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giovedì 9 ottobre 2008

Tra gli alti papaveri afgani...


È di questi giorni la notizia del sospetto coinvolgimento di Ahmed Wali Karzai, fratello del presidente afgano, Hamid Karzai, nel traffico di eroina che è tornato ad essere il commercio più importante dell'Afghanistan. Scrive il New York Times:
Quando nel 2004 le forze di sicurezza afgane trovarono una quantità enorme di eroina nascosta sotto blocchi di calcestruzzo in un rimorchio fuori Kandahar, il locale comandante afgano confiscò il camion ed informò rapidamente il suo capo.
Non molto tempo dopo, il comandante, Habibullah Jan, ricevette une telefonata dal fratello del presidente Hamid Karzai, che gli chiedeva di rilasciare il veicolo e la droga ... Jan disse di aver obbedito dopo aver ricevuto una telefonata da un aiutante del presidente Karzai che gli ordinava di rilasciare il camion.
Due anni dopo, le forze dell'antidroga americana ed afgana bloccarono un altro camion, questa volta vicino a Kabul, trovando più di 110 libbre di eroina. Poco dopo il sequestro, gli investigatori degli Stati Uniti comunicarono ad altri funzionari americani di aver scoperto dei collegamenti fra la spedizione di droga e una guardia del corpo che credevano essere un mediatore per Ahmed Wali Karzai, secondo quanto rivelato da un partecipante al briefing.
L'accusato nega qualsiasi coinvolgimento, anche se le voci su un suo coinvolgimento nel traffico di droga circolano da tempo in Afghanistan. Per il fratello del presidente, che è ora tra l'altro capo del Consiglio provinciale di Kandahar, seconda città per estensione dell'Afghanistan, si tratta solo di attacchi politicamente motivati di vecchi nemici.

“Non sono un trafficante di droga, non lo sono mai stato e non lo sarò mai,” ha detto il fratello del presidente in una recente intervista telefonica. “Sono vittima di una politica viziosa.”
Ma persino alti funzionari dell'ambasciata americana e della Casa Bianca, pur mantenendo l'anonimato, si dicono convinti che i collegamenti tra Karzai e il traffico di droga ci siano, e siano anche un serio problema politico per il governo fantoccio guidato dal fratello e sostenuto dagli USA.

È bene ricordare a questo punto che la produzione di eroina in Afghanistan al tempo dei taliban, grazie al programma di eradicazione da loro messo in atto nel 2000, era crollata, in un risultato senza precedenti riconosciuto anche dall'Assemblea Generale dell'ONU:
Guardando in primo luogo verso il controllo di droga, ho pensato di concentrare le mie osservazioni sulle implicazioni del divieto di coltivazione del papavero dei taliban nelle zone sotto il loro controllo… Ora abbiamo i risultati della nostra indagine annuale al suolo sulla coltivazione del papavero in Afghanistan. Quest'anno la produzione [2001] è di circa 185 tonnellate. Questa è scesa dalle 3300 tonnellate dell'anno scorso [2000], una diminuzione di oltre il 94 % In confronto alla raccolta record di 4700 tonnellate due anni fa, la diminuzione è ben oltre il 97 %.
Ogni diminuzione nelle coltivazioni illecite è accolta favorevolmente, particolarmente nei casi come questo dove non c'è stato alcun spostamento, localmente o in altri paesi, ad indebolire il successo.”
La produzione riprese a tutto vapore subito dopo l'invasione delle forze alleate guidate dagli USA, e l'instaurazione del governo fantoccio proprio di Hamid Karzai. Se con i taliban la produzione annua era scesa a 185 tonnellate nel 2001, un anno dopo era schizzata al livello record di 3400 tonnellate. Considerato che
Karzai è stato un agente coperto della CIA fin dagli anni 80. Collaborò con la CIA per indirizzare aiuti USA ai taliban come nel 1994 quando gli americani, segretamente e per mezzo dei pakistani [specificamente l'ISI] supportarono la presa del potere da parte dei taliban (citato in “U.S. Energy Giant Unocal Appoints Interim Government in Kabul,” Karen Talbot, Global Outlook, No. 1, primavera 2002. p. 70. Vedi anche BBC Monitoring Service, 15 dicembre 2001)
questo affiorare da parte americana delle accuse per il fratello di Karzai sembrano essere un sistema per ripulirsi delle responsabilità proprie, scaricando tutta la colpa sul capro espiatorio più facile da sacrificare. Ma è un sacrificio che, al fine di salvare il fragile potere di Karzai, potrebbe rivelarsi persino inutile, se è vero che, come ha dichiarato il generale Mark Carleton-Smith, comandante della 16 Air Assault Brigade britannica, “la guerra in Afghanistan non si può vincere.” Nel frattempo, quella contro la droga è già una disfatta.

Articolo da: http://gongoro.blogspot.com/

1 commento:

ANTYMEDIA ha detto...

complmenti per l'articolo!

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )