disagio per un trattamento diseguale a confronto con le vicine Regioni a statuto speciale, la prima decisione è stata: Roma, città a statuto speciale. La seconda: risanamento dei conti in rosso di Roma e Catania, 640 milioni di euro.

2. Maltrattati e ignorati.

350 sindaci veneti chiedono udienza a Palazzo Madama e non vengono ricevuti. Trattati alla stregua di un corteo di ultras, transennati, seguiti a vista dalla polizia, chiedono pacificamente il 20\% dell'Irpef, soluzione parziale ai pesanti tagli che Roma sta facendo alle casse comunali. La risposta è stata: non ci sono soldi

3. Il referendum negato.

Variati, sindaco di Vicenza, non può chiedere democraticamente ai suoi concittadini di esprimersi con un referendum a riguardo dell'esproprio silenzioso che Roma ha fatto del Dal Molin, ceduto ai militari americani. Gli è stato impedito, Roma ha annullato il referedum (nota: per la gioia di Galan e della sua misera ironia nei confronti di uno dei pochi colleghi politici che cerca di mantenere le promesse fatte).

L'italia diviene sempre più statalista.

1 commento:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Domenico, da veneto o meglio da vicentino ho seguito da vicino le vicende da te decritte e di certe ne ho fatto parte. Non ho condiviso comunque le strategie adottate sia dai sindaci che amministrazione comune di Vicenza.

Ambe due i casi da te ben decritti possono collimare in una strategia unica ignorata dai sindaci e amministratori, e che ho contestato fin dall'inizio.

Vicenza in particolare ha un poker d'assi nella manica e può fare la voce grossa contro il governo e può ottenere molto su merito di scambio (nuova base Usa in cambio di:...)
Inoltre la piccola cittadina di Vicenza è terza in Italia per export dopo Milano e Torino le capitali dell'industria, non dirmi che non acquisisce influenza e potere a Roma se vuole??? (io produco di più traino tutti va voglio quello che voglio, ne è un motto leghista ... peccato che siia fallimentare nell'attuarlo)

Il fatto è un'altro che il Veneto è governato da Galan del PDL che ubbidice a Berlusconi e nulla valgono i valori sopra descritti, nemmeno l'inerzia della Lega purchè essenziale al successo Pdl (forse perchè anche quest'ultima ubbidisce al governo di destra, o la tengono buona concedendo di tanto in tanto qualcosina )

Perciò al Veneto non rimarrà che produrre tanto essere il traino del nord-est, senza ritorni federalisti, e questo finchè a dirigerlo ci saranno personaggi che operano facendo tutt'altro che gli interessi dei veneti

Buona giornata.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )