Lo stato di polizia – inevitabile e bramato zenit dell'istituzione statale – si avvicina a ritmo cadenzato, sospinto dalla paura abilmente diffusa, con l'aiuto dei media, dalle parole allarmanti che i politici pronunciano con tono serio e accorato.
In Italia abbiamo già il piacere di assaporare il “senso di sicurezza” procurato dalla visione di militari per le strade, peccato che i rapinatori non sembrino altrettanto impressionati e continuino il loro lavoro: del resto, se qualcuno prova a difendersi, come il tabaccaio di Aprilia si ritrova indagato per omicidio volontario, un deterrente niente male per l'autodifesa. I soldatini nel frattempo hanno il loro daffare a sorvegliare i tossici nel parco mente si fanno le pere, anche loro ben poco interessati dai marziali osservatori. È destino che in Italia tutto finisca in commedia:
«Dottore, come ci comportiamo con questo?» chiede una giovane recluta al funzionario di polizia. Sta guardando una donna accovacciata, concentrata solo sulla siringa e sul buco da trovare in un braccio sinistro martoriato, incurante dei flash dei fotografi e della ventina di persone che la circondano. «La identifichiamo e la allontaniamo» è la risposta. «Sì, ma subito o aspetto che finisca?»
Altrove, le iniziative in materia di sicurezza sono un tantino più preoccupanti, ma sempre accompagnate da proclami risoluti e appassionati: “Dobbiamo farlo perché non possiamo e non dobbiamo tollerare che gente innocente, in particolare i bambini, diventino vittime.” Con questa frase, Eddie Perez, il sindaco di Hartford, capitale del Connecticut, ha giustificato il coprifuoco dalle nove di sera alle cinque del mattino imposto ai minori di 18 anni in tutta la città.
A Helena sulle rive del Mississippi in Arkansas, in alcuni quartieri vige invece un coprifuoco di 24 ore per tutti. La polizia lo sta facendo rispettare, con gli occhiali night-vision a infrarossi e fucili militari M16, ultima opzione – secondo le autorità – per frenare un crescendo di violenze nella zona. Ma negli USA pare ormai che il coprifuoco sia uno strumento normale, soprattutto d'estate, per mantenere la sicurezza: per la durata delle vacanze scolastiche, per esempio, Baltimora ha un coprifuoco dalle undici di sera (mezzanotte il venerdì ed il sabato) per i ragazzi sotto i 17 anni. Chi lo viola viene accompagnato ad una scuola finché un genitore non va a prenderli.
Funzioneranno questi sistemi militari? È la domanda sbagliata: in realtà il fatto di ricorrere a simili espedienti è già il segno di un fallimento irreparabile. Se lo stato non è in grado di garantire un livello minimo di sicurezza senza impiegare metodi da zona di guerra, se l'unica risorsa a cui può ricorrere è di rinchiuderci in casa, praticamente agli arresti domiciliari, ebbene, questa è la prova che lo stato ha fallito nel fornire il servizio di cui si è arrogato il monopolio, impedendo per sovrappiù al cittadino di difendersi da solo.
Ma la verità è forse ancora più semplice: lo scopo vero della sicurezza pubblica – meglio: delle forze del dis/ordine – non è mai stato la sicurezza nostra, dei privati cittadini, ma quella loro, dei governanti. E quella, una volta che ci avranno chiusi in casa e disarmati, l'avranno garantita perfettamente.
Articolo da: http://gongoro.blogspot.com/
domenica 24 agosto 2008
Legge, ordine e coprifuoco
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4 commenti:
(eccoci quà!...)
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QUESTO ARTICOLO è STATO SCELTO PER LA PUNTATA DI POST-IT DEL 27 AGOSTO.. in diretta alle 11:20 su c6.tv (la registrazione la troverete poi su c6postit.blogspot )
Grazie per l'interessante articolo.
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grazie per la sgnelazione.
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Capitalismo sfrenato, lo salva lo stato
si veramente interessante come articolo specialmente se scritto dal manifesto...
si è importante cha cnhce certi settori piano piano riflettino...
grazie anarchia meccanica!
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