Sappiamo bene come il conservatorismo autoritario di questo governo che, non dimentichiamolo, ha la presunzione di definirsi liberale, si sta inserendo nella società. Tutti i giornali hanno parlato di scuola, di riforme, e delle ondate di studenti che per le strade hanno manifestato il loro punto di vista.
Un aspetto particolare che ritengo vada analizzato bene è la creazione di Fondazioni Universitarie.
Tutta la sinistra riformista e quella che ora non lo è più, non per scelta (come i rifondaroli ecc..) grida allo scandalo e all’ aziendalizzazione della cultura, certo nessuno può negare che questo governo è ‘‘amico intimo ’’ del capitalismo statalista e dei banchieri di stato, tutti loro sono la casta e in quanto tale si mascherano a vicenda. Ma le accuse della sinistra alla creazione delle fondazioni universitarie sono estremamente stupide. Queste fondazioni consentirebbero la sostituzione allo stato nella gestione (monopolistica) e nel finanziamento delle accademie. Questa della fondazioni universitarie è un’ ottima idea, una buona occasione per ipotizzare fondazioni ad azionariato diffuso. Tutti, i genitori, i ricercatori, chi ha cuore i problemi dell’istruzione e gli stessi studenti possono divenire azionisti. Un università non gestita dallo stato, non gestita dalle grandi imprese ma dalle persone.
Insomma una ricetta autenticamente libertaria.
Un invito alla sinistra: Come si fa a non essere d’accordo?
L'articolo è pubblicato, anche, sul sito di Giulia Innocenzi: http://giuliainnocenzi.com/2009/03/09/fondazioni-universitarie-perche-no/
lunedì 9 marzo 2009
Fondazioni Universitarie? Si, giusto
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Domenico Letizia,
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8 commenti:
Giulia Innocenzi non ha capito un bel niente quando afferma che ora le università non saranno gestite dalle grandi aziende ma dalle persone. Poi in tempi di crisi, ancor peggio!
L'articolo è mio (anche se giulia ha un opinione positiva delle fondazioni) ho riportato questo articolo da alcuni riflessioni fatte sulla legge, ed è previsto o anon è vietato che si possano fare fondazioni ad azionarato diffuso, quindi penso che l'idea cada analizzata bene.
Il trimensile libertaria ci sta provando, alla prossima uscita vedremo.
condivido la critica che ti è stata mossa sul blog della Innocenzi.
la privatizzazione della università non tiene conto:
1- del disarmonico sviluppo tra le varie regioni d' Italia
2 - degli apparati di potere interni all'università
3- della capacità delle aziende esterne di "addomesticare" alla propria volontà la gestione delle università.
l'azionariato diffuso non avrebbe molte possibilità perchè renderebbe l'università dei diplomifici (per problemi redditività) e/o non tiene conto del diverso livello di potere tra un azionista semplice ed i baroni
sarebbe soltanto una traslazione di risorse pubbliche dal pubblico alle mani di pochi privati(i baroni univ e delle grandi aziende vicine ad essi)
saluti
socialista eretico
president.splinder.com
l'azionariato diffuso non avrebbe molte possibilità perchè renderebbe l'università dei diplomifici (per problemi redditività) e/o non tiene conto del diverso livello di potere tra un azionista semplice ed i baroni
mi puoi analizzare meglio questa critica?
con il sistema pubblico non è peggiore il problema del baronato?
faccio due esempi:
1- guardando la classifica della (presunte) università virtuose potrai notare che vi sono università non proprio note per ricerca e collaborazioni con aziende private competitive mentre rimangono fuori alcune grosse università che fanno ricerca riconosciuta a livello internazionale e collaborano con aziende competitive . questo perchè il livello dei fondi ottenuti tramite esclusivo criterio economicistico ha portato alcune ad orientare l'esser diplomificio.
del resto, ci sono settori di ricerca per cui il breve-medio periodo non ha molto senso e per forza di cose sono anti-economici per le imprese.
2- l'azionariato popolare si può fare quando vi sono condizioni socio-economiche tale da permetterlo . il baronato è già esistente all'interno delle università. con un paragone "da lontano": si avrebbe una situazione simile alla dismissione delle aziende (ex)sovietiche in mano agli oligarchi. speculazione di chi detiene già il potere all'interno in combutta con "agenti esterni" che acquisterebbe a prezzi stracciati le ricchezze pubbliche di un territorio. prima si formano le condizioni, poi si adatta l'università. Ci vorrebbe il formarsi di un mercato e un repulisti di baroni da parte dell'autorità statale. Nella situazione attuale non vedo niente di ciò (anche perchè ai governi si susseguono baroni universitari). Almeno però oggi è salvaguardata la possibilità da parte di ceti bassi di accedere all'univ a bassi costi.(o meglio era salvaguardata "ieri")
mi puoi rimandare l'indirizzo del gruppo yahoo, ho perso l'email, gli darò sicuramente un occhiata, d'altronte tu ti definisci socilista eretico, ci sono molto che dicono che son un libertarian eretico..
certo, d'altra parte chi non ha qualche decina di migliaio di euro per diventare azionista di un'universita'.
Che adesso e' monopolio di stato ma che potremmo dare direttamente in mano a 4 privati per tenerle in scacco, e non pensate male mica per ottenere favori.
Del resto le rette di Yale e di Oxford cosi' come di tutte le universita' private sono accessibilissime, quindi oltre a comprarmi delle azioni, pago anche qualche decina di migliaio di euro di iscrizione, che secondo la legge 133 sono addirittura deducibili ma devi pagarli in tasse prima quei soldi.
E le persone normali pagano notoriamente decine di migliaia di euro di tasse all'anno.
Troppe conclusioni troppo poco motivate, ma forse ci riferiamo ad un altro Paese... Tuttavia non mi sembra che in quei Paesi dove ci sono le fondazioni tutti possano andare all'universita'
Saluti
commentato anche sull'altro sito
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