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lunedì 3 marzo 2008

Tornando a parlare di Lavoro


Negli ultimi tempi il termine ''lavoro'' aveva perso la sua connotazione politica per divenire una notizia di cronoca nera e bianca con aggiornamenti continui sulle morti e sulle invalidità causate da incitenti sul lavoro.
Con la campagna elettorale i partiti politici tornano a fare del lavoro il primo strumento di propaganda. Berlusconi ne parla, ovviamente segue a ruota Veltroni, Bertinotti ne ha fatto il perno fondamentale e diritto e dovere ne hanno di parlare le neo-formazioni comuniste dei ferrando e della Sinistra Critica.
Ma tutti sono consapevoli di un cambiamnto radicale di una fissazione anche mentale stesso dei lavoratori: il lavoro deve essere precario. Infatti non si parla di salari fissi di posti stabili di annullamento o superamnto della legge biagi ma si parla, e la ritengo anche una cosa giusta, di sicurezza di 626.
Fa rabbrividire che un uomo muore sul lavoro identicamnte come morì il padre in un altro incidente, come fa rabbrividire la giornaliera citazione morte bianca che giornalmente è fissata al numero 5 cioè 5 morti.
Il problema alla fin fine è proprio il lavoro perchè se si parla di lavoro e di morti sul lavoro se ne parla perchè qualcuno il suo, di lavoro, non lo fa o lo fa male.
la Sicurezza? Vedremo le soluzioni dei partiti. Io intanto la vedo amara, soprattutto con una vittoria di Veltroni che parlerà per la sinistra ma oggettivamente di destra.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )