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mercoledì 25 marzo 2009

Sinistra e Libertà: L'opinione di un lettore, ''Remo''


In seguito al mio articolo sulla nascita di sinistra e libertà, vi propongo un e-mail inviatami da un amico che ha voluto avanzare una critica diversa dalla mia, ma molto intelligente.
Tutto ciò per un dibattito che faccia della sinistra una forza libertaria e meno statalista.

Buona lettura:

Caro Domenico,
in una mia e-mail ti accennavo al fatto che la sinistra si sta appropriando anche del tema della libertà, e la nascita del nuovo partito Sinistra e Libertà ne è in qualche modo una conferma.
Come dobbiamo interpretare il recupero del concetto di libertà (che diventa anzi elemento fondante), ed il contestuale abbandono di falce e martello? Come il tentativo di creare una sinistra libertaria, in opposizione alla deriva cattocomunista del PD?
Sembra andare verso un'apertura di credito in questo senso il post che hai scritto, recentemente, parlando della novità.
Mi piacerebbe molto, se fosse così, ma devo dirti francamente che non nutro alcuna speranza a riguardo.
Visti i personaggi che dovrebbero dar vita alla cosa, non basterà loro un semplice cambio d'abito, e neanche di pelle: ci vorrebbe un'operazione di ingegneria genetica.
Come ti dicevo, nel linguaggio della sinistra massimalista la parola "democrazia" ricorre con una frequenza che non ha pari nelle altre categorie politiche (comprese quelle di reale ispirazione democratica).
Tutto è basato su un equivoco: l'dea di democrazia che gli esponenti della sinistra massimalista hanno nel retrocranio è profondamente diversa dal senso che tutti gli altri attribuiscono al termine.
Con l'idea di libertà sarà (è) la stessa cosa.
Non credo proprio che la società libertaria possa nascere da una costola della "nuova sinistra" (o della "nuova destra"). Molto più realisticamente ritengo che una vera società libertaria potrà emergere solo dalle "ceneri" della sinistra e della destra! Le ceneri lasciate non dal rogo del sistema (rivoluzione violenta), ma dall'inquisizione culturale, popolare al sistema stesso.Per come la vedo io, la sinistra sta già facendo hara-kiri: se la spogli di tutti (o quasi) i caratteri che ne salvano la sua ortodossia, diventa tutt'altro (non è forse questo il motivo delle ripetute scissioni, ogni volta che ha inteso spostarsi su posizioni più moderate?).
Una sinistra riformista e libertaria, per definizione non è più, certamente, una sinistra "ortodossa" e probabilmente non è più neanche "sinistra".
Vogliamo continuare a chiamarla così? Facciamolo pure, ma siamo veramente solo sui giochi di parole...
Ciao,
Remo

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"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )