Spesso nelle discussioni libertarie vi è una grande confusione sul termine anarchia, mercato, libertà ecc.. Vi è parte fondante di ''dogmatismo ideologico'' nell'anarco-comunismo che rende impossibile molte volte il dialogo, questo è anche quello che mi dicono, spesso, gli anarco-capitalisti ( anche se, spesso, gli stessi problemi di presunzione ideologia li ritrovo anche in quell'ambiente). Alcune settimane fà a telefono con Nicosia, mi ricordava che oggi di anarco-comunisti ''fedelissimi'' ve ne sono pochi, e che quasi tutti tollerano comunque forme economiche di mercato.
Interessante, mi ha colpito insomma, questo articolo di Eugen Galasso sulla rivista Cenerentola:
http://www.cenerentola.info/archivio/numero120/articoli_n.120/att116.html#5
1)Un’economia autogestita che tolleri il mercato, senza sacralizzarlo.
Perfetto tutto ciò è libero mercato, l'autogestione nel sistema mercato è l'espressione suprema della libertà di scambio.
2) La libertà è questione fondamentale; nel lavoro e nella privacy deve essere totale.
Nulla da aggiungere.
Insomma davvero interessante come articolo, leggetelo....
domenica 31 gennaio 2010
Quando Anarchico non è fascio
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2 commenti:
Personaggi emergenti della nuova intellighenzia liberale
Dall’area libertaria degli anarco-capitalisti veri (quelli dei Tea Party) sta emergendo all’attenzione del pubblico un nuovo autore, l’economista Filippo Matteucci. A causa del suo del suo eclettismo e del suo rifiuto del libertarianismo "di regime" dell'Istituto Bruno Leoni e "di certi docenti antistatalisti stipendiati da università statali" , è difficile inquadrare questo intellettuale nelle tradizionali partizioni politiche. Proviene dalla destra più autenticamente liberista, ma vede come suoi nemici le attuali elite, definendole d’infima qualità; trova consenso e ascolto nei tradizionalisti nostalgici pur propugnando forme evolute di democrazia diretta; pone come obbiettivi immediati la restaurazione dell’ordine pubblico, della qualità della vita, della vivibilità delle città, e tuttavia sostiene il privatismo, cioè il liberismo più antistatalista.
A mio avviso l’idea più originale di questo autore è quella della ” democrazia turnaria ” , una versione drastica ma funzionale e plausibile di democrazia diretta. Per il Matteucci le elezioni sono una truffa, un inganno, sono gestite in modo da far eleggere i designati dall’elite al potere per perpetuarne il dominio. L’unica vera democrazia sarebbe allora quella turnaria, secondo la quale qualsiasi cittadino ha il diritto di ricoprire a turno collegialmente e per limitati periodi di tempo, a semplice sua richiesta, cariche pubbliche politiche, amministrative e giudiziarie, senza passare per elezioni e concorsi pubblici, per lo più pilotati. Vari accorgimenti d’ingegneria costituzionale, dalla riserva parziale per competenza di seggi al cursus honorum, garantirebbere il funzionamento e l’efficienza del sistema turnario. Ogni cittadino così avrebbe non il diritto di eleggere qualcun altro a una poltrona di potere, ma la potestà di sedersi lui stesso, se lo desidera, su quella poltrona, insieme ad altri cittadini, e di esercitare in tal modo collegialmente i poteri pubblici che sostanziano la sovranità popolare.
Giangiacomo Mazzafredi
ciao giangiacomo, conosco solo alcune cose da te citate, puoi dirmi altro o indicarmi link?
a presto,
domenico.
se vuoi sviluppa il dibattito anche su questo spazio.
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