Interessante articolo comparso sul blog: http://www.eravolgare.net/
Tesi: i governi, per definizione, prendono decisioni e impongono ai singoli determinati modelli di comportamento. Spesso, non disponendo di una legittimazione/giustificazione oggettiva per molte delle scelte che vengono prese (quasi tutte a dir la verità), gli unici mezzi che lo stato ha a disposizione per assicurarsi che tali comportamenti vengano rispettati sono il controllo (strettissimo ed oppressivo) e la violenza.
Antitesi: lo stato, però, non è nè onniscente, nè onnipresente e nemmeno potrà mai esserlo (almeno si spera). Di conseguenza, i cittadini (a volte addirittura molti cittadini), non eseguono ciò che il governo vorrebbe in quanto, nei momenti in cui non sono forzati o controllati, si comportano come meglio credono. Spinto dall’interesse, l’individuo agisce sempre in proprio favore. Quando lo stato lo sorveglia con la forza, esegue gli ordini per non beccarsi le randellate, perciò, quando lo stato non c’è, ne approfitta.
Sintesi: il controllo impone costi abnormi allo stato e, d’altro canto, non risolve il problema perchè l’individuo continuerà ad agire in libertà appena gli sarà possibile. Ovviamente, non eseguendo gli ordini del governo.
Problema: come perpetuare il controllo anche quando lo stato non è presente?
Soluzione: rendere i cittadini controllori di se stessi, proibendo così ogni possibilità di fuga e contemporaneamente rendendoli dei mezzi, prima che dei fini da conseguire. In sostanza, lo stato si rivela per quello che veramente è e che sempre è stato: un’entità che prima di soddisfare gli interessi dei cittadini (spesso molto male) soddisfa egregiamente i propri.
martedì 5 agosto 2008
Stato è violenza, Libertà è libertà
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2 commenti:
Ciao Domenico, l'articolo fa pensare un po alle attuali scelte del governo italiano, non ben viste nemmeno all'estero. Buona giornata.
infatti....
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