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sabato 25 aprile 2009

La Resistenza Giusta


‘‘Nei Paesi democratici, la scienza dell’associazione è la scienza-madre; il progresso di tutte le altre dipende dal progresso di quella”.
“Una nazione che non domanda al suo Governo altro che il mantenimento dell’ordine è già schiava nel fondo del cuore”.
A. de Tocqueville


Che nonostante tutti gli sbagli il lavoro dei Radicali in questo paese sia quanto più di lucido si possa avere lo si capisce proprio oggi che tutti festaggiano la resistenza, non so come dirlo, non c'è niente da festaggiare.
Certamente la liberazione dal nazifascismo e la lotta partigiana ( anche se studiata male e ideologicamente molto c'è da dire sulla resistenza) è stata una grande , conquista per il nostro paese, una vittoria per un minimo di democrazia e il ritorno a poter esprimere almeno punti di vista differenti, ciò che il fascismo che molti in Italia di destra e di sinistra sognano ancora, aveva negato.
I Radicali Italiani sono l'unico partito che festeggierà criticamente, insomma festeggierà pur sapendo che non vi è nulla da festeggiare, quindi non festeggierà ma lotterà anche oggi in clima di festa.
Pubblicamente e per la prima versione è stato presentato il documento su "La Peste italiana", sull'avvenuta sessantennale cancellazione della democrazia e dello Stato di diritto nel nostro Paese, alla vigilia di elezioni europee che già si possono definire illegali. Infatti, nonostante alcune vedute diverse da qunto vi è scritto in questo 25 Aprile non vi è nulla da festeggiare. Siamo in dittatura e quel che è peggio è una dittatura non dispostica. Da 60 anni, in Italia, al regime fascista del Partito-Stato ha fatto seguito il regime “sfascista” dello Stato dei Partiti. Da 60 anni, una puntuale e sistematica violazione della Costituzione viene dolosamente consumata contro il popolo italiano, quel “demos” che vive deprivato delle condizioni minime di conoscenza e legalità, necessarie per esercitare il potere sovrano in forma legittima. In Italia non c’è democrazia, ma partitocrazia, oligarchia, vuoto di potere, arroganza del potere, prepotenza e impotenza. Non esiste Stato di diritto, ma arbitrio di regime.
Berlusconi e i suoi “detrattori” e “accusatori” sono in realtà l’espressione (finale?) di una identica vicenda politica. Sono affratellati da un comune destino, per ora illegale e drammatico, domani probabilmente anche violento e tragico. Lo sbocco è quasi obbligato........ La nostra speranza è di rappresentare una speranza: l’alternativa radicale possibile di una democrazia fondata sulla libertà di associazione e partecipazione, sulla libertà di informazione e conoscenza, sulla libertà della persona.
Ecco, certamente, personalmente non sognerò uno stato di diritto o diritti di stato, ma sogno libertà, quella libertà che tutti oggi sanno che manca ma che solo i Radicali nel giorno della Resistenza denunciano. Il 25 aprile manifestiamo "per una nuova Liberazione", a Roma non vi sarò ma la mia solidarietà l'esprimo senza rimpianti.
Sia chiaro però, alle europee come detto altre volte: Astensione!

2 commenti:

Maria Bloise ha detto...

Credo che i radicali si siano uniti al PD solo per convenienza/necessità politica. E' chiaro come sia estranei. I radicali sono sempre estranei proprio per la loro anima liberale. Capisco l'astensione e la condivido in pieno. Però vedo nel simbolo radicale una piccola, innocua e solitaria rappresentazione del "liberalismo alla portata di tutti". Della Vedova è d'elite, nella mia visione. Pannella è popolare. Non votarlo mi sembrerebbe far affogare (da solo) il liberalismo. Fuor di metafora è tutto molto più grigio..

Domenico Letizia ha detto...

vedremo, vedremo,
intato si preparino a far la resistenza come si deve, fuori dal parlamento.
e a dir la verità la mia buona azione verso i radicali l'ho fatta al di fuori del voto, oltre che sostenere molte loro iniziative e far la ''fame'' mi son tesserato alla luca coscioni.
un saluto.

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )