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domenica 28 dicembre 2008

La necessaria riforma monetaria Internazionale


Jesús Huerta de Soto

Professore universitario di Economia Politica

Nel capitolo 9 del mio libro: ''Denaro, credito bancario e cicli economici'' (pagine 616-623) progetto un processo di transizione verso un unico ordine finanziario mondiale che, essendo pienamente in sintonia col sistema di libera impresa, è capace di eliminare le varie crisi finanziarie e recessioni economiche che vengono colpendo ciclicamente le economie del mondo. Questa riforma finanziaria internazionale proposta nel mio libro acquisisce la massima attualità nel presente, fine 2008 in cui gli sconcertati governi dell'Europa e dell' America pianificano una conferenza mondiale per riformare il sistema monetario internazionale con l'obiettivo di evitare che il futuro si ripeta con crisi finanziarie e bancarie tanto gravi come quella che attualmente scuote tutto il mondo occidentale. Come spiego dettagliatamente durante i nove capitoli del mio libro, ogni riforma futura fallirà, tanto deplorevolmente come sono fallite le riforme passate, se non è orientata a risolvere la radice stessa degli attuali problemi basandosi sui seguenti principi:

1) ristabilimento di un coefficiente del 100% per tutti i depositi bancari che sia visibile ed equivalente.

2) eliminazione delle banche centrali, non necessarie se si applica il 1 principio e estremamente dannose se continuano ad agire come organi di pianificazione centrale finanziatrice,;

3) privatizzazione dell'attuale denaro monopolizzanto e statale e l'aggagiamento all'oro


Questa riforma, radicale e definitiva, verrebbe a colpire definitivamente la pianificazione centralizzata applicando, gli stessi principi basati nella liberalizzazione e nella proprietà privata, all'unico ambito ancora colpito quello finanziario e bancario che fino ad ora è rimasto ancorato alla pianificazione centrale, delle banche,quindi fissaggio di tassi di interesse, groviglio di regolazioni amministrative, e monopolio statale.

Deve risaltare inoltre che il processo di transizione progettato e descritto nel mio libro, potrebbe anche salvare l'attuale sistema bancario evitando il suo rapido franamento e con lui l'ineludibile e contemporanea contrazione monetaria, in un ambiente di fallimento generalizzato si perde la fiducia dei depositanti, e sparisce un volume significativo di moneta dai depositi bancari. Attualmente si affannano per riuscire a risolvere la situazione i governi occidentali coi piani più vari: acquisti massicci degli attivi bancari "tossici", garanzia totale di tutti i depositi, o semplicemente la nazionalizzazione parziale o totale del sistema bancario , si potrebbe riuscire in maniera molto più effettiva, rapida ed innocua per l'economia di mercato ad uscire da questa crisi se si applicassero immediatamente i punti citati nel mio libro.
Finisco con un'importante avvertenza finale: come è naturale, e non devo stancarmi di ripeterlo, la soluzione che propongo è solo valida nel contesto di una decisione irrevocabile verso lo stabilimento di un sistema di banca libera. Perché qualunque riforma si effettui nel modificare il sistema finanziario e bancario internazionale non nella maniera indicata sarebbe semplicemente disastrosa: un sistema di banche private che continuasse agendo con riserva frazionaria, orchestrata per le corrispondenti banche centrali, genererebbe un'espansione inflazionaria mai vista nella storia che finirebbe per dare il colpo finale a tutto il nostro sistema economico.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )