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giovedì 6 marzo 2008

DEDUTTIVISMO E INTUIZIONISMO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA


Metodologie “scientifiche” diverse da quella ipotetico-sperimentale sono il metodo assiomatico-deduttivo e il metodo intuitivo. Generalmente si tende a credere che questi siano i soli metodi possibili di conoscenza, si crede anche che uno escluda l’altro, in realtà essi sono “due facce della stessa medaglia”.
I deduttivisti accusano chiunque non la pensi come loro di essere degli intuizionisti, viceversa gli intuizionisti accusano di scientismo tutto coloro che credono nell’analisi critica. In realtà il metodo assiomatico non avrebbe senso senza il ricorso all’intuizione: chi sostiene che ogni concetto ne implica logicamente un altro, e così via, ritiene che prima o poi ci sarà un concetto primo immediatamente vero che si può raggiungere solo con l’intuizione.E’ una credenza comune a tutti gli assiomatici, da Aristotele a Russell, infatti, se la conoscenza fosse infinita, in un sistema rigorosamente logico si potrebbe dimostrare tutto e il contrario di tutto, mandando in frantumi tutta la struttura rigida di deduzioni: infatti in un sistema logico senza un principio intuitivamente evidente non si può mai sapere con certezza se tra i principi non ancora scoperti ce ne sarà uno in contraddizione con il sistema.
Se il deduttivismo ha bisogno, nelle sue estreme conseguenze, dell’intuizione, dall’altro canto anche gli “artistoidi” e gli intellettualoni da strapazzo non potrebbero sostenere la forza della loro conoscenza pura ed immediata, se non esistesse al mondo una conoscenza mediata. Che senso avrebbe parla di immediato in un mondo dove non c’è il mediato? Che senso avrebbero i simbolismi senza una realtà concreta da rappresentare? Per quanto ci sforziamo non è neanche pensabile un’intuizione immediata e irrazionale senza una realtà fatta di deduzioni mediate e razionali.
Cosa c’entra tutto questo con l’anarchia? Moltissimo. Il movimento anarchico è un movimento rivoluzionario che vuole rovesciare e il sistema esistente, abbattere l’autorità e costruire un modo senza sfruttamento, senza confini e senza galere. In altre parole il movimento anarchico vuole modificare la realtà. E’ quindi di estrema importanza osservare che la storia ci ha insegnato che la realtà viene modificata attraverso la sperimentazione di ipotesi alternative al mondo esistente.
La conoscenza di tipo deduttivo ha un limite enorme: non è ampliativa. In essa le conclusioni sono implicite nelle premesse. A implica logicamente B, ogni guerra implica logicamente una debolezza del capitalismo (come dicono i marxisti-leninisti), ogni tecnologia implica logicamente un attacco alla natura (come dicono i primitivisti), ecc. Ma di fatto quando una conoscenza non è ampliativa essa è immobile.
Una concezione assiomatica significa la difesa gelosa delle proprie posizioni e il disprezzo per idee nuove, credendo che la disgregazione della rigorosità della propria logica politica sia un elemento di debolezza e non di forza: significa in altre parole preferire l’omegeneità della propria organizzazione alla crescita del movimento rivoluzionario.

Non essere ampliativi significa non accettare al proprio interno posizioni non in linea, significa non aderire a lotte non deducibili dai santi principi enunciati dai Maestri (che essi si chiamino Marx Mao Stalin, o Bakunin e Malatesta poco cambia), significa per un trotzkista non fare il partito con un non trotzkista, per un anarchico comunista non lottare con un anarchico individualista e viceversa per un individualista disprezzare le lotte sociali.
L’assiomatico crede appunto che ogni passaggio sia la conseguenza logica della premessa, crede che solo da A=A si fa la rivoluzione, mentre sappiamo che paradossalmente le concezioni identitarie non solo non ampliano il soggetto che le predica, ma addirittura col passere del tempo lo indeboliscono e lo rimpiccoliscono.

La metodologia sperimentale diversamente produce elementi nuovi, amplia le nostre conoscenze inserendo nuove idee assurde non razionalmente già calcolate nel concetto precedente. L’anarchia è anch’essa quindi un’ipotesi, di fronte ad una realtà insopportabile alcune persone hanno ipotizzato una realtà diversa e l’hanno chiamata anarchia. Non è affatto scontato che l’anarchia un giorno ci sarà, il compito dell’anarchismo è quello di sperimentare quest’idea meravigliosa con la consapevolezza però che, come ogni esperimento, esso potrebbe anche fallire.Kropotkin ad esempio che sostiene la tendenza naturale all’anarchia su questo singolo aspetto aveva torto, dato che non esistono tendenze naturali, fili evolutivi prestabiliti da seguire.

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )