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lunedì 28 dicembre 2009

ALLA SINISTRA LIBERTARIA?!



di Domenico Letizia

Pubblicato dal sito del Movimento Libertario

Il pensiero libertario si sta diffondendo in Italia, la cultura libertaria inizia ad essere guardata con curiosità, la battaglia libertaria di Giorgio Fidenato ha diffuso il pensiero antistatalista, insomma, non vi sono dubbi anche in Italia parlare di antistatalismo non è più un tabù insuperabile.
Di formazioni politiche e culturali vicino al metodo libertario sul territorio ve ne sono e lavorano anche bene, basti ricordare biblioteche e centri studi oppure le formazioni politiche come il Movimento libertario o le galassie radicali come l’Associazione Luca Coscioni o Nessuno Tocchi Caino (libertarismo civile), ma nonostante questi progressi visibili e reali, restare fermi è autodistruttivo, lo stato alla fine ha sempre molti strumenti e riesce a far prevalere la sua cultura e il suo potere.
Uno sguardo, attento, invece, lo darei a quella che è la sinistra libertaria italiana e antiautoritaria. Certo già immagino le critiche e le varie dichiarazioni di perdita di tempo che vengono subito alla bocca quando si parla di “sinistra” . Invece voglio rivolgermi proprio alla sinistra libertaria (quella italiana in America sinistra libertaria indica altro) facciamo un passo noi e proviamo a veder cosa nasce. Quando i nostri cari amici “no-global” prendono e occupano uno spazio pubblico e statale completamente in rovina e quindi gestito in modo disastroso dallo stato perché non dovremmo essere dallo loro?
Certo per loro non sarà mai una forma di ‘privatizzazione’ ma lo è e spiegarlo con i fatti non è difficile, non è altro che sottrarre uno spazio statale alla gestione disastrosa dello stato per farlo fruttare in modo partecipato e autogestito, non è forse questo, anche, il metodo libertario, cioè la gestione e la creazione di nuovi metodi di gestione politici ed economici al di fuori dello stato?
Certamente ai nostri cari amici no global va fatto chiaro che una volta preso in gestione un pezzo di ex- stato non va preteso nessun contributo pubblico e nessun finanziamento statale, e a parer del vero così mi sembra, ovviamente non tutti, ma gli spazi autogestiti in mano alla sinistra libertaria vivono e crescono alle spalle dello stato e come suo concorrente (ecco che il mercato ritorna sempre), allora perché non sostenere questi cari disturbatori dello stato? Magari facendo capire loro che in una società libertaria queste forme di privatizzazione (o come le si voglia chiamare) saranno accettate e giuste, anzi sostenute da noi libertari liberoscambisti perché forme economiche e sociali in concorrenza allo stato.
Quando un caro amico “no global e anticapitalista” combatte contro le istituzioni della Banca Centrale, del Fondo Monetario Internazionale, del WTO o qualsiasi struttura capitalista corporativistica in fondo non sta facendo altro che una battaglia liberista e libertaria. Così difficile farlo capire? Forse si, ma per il trionfo del pensiero libertario perché non provarci.

(trovate l'articolo e alcuni commenti qui: http://www.movimentolibertario.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3578:aprire-alla-sinistra-libertaria&catid=1:latest-news#yvComment3578 )

2 commenti:

marco ha detto...

non per fare il solito stronzo, però gli sproloqui ideologici hanno un po' rotto. ci sono più correnti di anarchici e libertarians di quante non ce ne siano mai state di comunisti negli ultimi 150 anni, eppure qualcosa sembra andare storto.

io non amo troppo le identificazioni -del resto forse l'avevo anche scritto in risposta a un tuo commento sul mio blog- però pur essendo una di quelle persone che si son rotte il cazzo del corporativismo di stampo fascista che impedisce a sto paese di merda di avere servizi decenti su tutti i campi e regala vagonate di denaro a manager improvvisati (da alitalia alle università) non sento di aver troppo a che fare con chi predica "contro lo stato" e poi fa le fiaccolate "per principio" contro qualsiasi tipo di privatizzazione - raramente le critiche infatti hanno a che vedere col "modo" (all'italiana, appunto), in genere è una questione ideologica.

è inutile dire che il fricchettone against the system è lo stereotipo della maggioranza, mentre tutti sti movimentini libertarians contano ben poche persone a dispetto dell'esigenza reale di tagliare le palle alla politica; dopotutto è una cosa ben nota negli USA che buona parte dei fan di ron paul sono 30enni che vivono ancora con la mamma.

alla fine del mio sproloquio una debole proposta: non è più comodo, anziché parlare di quanto siamo anarcocapitalisti, agoristi, sadomasochisti, etc., e fare video su youtube gonfi di arroganza -se facco non si pone in modo più simpatico i suoi video se li godranno le solite 10 persone- tirare fuori una lista di proposte concrete e fare un network per spammarle in modo virale, magari anche verso qualche politico sensibile? non è così tanto difficile avere un minimo di attenzione mediatica ...

ovviamente non è una polemica ad personam, spero sia chiaro ! :)

Domenico Letizia ha detto...

ciao marco, perchè non provarci con Claustrofobia.org?
che ne dici?

"Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l'hanno fatto diventare un termine orrendo... In realta' vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità" ( Fabrizio De André )