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lunedì 12 maggio 2008

ITALIA/LIBIA: D'ELIA, BASTA CON IL RICATTO LIBICO

"Occorre dire basta alla politica della minaccia e del ricatto a cui le autorità libiche ci hanno abituato ormai da molto tempo," ha dichiarato Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, a proposito della nota con la quale il governo di Tripoli ha annunciato l'interruzione della collaborazione sul fronte della immigrazione clandestina.

"Si può dire tutto il male possibile del comportamento di Calderoli, che a me pare più dell'ordine della goliardia propagandistica che della seria minaccia politica, ma esso non è paragonabile alla gravità del comportamento di Gheddafi che usa i disperati che partono dalle coste libiche verso l'Italia come carne da macello e massa di manovra destabilizzante il nostro paese.""L'ultimo esempio di questo comportamento abituale - ha ricordato D'Elia - è stato quello delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese condannati ingiustamente alla pena capitale e liberati solo dopo sette anni di trattative in cui la Libia ha letteralmente estorto all'Unione Europea e alla Bulgaria e anche al nostro paese milioni di euro in contanti o sotto forma di 'aiuti'."
"Occorre che l'Italia e l'Unione Europea - ha concluso D'Elia - reagiscano alla politica ricattatoria del regime libico con il rigore e la fermezza delle proprie convinzioni e comportamenti. Solo così si può ottenere rispetto da parte di un interlocutore poco abituato a rispettare principi e regole del diritto, del dialogo e della nonviolenza nelle relazioni internazionali."
Per saperne di piu' : http://www.nessunotocchicaino.it/

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )