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domenica 18 gennaio 2009

‘’Il socialismo’’ di John Stuart Mill


Pensate a questo passo del libro IV, capitolo 7 dei Principi di Economia Politica:

La relazione tra padroni ed operai sarà rimpiazzata gradualmente per una società, in una di queste due forme: in alcuni casi, per l'associazione dei lavoratori col capitalista; in altri, e magari completamente alla fine, per l'associazione dei lavoratori tra sé. La forma di organizzazione […] che predominerà finalmente se l'umanità continua a progredire, non è quella in cui possano esistere capitalisti come capi e lavoratori schiavi, l'associazione dei lavoratori su condizioni di uguaglianza, possedendo in comune il capitale continuerà le sue operazioni.

Qualcuno commenta:
La visione di Mill non è quella delle imprese pubbliche. Egli disse che la gestione statale era "proverbialmente speculativa, trascurata, ed inefficace". Al contrario, è una visione di cooperative di lavoratori. Ed inoltre, di cooperative che competono tra sé.
Molto interessante, l'aspetto socialista di mercato di Mill.

Il tasso decrescente di benefici arriverà finalmente. Puoi evitarlo per un tempo esportando capitale, e quel tasso decrescente rimarrà come una stella nascosta all'orizzonte… ma la cosa unica che ne uscirà è un mondo capitalista - e completamente capitalizzato -, con tassi di benefici bassi dappertutto, (e non ci sarà di seguito un altro posto dove andare per cercare un economia monopolizzata e statale) un'economia giusta che silenziosamente si espande. In questa ''società stabile'' è facile per i lavoratori smettere di essere usati del capitale.

Qualcuno commenta ma"Questo è Marx?"
Scorretto: "Questo è John Stuart Mill"

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )